FECONDITÀ NEL MATRIMONIO

“Non riuscivamo ad avere figli. Stavamo per divorziare, poi Dio ci ha mostrato come essere fecondi”

Solo chi è passato per il calvario dell’infertilità nel matrimonio può comprendere appieno il dolore che Simona Arcidiacono racconta nel suo libro “La montagna maestra di vita. Spiritualità per coppie in cerca di figli” (Tau Editrice, 2023). Ed è proprio a chi vive questa grande sofferenza che l’autrice si rivolge. Perché una risposta alla fecondità nel matrimonio, ora, l’ha trovata pur senza avere un figlio suo…

“Investire del tempo nella preghiera mi ha aiutata a scoprire non solo le parti più fragili e nascoste di me, ma soprattutto mi ha fatto chiarezza sulle cose che già avevo nella mia vita e che al momento erano offuscate dal desiderio misto a dolore della mancanza di un figlio”.

Solo chi è passato per il calvario dell’infertilità nel matrimonio può comprendere appieno il dolore che Simona Arcidiacono racconta nel suo libro “La montagna maestra di vita. Spiritualità per coppie in cerca di figli” (Tau Editrice, 2023). Eppure, è proprio a chi vive questa grande sofferenza che l’autrice si rivolge, perché lei, dopo tanto soffrire, una risposta alla fecondità nel matrimonio l’ha trovata, nonostante l’infertilità, anzi, oseremmo dire, leggendo il libro, proprio grazie ad essa. 

Il primo passo per rinascere è stato rendersi conto che si stava facendo logorare dall’attesa e dalla ricerca quasi idolatrica di un figlio, al punto che “il pensiero di non avere abbastanza tempo mi stava facendo perdere di vista non solo il mio matrimonio, ma anche me stessa”.

Ammette: “Io e mio marito abbiamo rischiato di divorziare a causa del dolore per questo figlio che non arrivava nonostante le cure mediche. Il crollo definitivo è arrivato quando, tra le tante analisi, vi era una che mi diagnosticò una mutazione genetica che ulteriormente andava a rallentare la possibilità di un figlio”.

Ecco, allora, che “il sentiero per giungere alla scoperta che anche noi come sposi eravamo fecondi è stato un percorso di montagna paragonabile a una pista nera con tanti strapiombi, per la gioia delle mie vertigini”.

Quale è stata la chiave di svolta? È lei stessa a raccontarlo, con queste parole: “Stare in preghiera mi ha aiutata a trovare la traccia da seguire nel cammino verso la mia felicità”. “Un aiuto importante è stato senza dubbio iniziare le giornate con la preghiera, rendere grazie appena sveglia prima ancora di scendere dal letto”. 

L’eucaristia è diventata il suo cibo quotidiano e in Dio ha trovato un senso al suo dolore e ha capito come poteva trasformarlo: “Spesso iniziavo la giornata con la messa mattutina. – dice nel testo – Provatelo, aiuta molto ad affrontare la giornata con un animo diverso, molto più sereno. L’accostarmi ai sacramenti è stato uno dei gradini da salire per giungere alla consapevolezza che senza Dio non si vive poi così bene. E noi, che l’avevamo scelto come coinquilino per la vita familiare, gli dovevamo il giusto spazio dentro casa e dentro le nostre vite”.

Leggendo la testimonianza di questa coppia si arriva alla conclusione che, se si ha Dio, si ha tutto. Il resto è dono suo. 

Leggi anche: L’importanza della preghiera nella coppia (puntofamiglia.net)

All’inizio, non lo nasconde Simona, si sentiva tradita da Dio. Perché proprio a lei quella croce? Poi, però, è riuscita a capire che Dio è fedele e che se non dà ciò che chiediamo è per darci qualcos’altro, che è esattamente il meglio per noi.

Un altro importante step per la loro crescita in questo cammino è stato riconoscere e accettare il limite. Molti, infatti, suggerirono a Simona e suo marito Andrea di provare la fecondazione artificiale; eppure, dopo alcuni dubbi, capirono che non era quella la strada che Dio proponeva loro. Lo capirono ascoltando la canzone di Debora Vezzani “Come un prodigio”. Fare un figlio era e doveva restare una liturgia. Siamo umani, fatti di carne e impastati di cielo, non macchine. E così, spostarono lo sguardo altrove. 

Ebbene, la paternità e la maternità sono per tutti gli sposi e oggi questi coniugi ricordano con gratitudine il giorno in cui il Signore mostrò loro in che modo potevano essere fecondi, pur senza un figlio proprio. Avvenne durante una vacanza in montagna.

“Nella Baita vi era, e vi è ancora oggi, una sala con dei divani e un mobile con dei giochi da tavolo. – racconta Simona – Quella sala mi rivelò che cosa volevo dal mio matrimonio: volevo il divano di casa nostra a Roma pieno di giovani. Desideravo avere un punto giovani a casa mia. Il bello è stato che anche Andrea, mio marito, era favorevole, provava gli stessi sentimenti. Durante quella vacanza, nel lontano agosto 2017, abbiamo scoperto che potevamo essere fecondi anche se al momento non fertili”.

Nel libro Simona racconta allora un’esperienza che rappresenterà per sempre un prima e un dopo: “La nostra avventura con la casa-famiglia Simpatia è iniziata quattro anni fa ed è stata una strada, come ho già detto, in salita. Per iniziare, ci è stata affidata una femmina. E pensare che io prediligo i maschi! A differenza di mio marito Andrea, non avevo nulla in comune con questa ragazza, neanche l’interesse per una serie su Netflix. Alice ed è entrata nelle nostre vite come un temporale estivo, inaspettatamente. Mi sono sempre chiesta, anche scherzando con lo psicologo della casa-famiglia che ci ha seguiti, come mai, dopo tutte quelle sedute, ci sia stata affidata proprio una persona che caratterialmente dista anni luce da me.” 

Eppure, col tempo hanno capito che i figli sono così: non li scegli. Loro vengono da te, a chiedere di essere amati così come sono. Non sei tu a plasmare il figlio secondo i tuoi gusti, i tuoi interessi, un figlio va anzitutto accolto, scoperto e accompagnato nella crescita, e questo vale anche se non lo si è generato nella carne. 

L’infertilità non ha impedito a Simona e Andrea di sperimentare questo dono e oggi testimoniano la loro Resurrezione, con un libro che vuol essere seme di speranza per tante coppie che vivono le medesime angosce. La prova che Dio fa bene ogni cosa? Basta leggere ciò che Alice, oggi, dice di loro…

Cari Simona e Andrea, che dire di voi? Beh, partiamo dal fatto che mi avete sempre ascoltata, in qualsiasi momento ed occasione. Non mi avete mai fatto mancare il vostro supporto, specialmente a distanza, e non è da tutti. Sono sempre stata una ragazza riservata, che stava molto sulle sue, e a cui piaceva stare sola ma, nonostante l’inizio sia stato molto complicato, siete riusciti a farmi aprire al mondo e a darmi la spinta che mi serviva per intraprendere il mio viaggio. Il vostro affetto reciproco influenza anche le persone che vi sono accanto e non è difficile sentirsi a proprio agio. Abbiamo un rapporto in cui non ci vede così spesso, ma quando accade è come se non fosse passato neanche un giorno. Sapete che vi sono grata per tutto, e sarò sempre qui a fare il tifo per voi. La vostra Alice




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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