2 Ottobre 2023
La separazione è davvero l’unica possibilità? La storia di Paolo
Paolo si aggira per casa smarrito. Ha cercato di ritardare il più possibile il suo ritorno a casa dal lavoro. Sapeva che ad attenderlo non c’era nessuno. Non avrebbe annusato il profumo che di solito proveniva dalla cucina aprendo il portone, non avrebbe dovuto fare il giro delle stanze per spegnere tutte le luci che sua moglie lasciava immancabilmente accese. Ad accoglierlo il buio e la freddezza di fornelli ormai spenti da settimane. La pila di cartoni delle pizze che sovrabbondava dal secchio della spazzatura, i panni da lavare che formavano una torre nel bagno e quella sensazione di aver perso tutto.
Carolina, sua moglie, lo aveva lasciato già da tre settimane e con lei se ne era andata una parte considerevole di tutte le sue certezze. Quelle certezze su cui Paolo aveva pensato di costruire il suo matrimonio. Mi ha raccontato la sua storia come se fosse quella di un altro. La sua voce era monotona, lo sguardo perso, le spalle incurvate. Mi ha detto di aver ripercorso come un film in quelle settimane tutti i loro cinque anni di matrimonio in cerca di indizi, di prove che attestassero la sua sconfitta. Ma a parte il dolore per quel figlio che mancava ad ogni appuntamento biologico, Paolo non riusciva a trovare altre motivazioni.
Carolina era sempre stata una donna mite, precisa, ordinata. Mai un tono di voce più alto, mai una porta sbattuta, mai un litigio di quelli catastrofici. Puntualmente gli faceva notare che lui era troppo concentrato sulla carriera professionale come avvocato in un noto studio legale, che lei desiderava più spazi per dialogare o condividere una passeggiata insieme ma Paolo in fondo era convinto che le richieste di sua moglie erano solo capricci per avere più attenzione. Capricci da colmare con qualche regalo in più o un week end fuori porta.
Poi un giorno la moglie dopo aver preparato la colazione come tutte le mattine, riordinato il letto e messo la lavatrice prima di uscire di casa per andare al lavoro come segretaria in un’azienda, gli aveva detto: “Paolo torno dai miei. Tra noi è finita” e se ne era andata non prima di aggiungere: “Ricordati che oggi si scende l’umido”. Sono le ultime parole della moglie. Lui era rimasto seduto al tavolo della cucina per ore con la tazzina del caffè ancora piena. Incredulo e smarrito. Nei giorni successivi aveva provato a parlare con Carolina ma la risposta era stata secca: “Non ti odio, semplicemente mi sei indifferente”.
Tra le lacrime Paolo mi aveva detto che avrebbe preferito una scenata, urla, piatti rotti, un sussulto di amore trasformato in odio ma niente. Lui ha capito che aveva lasciato che il loro amore morisse di fame. Semplicemente non lo aveva più nutrito, non aveva raccolto il dolore della sua sposa rispetto ai figli. Il carattere e l’educazione di sua moglie avevano fatto il resto, piano piano l’amore si era trasformato in indifferenza. Non avevano chiesto aiuto e nessuno si era accorto di nulla. Il patto non aveva più il valore e il sapore del per sempre. Tutto sciolto come neve al sole.
Sono passati mesi. Paolo al lavoro si sfoga con un collega che insieme alla moglie seguiva un percorso con la Fraternità di Emmaus. Lo invita a partecipare. Paolo è titubante ma poi accetta, parla con i catechisti, si confronta. Una sera aspetta la moglie all’uscita da lavoro. Ha il coraggio di chiederle scusa e le chiede di poter avere un’altra possibilità. Oggi Carolina e Paolo hanno daccapo, con un cammino per fidanzati per riscoprire il valore del sacramento del matrimonio accompagnati da una coppia di sposi. Non sanno tutto questo dove li porterà ma hanno scelto di darsi una nuova occasione e di non pensare alla separazione come l’unica possibilità.
Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento