ANNUNCIO DEL VANGELO

Conoscere il Vangelo? Un diritto. Annunciarlo? Un dovere! Parla Papa Francesco

Dopo aver visto, la scorsa volta, che l’annuncio cristiano è gioia, soffermiamoci oggi su un secondo aspetto: è per tutti, l’annuncio cristiano è gioia per tutti”, ha esordito così, Papa Francesco, durante l’Udienza generale, tenutasi nella mattinata di mercoledì 22 novembre. 

“Quando incontriamo veramente il Signore Gesù, – ha proseguito – lo stupore di questo incontro pervade la nostra vita e chiede di essere portato al di là di noi”. 

Il Papa ritiene importante sottolineare questo: che il “Vangelo sia per tutti”. In esso, infatti, c’è una “potenza umanizzatrice”, un “compimento di vita” che è destinata ad ogni uomo e ogni donna.

Riceve il Vangelo, per il Santo Padre, è un vero e proprio “diritto”. “Dovere” dei cristiani, allora, è annunciarlo senza escludere nessuno. Non si tratta di imporlo come “un nuovo obbligo”, poiché il Vangelo è una proposta liberante, che “segnala un orizzonte bello”, offre “un banchetto desiderabile”. La Chiesa, ha ricordato Francesco “non cresce per proselitismo ma per attrazione”.

Il cristiano sa superare i confini. “I cristiani – ha scandito il Papa – si ritrovano sul sagrato più che in sacrestia”, e vanno “per le piazze e per le vie della città”. 

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In questo senso, “il Vangelo riporta il sorprendente incontro di Gesù con una donna straniera, una cananea che lo supplica di guarire la figlia malata (cfr Mt 15,21-28). Gesù rifiuta, dicendo di essere stato mandato solo «alle pecore perdute della casa di Israele» e che «non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» (vv. 24.26). Ma la donna, con l’insistenza tipica dei semplici, replica che anche «i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni» (v. 27). Gesù rimane colpito e le dice: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri» (v. 28). Questo incontro con questa donna ha qualcosa di unico. Non solo qualcuno fa cambiare idea a Gesù, e si tratta di una donna, straniera e pagana”.

La Bibbia, secondo il Santo Padre, ci mostra che, “quando Dio chiama una persona e stringe un patto con alcuni il criterio è sempre questo: elegge qualcuno per raggiungere altri, questo è il criterio di Dio, della chiamata di Dio”. 

E così, “tutti gli amici del Signore hanno sperimentato la bellezza ma anche la responsabilità e il peso di essere scelti da Lui”.

È normale, tuttavia, attraversare momenti di fatica. Anche i discepoli di Gesù li hanno vissuti. “Tutti hanno provato lo scoraggiamento di fronte alle proprie debolezze o la perdita delle loro sicurezze”. Tuttavia, “la tentazione forse più grande è quella di considerare la chiamata ricevuta come un privilegio, per favore no, la chiamata non è un privilegio, mai”. “La chiamata è per un servizio. E Dio sceglie uno per amare tutti, per arrivare a tutti”. “Il Vangelo non è solo per me, è per tutti, non lo dimentichiamo”, ha concluso.




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