Novena a S. Teresa di Gesù Bambino - 9° giorno
30 Settembre 2023
“Io non muoio: entro nella vita”
Il 30 settembre del 1897 santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, al secolo Teresa Martin, concludeva la sua breve esistenza terrena, appena 24 anni, e cominciava la sospirata missione dal Cielo. Una tappa che la piccola carmelitana vive come il passaggio che tanto desiderava. Ripercorrere quegli istanti di Cielo significa davvero imparare tanto sulla fede e la morte. Al mattino di quel giorno santo, la piccola suora consumata dall’amore verso il suo Gesù, rivolge lo sguardo alla statua della Vergine, la stessa che le aveva sorriso quando all’età di nove anni una malattia psico-fisica aveva fatto temere per la sua vita. Le sorelle avevano sistemato la statua in infermeria, nel luogo dove Teresa trascorre l’ultimo periodo della sua vita. A lei la sua supplica: “O mia buona Vergine Santa, soccorretemi!”.
Verso le tre del pomeriggio, Teresa mette le braccia in croce. Madre Maria di Gonzaga le posa sulle ginocchia un’immagine di Nostra Signora del Monte Carmelo. Teresa la guarda un istante, e poi dice: “Madre mia, mi presenti subito alla Vergine Santa. Mi prepari a morire bene”. La Priora le risponde che, avendo sempre capito e praticato l’umiltà, la preparazione era fatta. Teresa, riflette un attimo e umilmente pronuncia queste parole: “Sì, mi pare di avere sempre cercato solo la verità! Sì, ho capito l’umiltà del cuore”. E quando la sofferenza comincia a farsi più forte dice: “Non mi pento di essermi offerta all’Amore. Oh, no, non mi pento di essermi offerta all’Amore, anzi… Non avrei mai creduto possibile soffrire tanto! Mai! Mai! Non posso spiegarmelo se non con i desideri ardenti che ho avuto di salvare le anime”.
Verso le cinque cominciò l’agonia, per due ore un rantolo terribile le strazia il petto. Il viso congestionato, le mani violacee e i piedi freddi. Il corpo trema e un sudore abbondante le bagna il viso. Poi, verso le diciannove si acquieta un poco e la Priora congeda tutte le sorelle pensando che l’agonia durasse ancora qualche ora. Ma dopo qualche minuto guardando il Crocifisso, Teresa pronuncia le sue ultime parole: “Oh… l’amo! … Dio mio… Vi amo! …” e cade dolcemente indietro, la testa reclinata leggermente a destra.
Tutte le consorelle sono di nuovo chiamate intorno al letto della morente e diventano testimoni di una espressione di gioia e di serenità che per lo spazio di un Credo il volto di Teresa, tornato al suo colore, sembra avere, mentre gli occhi sono fissi verso l’alto, al di sopra della statua della Vergine del Sorriso. Poi, serenamente consegna l’ultimo respiro. È di una bellezza che rapisce. Tiene così forte il Crocifisso che bisogna strapparlo dalle mani. Sono le 19,20 circa del 30 settembre 1897. “Io non muoio: entro nella vita”, aveva scritto il 9 giugno precedente al seminarista Maurizio Bellière. E con lei e grazie a lei tante anime nei secoli a venire hanno incontrato, scoperto, amato Gesù e sono entrati nella Vita che non muore.
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