La Regione Umbria ha approvato un importantissimo “atto di indirizzo”, intitolato significativamente così: “Sostegno alle donne in gravidanza e alla vita nascente”. A favore ha votato tutto il centro destra (11 voti), contrario il centrosinistra (4 voti, Pd e M5S). La proposta servirà a finanziare, come si legge sul sito del Consiglio regionale umbro, «interventi di promozione e realizzazione di progetti individuali di accompagnamento alla gravidanza». Ma anche iniziative di «promozione del valore sociale della maternità da parte di organizzazioni e associazioni operanti nel settore della tutela materno-infantile». In un momento in cui si parla molto di denatalità questa iniziativa è decisamente una buona notizia.
Per questo le polemiche che leggo sui giornali in seguito a tale iniziativa mi sembrano solo strumentali nonché infondate. Secondo queste istanze disfattiste “il diritto delle donne all’autodeterminazione sul proprio corpo, principio cardine della 194 viene meno”. E qui si rivela il volto ideologico della critica. Il principio cardine della legge 194, che comunque ritengo sbagliata, non è quello dell’autodeterminazione piuttosto quello preventivo per «rimuovere gli ostacoli di natura economica e sociale che impediscono la costituzione e lo sviluppo di nuove famiglie» (Legge 194).
Per Barbara Mischianti, segretaria regionale della Cgil dell’Umbria, l’atto approvato rischia di “criminalizzare” le donne che scelgono di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. In che modo invece la sinistra intende aiutare le donne non è noto se non difendere a spada tratta il principio e la libertà di abortire sempre e comunque. Non si comprende come un’azione concreta a favore della donna possa essere così osteggiata.
Tra le misure messe in atto da questa mozione ci sono molti aiuti alla natalità: il bonus bebè, il bonus per le rette degli asili per bambini da 0 a 6 anni, le borse di studio da 6 a 18 anni, il bonus campi estivi, l’estensione della no tax area alle borse di studio per gli universitari, nonché alcuni interventi a sostegno per le neo-mamme. Poi c’è il garantire anche un sostegno psicologico alle donne, insomma perché osteggiare se non per un puro gusto ideologico? Perché le donne non riconoscono la bontà dell’iniziativa? La terra trema sotto i piedi degli ambigui e di quanti in ogni azione di bene vedono crollare i sogni di gloria. Quali sono? Permettere che una mamma possa disfarsi del figlio. Fino a quando non chiameremo le cose per nome, sarà difficile intendersi.
Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento