GMG – Lisbona 2023 - Cronaca di un viaggio pieno di attese e di speranza

GMG 2023, in ginocchio su una barca in mezzo al mare

a cura di Lucia Odierna

Il viaggio dei giovani verso Lisbona. L’eco della catechesi di Mons. Beneduce. Il perdono come viaggio. Il racconto del primo giorno. La nave è salpata da Civitavecchia e a bordo centinaia di giovani, sacerdoti e vescovi, tra essi Mons. Angelo Spinillo, vescovo della diocesi di Aversa e Mons. Stefano Rega, vescovo della diocesi Argentano- Scalea.

Il clima di comunione, gioia e fratellanza dona un’immagine suggestiva di chiesa in uscita. Intanto a Lisbona tutto è pronto, la Tv ha già trasmesso la prima partecipatissima celebrazione. In migliaia nella grande piazza, da pelle d’oca le immagini che attraversano il grande schermo in questi giorni. Un sussulto interiore fa arrossire gli occhi, qualche lacrima affiora, la commozione è grande, la gratitudine nel vedere il domani lì riunito è immensa. Il pensiero è ai nostri sulla barca in mezzo al mare. Quella che fino a ieri era una sala utilizzata come disco oggi è una gigantesca chiesa in cui il pane ed il vino vengono spezzati e donati. L’altare resterà abitato per tutto il viaggio dalla presenza eucaristica. È “perdono” la parola del primo giorno di viaggio. Lo ascoltiamo dal racconto dei giovani.

“Il vescovo Mons. Angelo Spinillo ci ha condotti nel vero significato del perdono attraverso una catechesi illuminante”, – racconta Deborah, ventinovenne, giovanissima e brillante docente di lingua inglese originaria di Striano in provincia di Salerno. “Il perdono è un viaggio a più tappe, un po’ come questa GMG 2023” – ha esordito Spinillo – “Ci si deve mettere in viaggio, dunque, iniziare un cammino in cui prima di tutto bisogna accettare di riconoscere il proprio errore, poi trovare il coraggio di dire a noi stessi chi siamo e solo infine arrivare alla tappa più faticosa, chiedere perdono”. 

In ginocchio su quella barca in mezzo al mare solo Dio sa quanti miracoli sono avvenuti. Il racconto di Deborah è minuzioso: “Quando mi sono avvicinata al sacerdote per chiedere perdono sono stata anticipata da una domanda – per cosa ringrazi Dio oggi? – Mi ha spiazzato, in genere si chiede per cosa vuoi chiedere perdono. Ho sentito nel cuore nascere una profonda gratitudine. Essere qui è un dono immenso. Mi sono emozionata varie volte in questi giorni e non sono ancora arrivata a Lisbona!  Vedere tanti ragazzi con tanto entusiasmo stare insieme per cantare, pregare, ballare, ascoltare lascia senza fiato, è immagine di una Chiesa che non si vede da nessuna parte e che nessuno racconta. I canti che diventano comunione, le parole toccanti dei vescovi, in un clima così i disagi e le scomodità del viaggio si azzerano perché sei circondato da gioia e bellezza”.

Nelle parole di Deborah la pedagogia di Dio. C’è il sentirsi chiamati – in questo caso ad un viaggio immaginato, raccontato da tanti eppure sorprendente ed inaspettato – che è il fondamento del sentirsi amati. Quando ci sentiamo amati impariamo a perdonare ma ancor di più troviamo il coraggio di chiedere perdono. 

Il perdono è una tappa del cammino dell’Amore, l’origine è nella gratitudine. Un cuore grato, tutto copre, tutto crede, tutto sopporta perché un cuore grato diviene culla di quell’Amore che non avrà mai fine e che si riversa in ogni dimensione del quotidiano.

“In nave tutti i sacerdoti sono stati disponibili a confessare per tutta la notte, durante l’adorazione eucaristica. Era un’atmosfera surreale – racconta Paola– In ginocchio alle tre della notte, e per tutta la notte ho visto giovani inginocchiarsi per chiedere perdono e consegnare i propri pesi. Il fiume di perdono non si è arrestato nemmeno quando sbarcati a Barcellona, siamo partiti in pullman alla volta del Portogallo. Sistemati al meglio possibile in un luogo appartato della nostra corriera i sacerdoti hanno continuato ad impartire il Sacramento da cui la vita nuova ricomincia”.

Gesù è rimasto su quella barca in mezzo al mare per tutta la notte, ha atteso, accolto, vigilato, custodito e con Lui tanti giovani hanno vegliato. La rete è gettata. Quei giovani i nuovi pescatori, apostoli di una storia nuova tutta da scrivere…

To be continued




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