Sofia se ne stava in un angolo da sola. Per me era strano vederla da parte rispetto agli amici. È stata sempre solare, aperta, la prima a trascinare gli altri. Eppure quella sera non aveva nessuna voglia di fare baldoria nel giardino della parrocchia. Nonostante c’erano tutti i suoi amici. Mi sono avvicinata e le ho chiesto se potevo approfittare della sua panchina per godere un po’ del vento torrido. Mi ha sorriso e mi ha chiesto se, secondo me, c’è un’età giusta per fare l’amore con il ragazzo che si ama. Beh, devo dire che i vari impegni della giornata non mi rendevano molto lucida per una risposta intelligente e convincente. Così invece di buttarmi in un sermone, l’ho abbracciata e le ho detto: “Raccontami tutto, anche i particolari”.
E così si è sciolta in un mare di dubbi, incertezze, desideri, paura di perderlo, esperienze delle sue amiche, tristezza dopo il sesso con il fidanzato, senso di vuoto, uso della contraccezione per paura di una gravidanza. Avevamo molto ma molto cammino da fare. L’avrei aiutata. Quella sera dovevo solo ascoltare.
I nostri giovani sono immersi in una cultura iper-sessualizzata e iper-erotizzata. Film, pubblicità, libri, canzoni, serie televisive su fiction sottolineano sempre e soltanto il diritto al piacere, al godimento, alla ricerca del proprio piacere. Ci ritroviamo spesso a dover seguire itinerari di preparazione al matrimonio e di fronte a noi abbiamo fidanzati che usano il preservativo, il contraccettivo, la pillola del giorno dopo, ormai da così tanto tempo che la contraccezione non è più solo un modo per evitare una gravidanza ma per stravolgere l’amore tra due persone. Per capovolgere anche il modo di fare l’amore. Il contraccettivo si insinua e divide l’amore dal corpo. Nessuno parla per esempio dei metodi naturali che non sono l’alternativa naturale alla contraccezione ma uno stile di amarsi perché aiutano la coppia a ricomporre quell’unità che la cultura tende a dividere.
Siamo tutti d’accordo nel ritenere, le donne di più rispetto agli uomini ma questo fa parte delle differenze di cui il Signore ci ha ricolmato, che una vita affettiva soddisfacente piena coincida con una vita sessuale piena ma non possiamo certamente affermare il contrario. Una vita sessuale soddisfacente e ricca non automaticamente produce una relazione affettiva piena. E questo è un dato di fatto acclarato da moltissimi studi psicologici. Tanto che alcuni affermano che le donne passano da una relazione sessuale all’altra perché sentono il bisogno di essere amate e protette, alla ricerca dell’uomo che li custodisca mentre gli uomini lo fanno più spinti dall’istinto e per vantarsi con i propri amici ma che spesso tutto questo non riesce a colmare il vuoto affettivo che si portano dentro.
La regola secondo cui una vita affettiva soddisfacente coincide anche con quella sessuale non vale solo per gli sposi ma anche per i fidanzati, i consacrati e i presbiteri. I fidanzati chiamati a una continenza transeunte, gli altri a una continenza permanente ma tutti chiamati a vivere il rapporto con il proprio corpo e la propria sessualità con un grande slancio oblativo, di amore, cioè, donato interamente anima e corpo.
Sofia ha ritrovato il sorriso. Addirittura, ha deciso di diventare insegnante dei metodi naturali. Quest’anno concluderà il percorso di laurea e si iscriverà al master della Bottega dell’Orefice. Il ragazzo precedente ha cambiato già altre due fidanzate. Lei è felice e luminosa come solo le persone che vivono nella verità sono e trasmettono agli altri. Io da quella panchina ogni tanto la osservo e il mio cuore si colma di gratitudine.
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