SAN FRANCESCO D’ASSISI
Cosa direbbe san Francesco, se venisse intervistato oggi? L’esperimento in un liceo
di Elisabetta Cafaro
Avete mai pensato a cosa direbbero, se venissero intervistati oggi, i personaggi più importanti della Bibbia o i santi più noti della storia della Chiesa? Oggi, un’alunna di prima liceo ci propone la sua intervista a San Francesco d’Assisi. A margine, potrete trovare anche qualche accenno alla nascita del primo Presepe, a Greccio, attribuita proprio al santo.
Continuiamo la nostra virtuale trasmissione “L’intervista immaginaria”, felici di poter parlare alla generazione “Z”, creando quella linea di continuità tra passato, presente e futuro che eternizza la storia d’amore senza tempo tra l’uomo e Dio, donando con parole sempre nuove e attuali quel sapiente messaggio che porta in sé la fede, la forza e la costanza necessarie per dominare le difficoltà della vita.
Ritrovare ad “Interviste impossibili” nientedimeno che san Francesco d’Assisi, come afferma una nota pubblicità, “non ha prezzo”.
A condurre l’intervista è Martone Sara, 1 Ac, la quale è rimasta affascinata dal santo durante una visita fatta ad Assisi. Visitando il sepolcro di san Francesco si è interessata alla sua storia, ritenendola “un grande insegnamento di vita”, perché ci fa capire che, anche se ci sembra di avere tutto, la maggior parte delle volte ciò che ci manca è l’amore e la libertà.
Per questo, dobbiamo avere il coraggio di conquistarle. Dobbiamo avere costanza e speranza per poter diventare la versione migliore di noi stessi.
-Bentrovato Francesco, può raccontarci qualcosa della sua storia?
-Certo! Precisamente, cosa vuole sapere?
-Ci racconti chi era prima di diventare un santo.
-Prima di essere un santo ero il figlio di un ricco uomo e ciò mi portava a condurre una vita in cui non mi mancava nulla, se non l’amore e la felicità. Decisi, così, di spogliarmi di tutti i miei beni e di diventare una persona migliore, conducendo una vita in totale armonia di spirito. È proprio per questo motivo che venni deriso e soprannominato “il poverello d’Assisi”.
-Come è riuscito a convertirsi?
-È successo durante il mio soggiorno a Gubbio, in cui ho incontrato innumerevoli persone bisognose che mi hanno spinto ad essere altruista. Mi ha aiutato dare una mano ai lebbrosi, mentre la gente li definiva un abominio e li allontanava.
-Lei è conosciuto anche per altri motivi?
-Si, sono conosciuto come amante e protettore degli animali. Predicavo gli uccelli, ho domato un lupo e parlavo con qualsiasi animale fosse disposto ad ascoltarmi.
-Ha mai scritto delle opere?
-Sì, scrivevo lodi e cantici ed uno dei più famosi è: “Il Cantico Delle Creature”.
-Grazie mille per le informazioni, è stato un piacere, arrivederla.
-Piacere mio!
Leggi anche: Cosa direbbe Noè se fosse intervistato oggi? Lasciate che ve lo raccontiamo noi… (puntofamiglia.net)
Nota della redazione, per questo tempo di Avvento.
A san Francesco si riconduce la nascita del primo presepe. Si narra che San Francesco si trovasse a Greccio intorno al 1209. La popolazione, in quel periodo, era colpita da gravi calamità: ogni anno campi e vigneti erano devastati dalla grandine. San Francesco si costruì una povera capanna, tra due carpini sul Monte Lacerone, detto appunto di San Francesco. Da lì il poverello si spostava per predicare alle popolazioni della campagna. Gli abitanti di Greccio si affezionarono a lui così tanto da chiedere che non abbandonasse le loro terre. Proprio il 29 novembre dello stesso anno fu approvata la regola francescana, con tanto di bolla pontificia. L’inverno era vicino e Francesco desiderava celebrare degnamente la ricorrenza della nascita del Salvatore. Si racconta che il Santo, durante l’udienza pontificia, domandò al Papa il permesso di mettere in scena la natività. Credeva che Greccio avrebbe potuto essere il luogo più adatto, perchè gli ricordava Betlemme.
Per questo motivo, andò a chiamare Giovanni Velita, signore di Greccio, dicendogli: “Voglio celebrare teco la notte di Natale. Scegli una grotta dove farai costruire una mangiatoia ed ivi condurrai un bove ed un asinello, e cercherai di riprodurre, per quanto è possibile la grotta di Betlemme! Questo è il mio desiderio, perché voglio vedere, almeno una volta, con i miei occhi, la nascita del Divino infante”. Il cavaliere Velita lo accontentò. Da più parti, Francesco convocò i frati e tutti gli abitanti di Greccio. Da molti luoghi, vicini e lontani, giunsero persone torce e ceri luminosi. San Francesco era commosso al vedere che era riuscito nel suo intento: Greccio era diventata la nuova Betlemme!
Fonte per la storia sul presepe: LA STORIA DEL PRESEPE DI GRECCIO | San Francesco – Rivista della Basilica di San Francesco di Assisi (sanfrancescopatronoditalia.it)
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