TRANSUMANISMO

È auspicabile che l’uomo diventi immortale? Parlando di transumanismo e bioetica…

È possibile per l’uomo diventare immortale, con l’avanzamento delle scienze e della tecnica? È auspicabile, inoltre, questa condizione? A cosa serve la bioetica? Qual è il suo raggio di azione? Di tutto questo si è parlato durante un convegno, promosso dall’Associazione Medici Cattolici presso l’Ospedale Andrea Tortora Pagani, sabato 14 ottobre.

Il transumanesimo, prendendo una definizione del filosofo Nick Bostrom (Yale University) è “un movimento culturale, intellettuale e scientifico, che afferma il dovere morale di migliorare le capacità fisiche e cognitive della specie umana e di applicare le nuove tecnologie all’uomo, affinché si possano eliminare aspetti non desiderati e non necessari della condizione umana come la sofferenza, la malattia, l’invecchiamento, e persino, l’essere mortali”. Ciò che per definizione può sembrare una cosa buona rischia se non siamo attenti di sfociare in una pericolosa deriva. Dal transumanesimo al transumanismo. 

Sulle teorie, le aspirazioni e i pericoli di questo processo culturale, nella mattinata di sabato 14 ottobre 2023, si sono confrontati medici ed esperti di filosofia morale, durante un convegno che si è svolto presso l’ospedale Andrea Tortora Pagani (SA), dal titolo: “Bioetica e transumanismo. Benefici e rischi delle biotecnologie”. Il convegno si è tenuto alla presenza non solo di medici ed esperti del settore della bioetica, ma anche di ragazze e ragazzi del Liceo Classico G.B. Vico di Nocera Inferiore (SA). 

Maria Giuseppa Gargano, Presidente Amci Nocera Sarno, ha aperto la mattinata spiegando i motivi del convegno voluto fortemente dall’associazione che rappresenta e ha spiegato i motivi della presenza di alcune classi del Liceo classico indirizzo biomedico, dicendo che affrontare questi temi coi giovanissimi serve a “seminare curiosità nelle nuove generazioni”, dato che questi argomenti stanno diventando sempre più presenti nella nostra società.

Uno dei relatori, il dottore e giornalista Alfredo Salucci, ha relazionato sul tema “Bioetica medica: quando nasce e perché”, spiegando le origini della bioetica, la sua ragion d’essere e i confini entro i quali si muove. È emerso, durante il suo intervento, che la bioetica non tocca soltanto la scienza, ma anche la giurisprudenza e altre scienze più prettamente umanistiche. La bioetica ha a che vedere con la morale: precisamente si occupa delle questioni morali legate alla ricerca biologica e alla medicina.

Secondo il dott. Salucci, di fronte a tante nuove possibilità tecniche, “attrezzarsi anche moralmente”, per evitare, ad esempio, che le risorse in più che si hanno a disposizione diventino “qualcosa che divide le persone”, laddove qualcuno, ad esempio, possa permettersi interventi e cure innovativi, mentre altri no.

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Parlando poi di transumanismo il dott. Mario Salucci, Dirigente Medico Responsabile dell’Ospedale di Tortora ha spiegato che “L’obiettivo principale, soprattutto nella parte concentrata nella Silicon Valley sarebbe quello di raggiungere l’immortalità”. 

Di questo si è discusso, mostrando le criticità di un simile obiettivo. Prima di tutto, è un’utopia o potrebbe diventare realtà? E poi, domanda ben più importante, è auspicabile che l’uomo raggiunga una certa età (ad esempio i trent’anni) per poi smettere di invecchiare?

Sul tema si è espresso magistralmente il Prof. Francesco Paolo Adorno, Docente di Filosofia Morale e Bioetica, dicendo proprio che “tendenzialmente, il transumanismo ha come finalità ultima proprio quella di sviluppare dei mezzi per permettere agli esseri umani di vivere in eterno”. Il transumanismo, tuttavia, a suo avviso, “ci propone delle cose che sono intuitivamente accettabili, ma quando si va ad analizzare poi in dettaglio risultano più complesse di quello che sembrano”.

Giovanna Abbagnara, moderatrice del convegno, ha spiegato come il transumanismo metta “a rischio molti aspetti del nostro vivere”. Ha scherzato sull’aspettativa dell’immortalità: “Che noia, essere immortali!”, per poi proseguire dicendo che “la bellezza dell’uomo è anche questa finitudine, una finitudine non solo interiore, ma anche esteriore. Il senso del limite caratterizza l’essere umano, per questo la bioetica ha una sua importanza”.




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