RELAZIONI TOSSICHE

“Come riconoscere una relazione tossica?” Una domanda frequente tra i liceali…

Tempo fa sono stata in un liceo a Bologna per presentare dei libri, uno sull’affettività. Parlando con un docente di religione che segue lì numerose classi, abbiamo riflettuto insieme su alcune domande frequenti dei ragazzi, in particolare queste: “Come riconoscere una relazione tossica?” o “Perché alcune storie sembrano amore e invece fanno solo male?”. Sono domande serie, che ci interpellano come educatori…

L’amore ha le sue regole. Non è vero che in amore “tutto vale” o che una storia si può reggere solo sulla passione. Una storia d’amore, per essere definita tale, ha bisogno di dinamiche sane

Prima di tutto, entrambi i componenti della coppia devono avere un’affettività guarita

Cerchiamo di vederci più chiaro, chiamando ancora una volta in causa i cosiddetti “nuclei di morte”, ovvero quelle dinamiche che non permettono alla coppia di crescere nell’amore; quelle dinamiche che rendono la relazione tossica, nociva. 

Padre Giovanni Marini, nella sua esperienza di accompagnatore di fidanzati, ha individuato dei “nuclei di morte” ricorrenti, ovvero “realtà che operano un po’ come il cancro”, che ti fanno credere che l’amore sta producendo vita, mentre di fatto conducono alla morte.

Oggi rifletteremo su alcuni di essi:

  1. Il rapporto non paritario. Uno dei due, nella coppia, sta sopra, l’altro sta sotto. Uno detta legge, comanda, umilia, denigra, pretende. L’altro annuisce sempre, si fa da parte, rinuncia a sé stesso e ai suoi sogni.

A volte, invece, non si verificano grandi umiliazioni o atti di vera e propria violenza (fisica o psicologica), ma, di fatto, uno tiene le redini nella relazione e l’altro esegue, quasi alla cieca. Oppure uno diventa il dio dell’altro, un dio che si impone e al quale è impossibile dire di no. Se stai vivendo una storia di questo tipo, sei dentro a una relazione tossica.

  1. Il rapporto simbiotico o “egoismo di coppia”, ovvero una persona si annulla nell’altra. La relazione è soffocante, perché assorbe tutta la vita delle persone coinvolte. L’amore non è una gabbia, ma un giardino che produce frutti e fiori buoni. Se ci si sente in prigione, se non si hanno più stimoli, interessi, passioni si sta vivendo una relazione tossica.

Leggi anche:  “Cosa significa guarire la propria affettività?”: la domanda di una lettrice (puntofamiglia.net)

  1. Un altro nucleo di morte è la non avvenuta desatellizzazione. Ovvero, quando i ragazzi restano a casa, coccolati e viziati dai genitori, incapaci di prendere decisioni come persone adulte. Non si può essere “coppia” se non si sono prima “lasciati il padre e la madre”. 
  1. Rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. La sessualità ha bisogno di un contesto di amore vero e maturo per essere esercitata. Il matrimonio è il luogo dove questa donazione po’ esprimersi pienamente. Racconta Padre Giovanni che una volta andò a parlare in una parrocchia di castità. Un ragazzo, ha un certo punto, si è alzato, dicendo: “Non ho modificato una virgola del mio pensiero”. Padre Giovanni ha risposto: “Non vengo a dire questo perché sia approvato o non approvato. È così: se lo accogli, bene; altrimenti la vita ti presenterà il conto. Perché Dio perdona sempre; gli uomini qualche volta, ma le leggi fisiologiche, sociali, psicologiche e morali: quelle non perdonano”.
  1. Comunicazione contraddittoria. Noi generalmente comunichiamo a due livelli: con il corpo invio una comunicazione e con le labbra un altro. Ciò che dici a parole deve essere coerente con ciò che esprimi attraverso i gesti, attraverso il corpo. 
  1. Non amare sé stessi: anche questo è un pericoloso nucleo di morte. Solo se ti ami, sai in che modo vorrai essere amata o amato. Solo se ti ami, ti apprezzi, ti consideri di valore saprai esigere rispetto davanti all’altro. 
  1. Confondere l’amore sponsale con l’amore materno. Non siamo madri dei nostri mariti… quando si verifica questo, siamo in presenza di un nucleo di morte.

L’argomento è decisamente vasto e i nuclei di morte, purtroppo, non sono finiti. Perciò ci ritorneremo. Nel frattempo, vi invitiamo, se volete, a condividere le vostre esperienze; a raccontare come siete riusciti a individuare e sconfiggere queste dinamiche di morte, che tolgono pace a sé stessi e alla coppia. Intanto, per approfondire queste tematiche, suggeriamo un libro edito da Punto Famiglia: Voglio donarmi completamente a te – Per un’intimità liberata e liberante (famiglia.store)




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.