Maternità Giada, influencer della castità, diventa mamma. Ecco la lettera che ci ha mandato… Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 26 Luglio 2023 Nessun commento su Giada, influencer della castità, diventa mamma. Ecco la lettera che ci ha mandato… di PUNTO FAMIGLIA Oggi vorremmo condividere con voi la lettera che ci ha mandato una donna di nome Giada. Di lei abbiamo già parlato. È “influencer della castità” (ha una pagina Instagram molto seguita che si chiama “Ne senti la voce”). Da poco è diventata mamma e non volevamo tenere solo per noi le sue riflessioni sulla maternità, perché meritano di raggiungere più cuori possibili. Maternità. Continuo a scrivere e cancellare, scrivere e cancellare. Chissà perché poi mi sono incaponita nel volerne parlare, di questo concentrato di Amore che esplode prima nel corpo e poi nella vita. Nulla mi sembra esaustivo, eppure… In realtà so benissimo perché ne voglio parlare (e lo farei, seriamente, per settimane). Sono mamma da quattro mesi, anche se la maternità per me è iniziata da quel test positivo. Sorrido pensando alla me stessa di prima, che pensava fosse bello diventare madre, ma son quelle cose-talmente-belle-che-a-te-non-capiteranno-mai. Un po’ come sposarsi, bellissimo, ma morirai zitella (ero un po’ fatalista…). E invece eccoci qua, arrivati a quell’appuntamento cui eravamo chiamati da sempre. Non è cambiato qualcosa, è cambiato tutto. Una nascita chiede spazio: nel fisico, innanzitutto. Gli organi si dilatano, si spintonano, si stringono perché qualcuno possa crescere per nove mesi. La donna fronteggia un corpo improvvisamente cambiato: cambiano la pelle, i capelli, le emozioni, la mobilità, il peso, tutto. Non è una passeggiata di salute, ma qua sta avvenendo qualcosa di grosso: un Amore ha sovrabbondato, generando vita (“My body my choice” mi trova d’accordo, l’unica pecca è che i corpi sono due e l’altro non è tuo!). Ricordo ancora quando, durante una Messa, udii il sacerdote dire “In alto i nostri cuori…” e istintivamente pensai “Io ne ho due!”. Pensa un po’, mamma: sei la cassa di risonanza del primo battito di tuo figlio! Anche il cuoricino di Gesù avrà iniziato a battere dentro Maria e questa cosa mi commuove sempre molto. Una vita chiede spazio anche… nella vita. L’accoglienza che il corpo della donna sta facendo continuerà fuori da lei, fra le braccia di mamma e babbo, di una famiglia intera e della Chiesa, la fraternità umana. Leggendo le ultime sull’utero in affitto mi si contorcono le viscere, non so se più dal dolore o dalla rabbia: privati di nascere da un atto d’amore, pagate le gestanti, comprati come articoli prenotati nove mesi prima. E posso solo pregare che un figlio non diventi una conquista per nessuno ma resti il Dono che è. Una vita chiede spazio anche nella relazione: non più due ma tre, quattro, cinque o quanti ne verranno. “Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza / beato l’uomo che ne ha piena la faretra” recita il Salmo. E la coppia cambia, si arricchisce, si trasforma – ed è chiamata a farlo, deve. Si parla tanto di apertura alla vita ma quanti, già nel fidanzamento, dialogano sulla genitorialità, fisica e non? Quanti corsi fanno riflettere seriamente su cosa significhi? Quanti propongono i metodi naturali? Non possiamo arrivare impreparati, perlomeno non del tutto. Nel fidanzamento noi abbiamo parlato varie volte di maternità e paternità, di cosa immaginavamo o desideravamo per il nostro futuro: siamo arrivati al Matrimonio sapendo di essere allineati su questo ed è stata una grande Grazia perché ci ha consentito (e ci consente) di vivere tutto in modo molto sereno. È nostra responsabilità arrivare all’appuntamento delle Nozze (a Dio piacendo!) pronti alla scalata, con una buona attrezzatura, avendo dialogato in profondità dei nostri desideri, sogni, paure, speranze, avendo sviscerato i nodi e le brutture che ci portiamo appresso. Una nascita fa Verità: questo ritornello della Verità ormai avrà annoiato tutti, tanto lo ripeto, ma ogni passo mi conferma