UDIENZA DEL PAPA

Il Mediterraneo smetta di essere tomba e torni culla di civiltà: appello di Papa Francesco

(Foto: giulio napolitano / Shutterstock.com)

Durante l’udienza di stamane, mercoledì 27 settembre, Papa Francesco ha parlato di quando si è recato a Marsiglia, per partecipare alla conclusione dei “Recontres Méditerranéennes”, che hanno coinvolto Vescovi e Sindaci dell’area mediterranea, insieme con numerosi giovani, “perché lo sguardo fosse aperto al futuro”. 

Il Santo Padre ha ricordato come l’evento di Marsiglia fosse intitolato “Mosaico di speranza”. Il sogno e la sfida: “che il Mediterraneo recuperi la sua vocazione, di essere laboratorio di civiltà e di pace”.

“Il Mediterraneo, lo sappiamo, è culla di civiltà – ha specificato il Pontefice – e una culla è per la vita! Non è tollerabile che diventi una tomba, e nemmeno un luogo di conflitto”. 

Il papa non ha mai nascosto il grande dolore che prova per i tragici fatti di cronaca che i giornali ci riportano quotidianamente e afferma “Il Mare Mediterraneo è quanto di più opposto ci sia allo scontro tra civiltà, alla guerra, alla tratta di esseri umani. È l’esatto opposto, perché il Mediterraneo mette in comunicazione l’Africa, l’Asia e l’Europa; il nord e il sud, l’oriente e l’occidente; le persone e le culture, i popoli e le lingue, le filosofie e le religioni”. 

Sa bene che il male può “diventare pericoloso”, ma “le sue acque custodiscono tesori di vita”. non possiamo dimenticare, inoltre, che “Dalla sua sponda orientale, duemila anni fa, è partito il Vangelo di Gesù Cristo”.

L’incontro di Marsiglia è stato il seguito di momenti simili, come quello svoltosi a Bari nel 2020 e a Firenze l’anno scorso. “Non è stato un evento isolato, – sottolinea Francesco – ma il passo in avanti di un itinerario, che ebbe i suoi inizi nei ‘Colloqui Mediterranei’ organizzati dal Sindaco Giorgio La Pira, a Firenze, alla fine degli anni ’50 del secolo scorso”. 

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“Dall’evento di Marsiglia che cosa è uscito?”, domanda il papa, per poi rispondere “È uscito uno sguardo sul Mediterraneo che definirei semplicemente umano, non ideologico, non strategico, non politicamente corretto né strumentale, umano, cioè capace di riferire ogni cosa al valore primario della persona umana e della sua inviolabile dignità”. 

Inoltre, sono usciti “uno sguardo di speranza” e anche è “uno sguardo di fraternità”.

Speranza e fraternità che non devono “volatilizzarsi”, ma “organizzarsi, concretizzarsi in azioni a lungo, medio e breve termine. Perché le persone, in piena dignità, possano scegliere di emigrare o di non emigrare. Il Mediterraneo deve essere un messaggio di speranza”.

Tanti, secondo il Santo Padre, hanno smesso di impegnarsi perché hanno smesso di sperare. Ricorda allora i tanti “giovani poveri di speranza, chiusi nel privato, preoccupati di gestire la loro precarietà”, se questo è il nostro modo di vivere, come possiamo aprirci “all’incontro e alla condivisione”? 

“Le nostre società tante volte ammalate di individualismo, di consumismo e di vuote evasioni hanno bisogno di aprirsi, di ossigenare l’anima e lo spirito, e allora potranno leggere la crisi come opportunità e affrontarla in maniera positiva”, continua Francesco.“L’Europa ha bisogno di ritrovare passione ed entusiasmo, e a Marsiglia posso dire che li ho trovati”.




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