GUERRA IN ISRAELE
Israele si prepara a una guerra lunga. Il Papa: “gli attacchi si fermino”
Terzo giorno di Guerra in Israele, che si prepara ad un conflitto di lunga dorata, contro il gruppo terroristico di estremisti islamici, Hamas. Vittime, feriti e dispersi. 260 ragazzi israeliani sono stati uccisi barbaramente durante un Rave Party, circa 100 sono stati presi in ostaggio. E mentre le autorità politiche di tutto il mondo si esprimono sulla tragica escalation, il papa continua con il suo appello a far tacere le armi.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che il suo Paese è “in guerra” e ha mobilitato migliaia di riservisti, dicendo di prepararsi ad un conflitto di lunga durata. Il conflitto è iniziato sabato 7 ottobre.
Le vittime dei primi raid di Hamas, se si contano anche quelle del massacro durante il rave party israeliano alla frontiera, sono arrivate ad oltre 700. 2.500 i feriti, di cui molti gravi. Tantissimi anche i dispersi. Più di 100 le persone prese in ostaggio e portate a gaza dai miliziani di Hamas.
In questo momento, a Tel Aviv e Gerusalemme, si vive barricati in casa, dopo la pioggia di razzi di sabato (definito, dalle autorità israeliane, “il giorno più brutto della storia di Israele”).
Voli cancellati, turisti bloccati, ambasciate al lavoro per recuperare i propri connazionali.
Alle migliaia di razzi e missili lanciati da Hamas su Israele, Tel Aviv ha risposto con massicci attacchi aerei sulla Striscia di Gaza, con droni e colpi di artiglieria. Un attacco israeliano ha distrutto un grattacielo nel centro di Gaza City. La Palestine Tower, di 14 piani, era la sede di uffici collegati ad Hamas e alla Jihad islamica, ma ospitava anche numerose famiglie, che hanno avuto pochi minuti di preavviso per evacuare. Tuttavia, la distruzione non ha causato vittime.
Nel corso della giornata di sabato le violenze si sono estese, anche se in misura molto minore, alla Cisgiordania,
“Sarà una guerra lunga e difficile”, ha detto Netanyahu, perché ora l’obiettivo finale è quello di “distruggere le capacità militari e governative di Hamas e del suo alleato”, la Jihad islamica, e di “togliere loro la capacità e il desiderio di minacciare e danneggiare i cittadini di Israele per molti anni a venire”. E ancora parole di minaccia: “Ridurremo in macerie i luoghi in cui Hamas si nasconde e da cui opera”. Ai civili palestinesi è stato poi chiesto di “andarsene subito” dai luoghi dove divampa il conflitto.
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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha condannato gli attacchi di Hamas, prendendo le difese di Israele.
Diversa la reazione in Medio Oriente, dove, da diversi Paesi, migliaia di persone stanno manifestando in favore di Hamas. Il movimento islamista – che ritiene Israele responsabile dell’escalation – ha dunque un appoggio più esteso di quanto si possa pensare.
Anche ad Istanbul, sabato, si è svolta una manifestazione di sostegno ad Hamas, di fronte alla quale i funzionari turchi hanno espresso neutralità formale.
I parlamentari iraniani hanno elogiato espressamente Hamas per l’attacco, cantando “Morte a Israele”, mentre il consigliere del leader supremo dell’Iran, il generale Rahim Safavi, ha dichiarato solidarietà per i palestinesi.
A condannare, senza “se” e senza “ma”, ogni forma di violenza e a prendere le distanze dalla guerra come possibile soluzione, è stato Papa Francesco, che all’Angelus di domenica 8 ottobre ha rivolto un nuovo accorato appello: “Gli attacchi di armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano nessuna soluzione ma solo morte e sofferenza di tanti innocenti”.
Il suo pensiero, come sempre, corre verso i più deboli ed inermi, che subiscono più di chiunque altro la violenza e le sue conseguenze.
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