che è così, che c’è una Verità per la mia e la tua vita. Che Dio sa cosa è meglio per noi e a quello dobbiamo puntare! Leggi anche: Si può essere influencer della castità? L’avventura di Giada su Instagram (puntofamiglia.net) Non parlo di una Verità “a caso”, generica, giusta, mediocre, ma della Verità di Cristo. Una Verità che si incarna e porta il Suo timbro, tanto che non è fraintendibile (e chi conosce Chiara Corbella Petrillo sentirà risuonare le sue parole). Quando saremo nella pienezza della Verità potremo finalmente contemplarne la grandezza! Al momento possiamo limitarci a cercarla, a tentoni, tenacemente, a volte con tanta difficoltà e altrettanti dubbi… Mia cognata (sì, Sara, proprio te) saggiamente mi ha fatto notare come la maternità sia una vera scuola della resa. Prima ti arrendi (e impari ad arrenderti) e meglio è. Fin dalla gravidanza, dove ti devi arrendere ad essere in completa rivoluzione, nel parto stesso, dove occorre che lasci fare al corpo ciò che sa fare, nella vostra nuova vita, nell’imparare a fare tutto con una mano sola, ad avere ritmi ed esigenze nuovi, a scoprire un nuovo tipo di solitudine (perché finché sei in stato interessante il centro della scena è tuo, poi l’interesse va scemando man mano che il pupo cresce…). Una nascita, dicevo, fa Verità anche nelle relazioni, mostra quali reggono e quali annaspano. Ti fa vedere chi pensa che tu possa comunque “far tutto come prima” (“E che sarà mai? Te lo porti dietro il pargolo!”), chi pensa le famiglie come tutte uguali, chi non chiama per non disturbare (ma alla fine non si sente mai), chi, dopo qualche applauso post-parto, sparisce e tanti auguri. Eppure, non si torna indietro e pretendere che non sia cambiato niente è follia pura, così come mantenere un ritmo che non segua le esigenze del nuovo nato. Io ho aperto gli occhi su tante cose ed è cambiato anche il mio rapporto con Dio: vedo più chiaramente per cosa pregare, perché le cose importanti, per grazia, mi stanno davanti tutti i giorni. Ho visto il dolore di chi ha perso un figlio durante la gravidanza. Di chi vorrebbe aprirsi alla vita ma il marito non è pronto. Di chi si è trovato inaspettatamente a fronteggiare l’infertilità. Di chi ci guarda con occhi sognanti per le scelte fatte senza comprendere che scelte comode non esistono. Ho visto che non è scontato trovare amici con cui condividere fatiche e gioie senza che subentrino invidie, competizione, elucubrazioni mentali (ma che fatica, io voglio solo fare due chiacchiere!). Una nascita passa al setaccio la vita in modo piuttosto brutale e ringrazio ogni giorno per quel briciolo di lucidità che mi permette di vedere quanto siamo piccoli di fronte a tanta Grazia! Infine, Maria. Colei che sento più vicina da quando sono diventata mamma. Forse comprendo un po’ meglio quanto Amore ha per noi, quanto male fanno le spade con cui a volte è dipinta. Davanti a un figlio che piange (ah, i vaccini!) si lacera l’anima… Figuriamoci quanto ha sofferto Maria nel vedere crocifiggere il suo Gesù! Davanti a un figlio che soffre non negheresti nulla: ecco perché a lei vanno chieste le cose più grandi, me la vedo a che “stressa Gesù” fino allo sfinimento… e la spunta sempre. Ho accozzato qualcosa di sensato sulla maternità? Già vorrei cancellare tutto, ma mi fermo. La girandola di emozioni, intanto, non si ferma, ma qualche pennellata buona spero di averla data, scrivendo. Guardo mia figlia dormire beatamente e ripenso a Gesù e al suo “Se non diventate come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli”. Nelle mani del Padre, ecco come sono i bimbi. Completamente affidati, senza paure. Preghiamo di imparare da loro, oggi e sempre, a metterci sul palmo della mano di Dio. Giada Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag castità, Chiara Corbella, coppie, dialogo, fidanzamento, Influencer, lettera, Madri, maternità, matrimonio, NE SENTI LA VOCE, padri, RELAZIONI ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? 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