18 Luglio 2023

“Le melodie e i silenzi del Cielo verranno infine soverchiati dal gridare”

Mentre nei mesi estivi cercheremo un po’ di riposo da ciò che affatica il corpo, non dimentichiamo di trovare il ristoro vero nel Signore”, parola di papa Francesco che trascorre le sue vacanze dormendo qualche minuto in più, ascoltando buona musica e pregando. “Questo mi riposa” dice. Ma come vivere questo tempo? Spesso durante le ferie, dovute dopo mesi di lavoro, crediamo che il centro sia riposare il corpo ma è una serenità passeggera se non sperimentiamo il refrigerio della comunione profonda con Cristo. La vera gioia sta nell’amicizia con Gesù. Egli chiede ai suoi discepoli di andare in disparte con Lui – «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’» – perché lontani dal chiasso delle folle sperimentino quella intimità che il Figlio vive con il Padre.

Gesù ci chiama in disparte “in un luogo deserto”. Il deserto indica uno spazio appartato, lontano dalla folla e dagli impegni quotidiani. Non si tratta tanto di allontanarsi da qualcuno o da qualcosa ma di avvicinarsi a Dio per ritrovare se stessi, rileggere la vocazione familiare e la missione alla luce di Dio. Ci sono parole che Gesù dice ai discepoli solo quando sono appartati e miracoli che compie solo lontano dalla folla. Nel silenzio egli parla al cuore e istruisce interiormente, risana le ferite più intime. Il silenzio è un correttivo alla vita frenetica e all’ansia di protagonismo. Il silenzio è la “porta del talamo nuziale”, è la premessa per vivere tutto in compagnia di Dio. Chi non sa rimanere in silenzio, dinanzi a Dio, non potrà neppure stare in mezzo agli altri in nome di Dio. Chi non accoglie e medita la Parola, non potrà donare agli altri parole luminose.

Il silenzio e l’ascolto si vivono nella preghiera. Nella vita familiare, la preghiera deve avere più spazio. Non è questione solo di quantità, dobbiamo chiederci qual è il suo peso specifico nella nostra vita. Quando preghiamo ci affacciamo sul Mistero. Prendiamo coscienza che l’esistenza non si misura solo con i sensi della carne. Impariamo a guardare oltre le apparenze. Quante volte per correre dietro le cose, perdiamo il senso vero della realtà, l’appuntamento con la grazia. Ci perdiamo nei dettagli della cronaca e dimentichiamo ciò che è essenziale, ciò di cui non possiamo fare a meno.

Il tempo del riposo estivo non deve essere riempito da altri rumori. Alcuni anni fa, Susanna Tamaro parlava delle mille contraddizioni della nostra epoca e aggiungeva: “Se devo però immaginare un fattore che lega insieme tutte le contraddizioni, è la presenza ossessiva e tirannica del rumore, di una disarmonia sonora che farebbe fuggire i delfini oltre l’orizzonte. Il silenzio è morto e, scomparendo, ha trascinato con sé tutto ciò che costituisce il fondamento dell’essere umano. […] senza silenzio, non posso conoscermi, non posso conoscere l’altro, non posso conoscere il misterioso destino che ci lega. Ma perché siamo avvolti in questo turbine di spazzatura sonora? Chi vuole che siamo frastornati? Un sospetto: qualcuno, qualcosa, ci vuole distratti” (Avvenire, 5 settembre 2015).

Nelle Lettere di Berlicche, originale storia di una tentazione fallita, lo scrittore inglese Clive Staples Lewis (1898-1963) mette in bocca al diavolo tentatore queste parole: “Il Rumore, grandioso dinamismo, espressione udibile di tutto ciò che è esultante, spietato, virile, il Rumore, che solo ci difende da stupidi rimorsi, da scrupoli disperati, da desideri irraggiungibili. Noi vogliamo fare dell’universo un rumore. Le melodie e i silenzi del Cielo verranno infine soverchiati dal gridare”.

Forse è proprio così, il rumore è la più grande invenzione del diavolo, l’arma più letale proprio perché si presenta come l’amico più sincero e spesso necessario e indispensabile per vincere la solitudine. Bisogna imparare a ritrovare spazi di calma, interiori ed esteriori, in cui l’uomo riposa e riprende quel dialogo con Dio, con se stessi e con i membri della sua famiglia.

L’estate deve diventare un tempo utile per dedicarsi maggiormente alla preghiera, al silenzio, al dialogo di coppia e ai figli. In questo modo la famiglia ritrova in Dio il riposo, quella serenità che ritempra le forze e che rinnova le energie. Senza andare alla sorgente che è Gesù diveniamo cisterne screpolate. La preghiera e l’intimità con Dio personalmente, come coppia e come famiglia, sono necessari poiché senza di Lui non possiamo far nulla.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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