ABORTO IN ITALIA

Il numero di aborti in Italia diminuisce, ma vi ricorrono sempre più minorenni

È stata trasmessa al Parlamento, il 12 settembre 2023, la Relazione contenente i dati 2021 sull’attuazione della L.194/78 (sull’aborto volontario) che stabilisce le norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza. Purtroppo, le norme per la tutela della maternità sono soltanto teoriche, mentre sono chiare e attuate quelle per impedire la nascita. 

I dati sull’aborto in Italia sono raccolti grazie al Sistema di Sorveglianza Epidemiologica delle Interruzioni Volontarie di Gravidanza, attivo in Italia dal 1980, e vede impegnati il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’Istat, le Regioni e le due Province Autonome. Il monitoraggio avviene a partire dai questionari dell’Istat, che devono essere compilati per ciascuna IVG nella struttura in cui è stato effettuato l’intervento, poi raccolti e trasmessi dalle Regioni.

In totale, nel 2021 sono state notificate 63.653 IVG, in diminuzione (-4,2%) rispetto al 2020.

Il tasso di abortività (n° di IVG rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia), che è l’indicatore più accurato, conferma la tendenza in diminuzione del fenomeno: è risultato pari a 5,3 per 1.000 nel 2021 (-2,2% rispetto al 2020). Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale.

Nel 2021 il numero di IVG è diminuito in tutte le aree geografiche e in tutte le classi di età rispetto al 2020, in particolare tra le più giovani. I tassi di abortività più elevati restano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni.

Tra le minorenni il tasso di abortività per il 2021 è risultato pari a 2,1 per 1.000 donne (1.707 aborti) pari al 2,7% di tutti gli interventi praticati in Italia, dato costantemente inferiore a quello di Paesi Europei con analoghi sistemi sociosanitari; ma per la prima volta dal 2011 si registra un aumento del tasso di abortività delle minorenni.

Anche tra le donne straniere c’è una tendenza alla diminuzione pari a 12,0 per 1.000 donne, dato in calo (era pari a 17,2 per 1.000 donne nel 2014), ma che si mantiene comunque più elevato rispetto a quello delle donne italiane (5,0 per 1.000 donne nel 2020).

Anche i pluriaborti continuano a diminuire dal 2009 e sono pari al 24,0% nel 2021, anche tra le cittadine straniere. 

Leggi anche: Direttiva contro la violenza sulle donne: perché l’aborto è promosso come un traguardo? (puntofamiglia.net)

Nel 2021 l’aborto farmacologico mediante mifepristone + prostaglandine (la RU 486, la famosa pillola killer) è stato il metodo più utilizzato (48,3%), seguito da istero suzione (42,7%) e raschiamento (8%), in seguito anche alla circolare del 12 agosto 2020 del Ministero della Salute del ministro Speranza che spostò da 7 a 9 settimane di gravidanza il limite per abortire con la RU 486.

Dal 2020 al 2021 la distribuzione della cosiddetta “contraccezione di emergenza” è aumentata del 25% in riferimento all’Ulipistral acetato (ellaOne, la pillola dei 5 giorni dopo), mentre una leggera diminuzione si registra per il Levonorgestrel (Norlevo). Con la determina AIFA n. 998 dell’8 ottobre 2020 del ministro Speranza è stato eliminato l’obbligo di prescrizione per ellaOne anche per le minorenni. La mancanza di tracciabilità delle vendite non consente di distinguere l’utilizzo della contraccezione di emergenza nelle diverse fasce di età, e neppure l’eventuale uso ripetuto all’interno di tali fasce. Come sempre abbiamo detto la pillola dei 5 giorni dopo (ellaOne) ha il principio attivo simile a quello della pillola abortiva RU 486 che impedisce l’azione del progesterone sull’endometrio e quindi in caso di concepimento funziona come un abortivo. Anche questo ha fatto. calare gli aborti visibili e documentabili.

I numeri sono aridi e indigesti, ma i bambini che non hanno visto la luce sono una realtà. Così come è realtà, anche se con piccoli numeri, la scelta per la vita che la donna ha fatto dopo aver visto e ascoltato il battito cardiaco durante l’ecografia. Scelta per la vita della quale nessuna si è mai pentita.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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