CORRISPONDENZA FAMILIARE

Accogliere tutti. La missione secondo Papa Francesco

7 Agosto 2023

Tra le tante parole che Papa Francesco ha consegnato alla comunità ecclesiale del Portogallo e, in modo particolare ai giovani, vorrei commentare un’espressione che è tornata più volte, come uno slogan. Ai sacerdoti e ai consacrati, che ha incontrato all’inizio della sua visita, ha detto con convinzione: “La Chiesa non sia una dogana, per selezionare chi entra e chi no. Tutti, ciascuno con la sua vita sulle spalle, coi suoi peccati, così com’è, davanti a Dio, così com’è davanti alla vita… Tutti, tutti. Non mettiamo dogane nella Chiesa. Tutti” (2 agosto 2023).

Nella cerimonia di apertura (3 agosto) Papa Francesco ha ribadito: “Non siamo la comunità dei migliori, no, siamo tutti peccatori, ma siamo chiamati, così come siamo”. E subito dopo: “Nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti”. Ha poi aggiunto: nessuno deve dire “sono un disgraziato… sono una disgraziata […] C’è posto per tutti!”. “Il Signore non punta il dito, ma apre le sue braccia. […] non chiude mai la porta, mai, ma ti invita a entrare”.

Nella breve ma intensa visita a Fatima ha ripetuto questo appello con la stessa convinzione: “La cappellina in cui ci troviamo è una bella immagine della Chiesa: accogliente, senza porte. La Chiesa non ha porte, affinché tutti possano entrare. E qui possiamo anche insistere sul fatto che tutti possono entrare, perché questa è la casa della Madre, e una madre ha sempre il cuore aperto per tutti i suoi figli, tutti, tutti, tutti, senza alcuna esclusione” (5 agosto 2023). 

Sono parole preziose e cariche di significato. Il Papa invita i giovani a non restare chiusi in sé stessi, inseguendo i modelli artificiali che offre la società, chiede loro di fidarsi di Gesù, Lui solo ci ama veramente nonostante i limiti e i peccati e Lui solo è capace di cambiare la nostra vita. Ci ama così come siamo ma non ci lascia così come siamo. Quando incontra Levi, che di mestiere faceva il pubblicano, gli dice: “Seguimi”. Gesù non teme di accogliere tra i suoi discepoli un uomo che tutti avevano già condannato come traditore. È l’immagine di una Chiesa che parla a tutti perché sa che nel cuore di ciascuno c’è un desiderio di felicità. L’invito che Gesù rivolge al pubblicano trova piena accoglienza: “Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì”. Lascia tutto, non cambia solo la veste ma il cuore. Dobbiamo ritornare alla semplice preghiera di Papa Luciani, oggi Beato: “Signore, prendimi come sono e rendimi come vuoi. Prendimi con i miei difetti, con le mie mancanze, ma fammi diventare come tu desideri”.

Leggi anche: GMG, Lisbona 2023

Quando il Papa invita ad accogliere tutti, vuole contrastare la deriva moralistica di una Chiesa che innalza i muri del giudizio e chiude le porte della misericordia. Gesù stava con tutti, anche con pubblicani e peccatori. È questa la strategia che suggerisce Papa Francesco: 

“Non vivete accusando: ‘questo è peccato, questo non è peccato’. Vengano tutti, poi parliamo, ma che sentano prima l’invito di Gesù e poi viene il pentimento, dopo viene la vicinanza di Gesù”. 

La morale non converte i cuori, anzi un’unilaterale sottolineatura delle esigenze morali finisce per scoraggiare e allontanare le persone. L’amore invece avvicina ed ha la forza di cambiare la vita. Per questo il Papa dice: “che sentano prima l’invito di Gesù e poi viene il pentimento”. 

Le parole del Papa avranno non poca influenza sul prossimo Sinodo previsto per ottobre. Inutile dire che vi sono posizioni molto diverse. Vi sono quelli che desiderano una Chiesa sempre più inclusiva, che apre a tutti le porte, senza chiedere niente a nessuno. E vi sono quelli che chiedono di precisare i criteri che la Chiesa ha il dovere di offrire a quanti desiderano essere discepoli del Signore. Quelli che vogliono allargare la tenda in modo che tutti possono entrare e quelli che vogliono una casa con regole e principi. Due posizioni diverse e forse inconciliabili. 

Accogliere tutti significa dare a tutti la possibilità di incontrare il Signore. La Chiesa apre le porte a tutti perché a tutti vuole consegnare il Vangelo. È questo il mandato che Papa Francesco ha consegnato ai vescovi, ai sacerdoti e agli operatori pastorali: “che il Vangelo raggiunga tutti”. Accogliere tutti significa anche andare verso tutti, nessun escluso. Al Papa non piace una Chiesa che si chiude nella rassegnazione e diventa il club di pochi, quelli che pensano di essere più bravi degli altri. Al contrario, desidera e propone una Chiesa che accetta la sfida dell’incontro, anche quelli che sono o sembrano apparentemente più lontani. Una Chiesa sempre pronta a gettare le reti. Una Chiesa mai sazia e sempre giovane. Una Chiesa in cui i giovani hanno qualcosa da dire e molto da fare. Una Chiesa audace e missionaria. Se accettiamo questa sfida non stiamo più in pace ma possiamo dare a molti la gioia di una vita bella e santa. 




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.