INSIEME PER LA VITA

Perché non dare voce alle donne che hanno abortito? Così nasce Insieme per la vita

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(Foto: bunyarit klinsukhon / Shutterstock.com)

“La rete Insieme per la vita è una associazione di persone, aconfessionale ed apartitica, aperta a tutti coloro che condividono il contenuto di questo manifesto, qualunque sia il cammino che li ha portati ad incontrarla” recita l’inizio del Manifesto di questa nuova associazione che si occupa di donne, aborto e post aborto.

Insieme per la vita, spiegano Daria Vernile, animatrice generale ambito Maternità e Vita, e Andrea Mazzi, animatore generale del servizio Famiglia e Vita, entrambi dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, è una rete nata il 4 giugno 2023.

La Rete, aconfessionale ed apartitica, è aperta alle donne che hanno vissuto sulla loro pelle le pesanti conseguenze di un aborto, a tutti coloro che vogliono sostenerle e anche ad altre persone (padri, nonni, zii, fratelli, sorelle, operatori sanitari e volontari) che ne soffrono le conseguenze.

In Italia sono stati 6.044.903 gli aborti legali dal 1978 ad oggi. Ricordano Vernile e Mazzi: “Considerando una media del 30% di aborti ripetuti ci sono circa 4.300.000 donne che hanno vissuto almeno un aborto volontario. Più di una donna su 10: una donna in ogni famiglia allargata, una donna in ogni luogo di lavoro, una donna in ogni gruppo di amici…”

È per questo motivo che i due animatori definiscono “storica e molto bella la giornata del 4 giugno 2023”.

“Tante donne vivono oggi o hanno vissuto un grande dolore, una sofferenza incolmabile, un lutto lacerante che le ha accompagnate senza tregua… eppure si parla così poco di tutto questo! Allora abbiamo provato come associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, in base al nostro carisma, a chiederci come potevamo dare più voce a queste donne”, dice Daria Vernile.

Sono numerose le donne che in questi anni “hanno chiamato il nostro numero verde per condividerci il loro vissuto, per piangere sulla nostra spalla, come potevamo rimanere indifferenti?” continua Vernile.

È stato l’amore per la Vita e per queste mamme ad avere dato la consapevolezza ai fondatori della rete “che non si poteva continuare a rimanere in silenzio”. L’idea di dare vita ad un’associazione è nata proprio da un’esigenza, “per mettere in rete le diverse donne che già raccontano le loro storie e le altre che in futuro si decideranno a farlo. Perché insieme ci si sostiene a vicenda, ci si può fare forza, si può far sentire la propria voce più forte” affermano i due membri della Comunità Papa Giovanni XXIII.

“La testimonianza aiuta anche a dare un senso a quello che si è vissuto e ad essere d’aiuto a chi si trova a dover scegliere se portare avanti una gravidanza. Già in passato abbiamo notato che tante donne non sono informate su quello che significa realmente abortire e sulle ferite che lascia” ribadiscono Vernile e Mazzi. 

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“L’aborto è un inganno legalizzato, – affermano i due animatori – ti fanno credere che ci si può tranquillamente liberare del problema, ma viene nascosto l’abisso che poi c’è. Le donne della rete raccontano che oggi, se potessero tornare indietro, nonostante tutte le difficoltà, sceglierebbero la strada della Vita. Quindi il colloquio con loro è veramente prezioso, come abbiamo già sperimentato!”.

Sono circa una ventina attualmente i membri della Rete che hanno condiviso un Manifesto fondativo nel quale si chiede a tutti di cambiare il proprio sguardo sull’aborto: non un diritto da garantire ma una tragedia da evitare.

Scientificamente, evidenziano Mazzi e Vernile, è attestato che l’aborto faccia male. Secondo la studiosa Priscilla Coleman, che ha ripreso studi precedenti su più di 877.000 donne nel mondo, l’aborto può provocare danni sulla salute mentale delle donne.

In Italia ad oggi questa è la prima rete di donne che hanno abortito e che sono disposte a testimoniare pubblicamente la loro storia. Esiste una rete post aborto in Spagna: Associacion Voz Postaborto

“Abbiamo messo la prima pietra per un cambiamento per questa generazione e ne siamo felici. La strada è lunga, ma siamo ben motivati e abbiamo in cantiere vari progetti”, affermano Vernile e Mazzi.

In conclusione, ecco l’appello di Insieme per la Vita per allargare questa rete: “Chiediamo a tutte le persone ferite da un aborto che ci leggono di contattarci! E se conoscete qualcuna che ha abortito, fatele sapere che esiste questa rete! Tante scopriranno che non sono sole a vivere quello che stanno vivendo, potranno trovare empatia e condivisione, e dare un senso a quello che hanno vissuto. Anche se stai vivendo una gravidanza difficile e stai pensando di rinunciare a tuo figlio, contattaci subito e ne parliamo. L’aborto è una strada senza ritorno, esiste un’alternativa”.

Per informazioni è possibile scrivere a insiemexvita@gmail.com




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