CORRISPONDENZA FAMILIARE

L’importanza della preghiera nella coppia

6 Novembre 2023

preghiera

La lunga esperienza pastorale di don Silvio Longobardi con gli sposi gli ha fatto comprendere che la preghiera è una via obbligata per rispondere alla vocazione al matrimonio. Ma come pregare insieme? Quali sono i passi e le condizioni essenziali? Riportiamo l’introduzione al testo pubblicato nelle scorse settimane “Alzati e preghiamo”. Imparare a pregare come sposi edito da Punto Famiglia. Un libro molto utile da proporre per la riflessione personale o il cammino dei gruppi famiglia.  Il testo propone quattro le catechesi che riguardano il legame tra la preghiera e l’esperienza affettiva, la forma e i tempi che la preghiera può assumere nel contesto dell’esperienza domestica e come la preghiera rappresenti il cuore della vita domestica.

All’inizio del terzo millennio, in quel documento che possiamo considerare una sorta di vademecum per vivere da cristiani in questa nostra difficile epoca, san Giovanni Paolo II chiese di fare della preghiera, personale e comunitaria, il centro della vita ecclesiale (Novo millennio ineunte [2001], nn. 32-34). Questa convinzione vale anche per la vita coniugale e familiare. Non è affatto scontato. 

Quando pensiamo alla famiglia, emergono tanti problemi e tutti importanti. Sorge dunque legittima una domanda: è proprio necessario parlare della preghiera? Non solo è necessario ma indispensabile, per un credente è questo il punto di partenza di una vita che profuma di Dio, una vita che viene da Dio e conduce a Lui. 

La lunga esperienza pastorale mi ha fatto comprendere che la preghiera è una via obbligata per rispondere alla vocazione ricevuta da Dio, un passaggio fondamentale per ritrovare se stessi e il proprio ruolo nella storia. La preghiera, infatti, ci pone dinanzi a Dio, risveglia in noi la coscienza di essere figli, rinnova la consapevolezza che non possiamo fare nulla senza la grazia che viene da Lui. 

L’icona biblica che mi sembra più adeguata è quella di Zaccheo: quando salì sull’albero era spinto solo dalla curiosità di vedere un uomo di cui tutti parlavano. Ma quel giorno accadde qualcosa di speciale, Gesù lo vide e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5). Questa parola è rivolta anche a noi: il Signore desidera entrare e rimanere nella nostra casa. Anche se facciamo mille chilometri ma non abbandoniamo noi stessi, siamo sempre al punto di partenza. Si comincia sempre dal rinnegare se stessi. 

Ogni volta che ci mettiamo in preghiera confessiamo la fede in Colui che “fa nuove tutte le cose” (Ap 21,5) e che vuole rinnovare anche la nostra vita. Per questo la preghiera è sempre un punto di partenza, l’inizio di un’avventura che si dipana nella storia in forme sempre nuove. Questo esito ovviamente non è mai scontato ma il frutto di un’interiore e sincera disponibilità. Se lasciamo parlare il Signore, se affidiamo a Lui ogni preoccupazione, se scacciamo la stanchezza e l’abitudine, potremo dire con l’Apostolo Paolo: “le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2Cor 5, 17). 

L’esperienza della fede è strettamente intrecciata con quella dell’amore. Credere e amare sono due realtà inscindibili: non è solo la fede che sostiene l’amore, accade anche il contrario: il modo di vivere l’amore influisce sulla fede. “Non voglio amarTi, o Signore, come si ama in un matrimonio invecchiato” (M. Delbrel). Un’esperienza autentica di amore invita a vivere la fede con entusiasmo, intensità e passione. 

  • Credere significa fare esperienza dell’amore che Dio ha per noi, un amore intravisto e mai interamente posseduto. L’apostolo Giovanni riassume l’esperienza della fede in questa espressione: “Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi” (1Gv 4,16). 
  • Amare, a sua volta, significa consegnare il cuore, cioè, affidare la propria vita nelle mani di qualcun altro: è un’esperienza carica di mistero perché sfugge ad ogni rigorosa razionalità. È possibile, anzi è doveroso intrecciare queste due esperienze in modo da creare tra di loro una feconda reciprocità. 

In questo libro vi sono quattro catechesi: nella prima vi invito a riflettere sul legame tra la preghiera e l’esperienza affettiva; nella seconda mi soffermo sulla forma e sui tempi che la preghiera può assumere nel contesto dell’esperienza domestica; nella terza cercherò di approfondire la dimensione coniugale della preghiera che rappresenta il cuore della vita domestica; nell’ultima catechesi cercherò di offrire qualche riflessione sulla preghiera familiare. 

  • L’amore è da Dio. La preghiera nell’esperienza affettiva (1Gv 4, 7-16).
  • Salì sul monte a pregare. La vita diventa preghiera (Lc 9, 28-36)
  • Alzati e preghiamo. La forma della preghiera coniugale (Tb 8, 4-8)
  • La Parola di Dio dimori tra voi. I tempi della preghiera coniugale (Col 3, 12-17)

Questo testo vuole solo indicare i primi passi di un percorso che ciascuna coppia deve poi tradurre nella forma più adeguata alla propria condizione coniugale e familiare. In queste pagine non si parla espressamente della preghiera familiare perché essa è il frutto e il prolungamento di quella coniugale. Auguro agli sposi che leggeranno queste catechesi di fare la stessa esperienza di Zaccheo il quale “scese in fretta e accolse Gesù pieno di gioia” (Lc 19,6).  “La Santa Famiglia, icona e modello di ogni umana famiglia, aiuti ciascuno a camminare nello spirito di Nazaret” (Giovanni Paolo II). 

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Alzati e preghiamo. Imparare a pregare nella coppia




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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