TEMPO DEL FIDANZAMENTO

Il tuo fidanzato fa sul serio con te? Non tralasciare i campanelli d’allarme!

coppia

Oggi pubblichiamo una lettera che ci è stata mandata da una donna, nella quale ci racconta la sofferenza che ha visto nella vita di una sua cara amica. Crediamo che da questa vicenda ci sia molto da imparare, soprattutto se si è fidanzati… Nelle vostre relazioni, quanto siete attenete, attenti, ai campanelli d’allarme?

Sono Antonella, ho 31 anni, e qualche giorno fa un’amica coetanea mi confida un grande dolore. Il suo fidanzato l’ha lasciata, dopo due anni di relazione e otto mesi di convivenza.

Prima di andare a convivere, c’erano già dei campanelli d’allarme (ho provato a farglieli vedere, ma lei non ha voluto ascoltare). 

Per cominciare, l’uomo non aveva mai detto di amarla (lei glielo chiedeva, “Mi ami?” ma lui diceva che “era presto” per dirlo). Per iniziare a vivere insieme, però, si sentiva pronto

Tuttavia – e qui doveva scattare l’allarme – non voleva trovare “un nido” per il loro amore, bensì avere semplicemente “più tempo per stare insieme” e per capire se fossero fatti per stare insieme.

Facevano lavori molto diversi (con orari del tutto differenti) e si vedevano “troppo poco”. Convivendo, si sarebbero visti – quindi conosciuti – di più. Queste le motivazioni di lui.

In sostanza, le stava dicendo, nei fatti: “Non voglio vivere con te perché ti amo, per formare una famiglia, ma perché tra il lavoro e i nostri hobby non ci vediamo praticamente mai”. 

Lei, che invece desiderava passare il resto della sua vita con lui (sognava già matrimonio e figli), voleva andare a convivere per un motivo diverso: pensava che, magari, vivendo insieme, lui si sarebbe sciolto e avrebbe iniziato ad amarla sul serio. “Chissà, magari prima o poi parlerà anche di matrimonio?”.

Presupposti diversi, motivazioni diverse, sentimenti diversi. Lei voleva una storia per sempre, lui ancora no. E quando un uomo non ha il coraggio di dirti che ti ama, però ha il coraggio di chiederti di coinvolgere tutta te stessa con lui (fino al punto di condividere lo stesso tetto), qualcosa non va.

Non c’è coerenza. 

Penso che sia necessario fermarsi e chiarire che noi donne non siamo “auto di prova” (vale anche viceversa, ovviamente), ma persone in carne ed ossa, che meritano dedizione e cura. E, soprattutto, meritiamo accoglienza piena, non una relazione con “contratto a tempo determinato”.

Il secondo campanello d’allarme era che lui non favoriva la sua autostima. La ragazza si sentiva in soggezione nei confronti del fidanzato.

Leggi anche: Non cercate casa: puntate a diventare casa l’uno per l’altra. Se la convivenza non è la chiave (puntofamiglia.net)

Alessandra e Francesco di 5pani2pesci (che seguo da anni) parlerebbero, in questo caso, del nucleo di morte del rapporto non paritario: uno sta sopra, l’altro, invece, si sente inferiore, perennemente in difetto. Uno umilia (volontariamente o no) e l’altro accetta l’umiliazione, fino a sentirsi “sbagliato”. 

Lei non si sentiva libera di dirgli quello che pensava e quello che provava (“So già che finiamo per litigare”) e così si teneva tutto dentro. Altro nucleo di morte: quello dell’insincerità per paura di perdersi o di perdere una finta quiete.

Inoltre, lui, a tratti sembrava desiderare proprio una donna con una personalità diversa. L’emotività di lei, ad esempio, era vista come un ostacolo alla relazione. La fragilità della ragazza (che era molto sensibile), agli occhi di lui, non andava accolta, ma eliminata (“Vorrei una donna più forte, più razionale, più pacata, più precisa, più fredda quando c’è una difficoltà” e giù con tutti i “più” che a poco a poco le hanno fatto perdere fiducia in sé stessa, tanto che è finita a parlarne con una psicologa).

Infine, mancava il desiderio fisico da parte di lui. 

In questo magazine, più volte abbiamo parlato dell’importanza della castità nel fidanzamento. Per portare frutto, però, la castità prematrimoniale deve costare. Se non costa, se si vive facilmente nell’astinenza, forse è perché manca una vera intimità di cuori. 

Oggi questa giovane donna si trova sola e, soprattutto, si sente ferita e delusa (“Come potrò più fidarmi di qualcuno? Lui era anche un ragazzo di chiesa, credevo fosse diverso dagli altri!”).

Certamente, essersi abbandonata tra le braccia di questo “bravo ragazzo di Chiesa” che l’ha letteralmente cacciata di casa dopo una crisi durata due settimane, avrà ripercussioni sul suo modo di guardare alla vita e al futuro. 

Ringraziando la persona che ci ha mandato questa lettera, ci chiediamo, senza emettere giudizi, se sarebbe stato lo stesso qualora la ragazza si fosse voluta più bene sin dall’inizio, qualora avesse messo in chiaro subito in che modo voleva essere amata. Care lettrici: ascoltate i campanelli d’allarme. Lo sapete bene, nel profondo di voi, se un uomo vi ama oppure no: il punto è se accettate o meno qualcosa che dell’amore ha solo la parvenza. 

Abbiate il coraggio di non abbassare l’asticella.

Per concludere, sfatiamo alcuni miti sulla convivenza: la convivenza non può far crescere un amore che non c’è, mentre può lacerarvi e farvi perdere fiducia in voi stesse e nelle relazioni, se vissuta con la persona sbagliata, al momento sbagliato.

Discernimento, rapporto paritario, capacità di guardare in faccia la realtà, coraggio di raccontarsi la verità: sono ingredienti necessari per valutare se impegnarsi in un progetto serio con qualcuno. Non buttiamoci a capofitto, per “vedere come va”; non nutriamo false speranze su una relazione senza presupposti, non subiamo gli eventi, ma prendiamo in mano il timone della nostra vita e abbiamo la forza di dire “Sì, sì”, oppure “No, no”.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.