Mi trovo a Firenze per il 43 Convegno nazionale del Movimento per la Vita. Un appuntamento ricco di voci, di bellezza, di storie. Volontari, operatori, responsabili delle Case di accoglienza, più di 300 persone unite per celebrare la vita nella città in cui tutto è nato. Proprio a Firenze infatti, nel 1975, tre anni prima della promulgazione della legge 194, nasceva il primo Centro di aiuto alla Vita, visitato poi da Giovanni Paolo II nel 1986. La carità precede sempre la durezza dell’uomo.

La giornata di oggi in cui ricordiamo il grande san Carlo Borromeo, vorrei focalizzare l’attenzione su altri due uomini che hanno ricevuto questo nome: Carlo Casini a Karol Wojtyla, due infaticabili eroi della vita. Due figure di uomini che hanno segnano la storia, che hanno dato un contributo notevole alla riflessione sulla dignità di ogni uomo. Uno sposo e un Papa. Si sono conosciuti, hanno parlato varie volte, nella storia sono passati imperterriti nella loro promozione e difesa del bambino nel grembo materno.

Quando penso alle loro parole, ai loro gesti mi commuovo. Non si sono risparmiati. Non hanno cercato gli applausi. Chi ha l’ardire di dare voce ai bambini non ancora nati si autocondanna all’insuccesso secondo le categorie del pensiero dominante. La vita nascente è un terreno minato dove la cultura della morte pensa da tempo di aver conquistato tutto. E invece nella storia hanno camminato uomini come Casini e come Wojtyla che non hanno di certo usato parole raffinate per condannare l’aborto come una “tragedia” dalle enormi e incalcolabili proporzioni.

A loro siamo grati, perché nel tempo della battaglia più furente che portò alla legalizzazione dell’aborto e poi alla infinita strage dei figli nel grembo delle loro madri, sono rimasti fermi nelle loro posizioni, in piedi per parlare in loro favore, in ginocchio per strappare al Dio della vita la conversione della mente e dei cuori dei sostenitori dell’aborto. Anche quando la malattia li ha resi afoni nel parlare, il loro modo di stare ai piedi della croce è stato un inno alla vita.

Qui oggi si avverte la loro presenza. È ancora così efficace e preformante da infiammare i nostri cuori, accendere lo stesso desiderio di servire la vita. Ognuno nel suo piccolo, ognuno con quello che sa fare e può fare. Il cardinale Zuppi intervenendo all’apertura del Convegno ieri sera, 3 marzo, ha invitato a «parlare della vita umana in modo alto, positivo e propositivo, sconfiggendo l’attrazione esercitata dal male con l’abbondanza del bene e della proposta di una bellezza più grande». Carlo Casini e di Karol Wojtyla hanno con la loro esistenza esercitato questa attrazione. Al popolo della vita il compito di raccogliere questa bellezza.

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