In questo mese di ottobre siamo invitati ad affidarci a Dio con la preghiera dei poveri, il Rosario. La mia preferita. Il Rosario ha accompagnato i passaggi più importanti della mia vita ma negli ultimi anni è diventato un tempo di riposo spirituale necessario per il mio cuore. Un tempo per stare con il Maestro in compagnia di Maria. Un tempo per ricevere la consolazione e la tenerezza ma anche quelle luci che permettono di affrontare ogni difficoltà.
Nella vita dei santi, il Rosario ha avuto un posto privilegiato. San Giovanni Bosco imparò ad amare e pregare il Rosario alla scuola di mamma Margherita, come lui stesso raccontò: «Sua massima cura fu di istruire i suoi figli nella religione, avviarli all’ubbidienza ed occuparli in cose compatibili a quella età. … Tutti insieme recitavamo la preghiera in comune colla terza parte del Rosario». Questa preghiera divenne uno dei cardini del suo metodo educativo. Volle che fosse recitato dai giovani tutti i giorni.
Madre Teresa di Calcutta, parlando del lavoro delle sue suore con i più poveri, precisava: «Noi non andiamo mai dai poveri senza dire il Rosario. Lo recitiamo sempre, anche camminando». San Giovanni Paolo II ripeteva spesso che: «Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa!». E alle famiglie raccomandava: «Il Rosario recitato in famiglia è lodevole abitudine e dolce espressione della fede religiosa. La casa diventa così il santuario domestico. Che la famiglia di oggi non dimentichi mai questo modo singolare di onorare Dio e la Vergine sua Madre».
Anche Santa Teresa di Gesù Bambino ha amato molto la Regina del Cielo e la preghiera del Rosario. All’età di undici anni si iscrive alla confraternita del Rosario; nel 1886, come «Figlia di Maria», se lo impone quotidianamente – lo ricorda la sorella Celina – e da carmelitana ne diventa solerte propagandista. Ella racconta che nella visita alla Santa Casa a Loreto pose la sua corona nella scodellina di Gesù Bambino. Dove ha imparato questo amore la piccola e giovane Teresa? Certamente dalla madre, Santa Zelia che ebbe un amore tutto speciale per la Vergine. Lo attesta anche una lettera della sorella Maria che descrive l’agonia della mamma: «Non lascia mai il suo rosario, prega sempre malgrado le sue sofferenze, ne siamo tutti ammirati, perché ha un coraggio e un’energia che non ha l’eguale. Quindici giorni or sono diceva ancora il suo rosario tutto intero in ginocchio ai piedi della Santa Vergine della mia camera, che lei ama tanto».
Umile, semplice, da farsi con calma ma ovunque noi siamo. Da insegnare anche ai bambini. Riprendiamo con gioia la corona tra le mani. Innamoriamoci del Rosario, aggrappiamoci a questa preghiera, lasciamoci legare da questa catena a Colei che non ci lascia nella valle della delusione ma ci trascina con Lei verso la luce vera.
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