2 Dicembre 2023

Lo sguardo teologico delle donne sulla realtà: di questo la Chiesa ha bisogno

Molte belle le parole che Papa Francesco ha rivolto a braccio alla Commissione teologica internazionale lo scorso 30 novembre. Mentre continuano a perpetrarsi azioni violente contro le donne, il Papa invita la Chiesa tutta a rispondere alla domanda su quale è l’apporto della donna al pensiero teologico ma non solo invita la comunità ecclesiale a comprendersi nella dimensione femminile cioè «la Chiesa come donna, come sposa». Non sorprendono le sue parole. Già durante il Sinodo dei vescovi, celebrato in ottobre, tra i membri dell’assemblea con diritto di voto, tra chi aveva il compito di coordinare il lavoro dei tavoli, tra gli esperti, ci sono state le donne. La loro presenza non è stata affatto decorativa ma accolta con naturalezza e grande riconoscimento della specificità che esse apportano alla riflessione comune. E qual è questa specificità?

L’unicità con la quale la donna ama. Simone Weil, filosofa e mistica francese, parlava di “amore e cura del particolare”. Così come per una madre ogni figlio è figlio unico, così la donna nella relazione, nella capacità di leggere la realtà ha uno sguardo per il particolare, per i dettagli. Il compito di ogni donna, di ogni madre è trasmettere all’altro, al figlio, che la sua vita è unica ed irripetibile, insostituibile. Lo sguardo teologico femminile aiuta a riconoscere questa unicità che proviene tutta dal cuore di Dio. Viviamo in un tempo in cui tutto è sostituibile: la lavatrice, lo smartphone, il marito, la moglie, il sesso. I legami sono vissuti attraverso il paradigma del mondo commerciale: ciò che non serve più o è inutile, si sostituisce. E invece la donna/madre che vive le relazioni uno per uno, insegna che ogni persona – disabile, nascosta nel grembo, malata, depressa, peccatrice – ha una sua unicità che deve essere amata e custodita con tenerezza. 

Lo sguardo femminile poi è sponsale nel senso che è totale e totalizzante. La donna/sposa ricorda alla Chiesa che l’amore è concreto perché si nutre di piccoli gesti quotidiani; è passionale perché coinvolge cuore e mente; è delicato perché non si impone ma si propone come possibilità di salvezza. In altre parole, ogni donna nella Chiesa può essere l’altra Maria. Molto bello quello che Chiara Lubich scriveva al riguardo: “Quando la donna è altra Maria, il che significa, vergine, madre, sposa, pianto, paradiso ma soprattutto portatrice di Dio, molto per tutti essa può fare, perché la donna, se è donna, è cuore dell’umanità”. Pensare che nella Chiesa la donna è questo cuore che batte all’unisono con quello di Maria, è molto consolante.

Il Papa poi ha usato nel suo intervento un verbo curioso: “smaschilizzare” la Chiesa. Certamente il suo è anche un lodevole tentativo per dire che abbiamo bisogno di più donne teologhe, di più donne nei posti decisionali, più donne nelle riflessioni sinodali. Ma ciò non basta, o meglio non risolve il gap. Se ci riferiamo al piano pastorale, sinceramente vedo che le parrocchie difatti sono portate avanti dalle donne, molto più numerose sul piano della catechesi, della liturgia e della carità. Qui non è un problema di quote rose ecclesiali. A me interessa maggiormente l’impatto che il messaggio cristiano ha sulla vita delle persone.

La mia domanda è molto semplice: sappiamo annunciare la specifica missione della donna o anche noi ci siamo adeguati alla mentalità di questo mondo? Abbiamo il coraggio di dire che una donna realizza pienamente se stessa solo se vive la dimensione sponsale e materna, che non significa solo sposarsi o generare nella carne? Abbiamo donne che testimoniano questa specificità. Abbiamo il coraggio di dire che stanno allontanando la donna dalla sua maternità con l’aborto, la contraccezione, la pornografia, il successo lavorativo?  Perché se una donna recupera la sua vocazione anche nella Chiesa, tutto si ordina al bene. Senza smaschilizzare ma unendo nella diversità.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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