Alla guida di un’esperienza davvero significativa, una donna. Lei è Antonella Di Bartolo, la preside dell’l’Istituto Comprensivo “Sperone – Pertini” che si trova in un quartiere molto particolare di Palermo. Questa dirigente è riuscita a portare la dispersione scolastica nei plessi che dirige dal 27,3% di dieci anni fa, all’1% dell’anno scorso. È andata a prenderli a casa i suoi studenti.
Dieci anni fa gli allievi erano circa 600. Non sufficienti per mantenere una struttura grande come quella: un’aula magna, una palestra, tantissime classi. Così Antonella ha deciso di non rassegnarsi, ha rifondato la scuola e ha instaurato un rapporto con le famiglie a partire dalla scuola dell’infanzia. Il quartiere Sperone è conosciuto per lo spaccio di droga, per le retate. Molti alunni appartengono a queste famiglie coinvolte nei giri della malavita. Tanti genitori pensano che mandare a scuola i figli non sia necessario, meglio che si occupino della casa o dei fratellini più piccoli.
Ecco perché la Di Bartolo ha pensato di lavorare proprio a partire dalle famiglie, recandosi di persona nelle loro case, facendo loro capire l’importanza della scuola e che lo studio offre una possibilità di crescita importante per il bene dei figli. Tanto basta a rassicurarli e a convincerli a collaborare. Anche se, Antonella in un’intervista ci tiene a precisare: “Dietro di me ci sono 2400 genitori, duecento insegnanti, cinquanta impiegati che si occupano di tutto quello che manda avanti la scuola. Siamo tanti e proprio perché siamo tanti siamo forti”.
Un risultato notevole se si pensa che nel 2013 la percentuale della dispersione scolastica era del 27%. Una conquista anche femminile se permettete. Una donna sa più dell’uomo rispondere con metodi propri ai grandi problemi. È la cura del particolare coma la filosofa Simone Weil diceva che appartiene al femminile. A quella capacità di posare uno sguardo unico ed esclusivo su ciascuno. Una condizione essenziale per costruire un bene più grande.
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