3 Luglio 2023
Si può amare una persona per tutta la vita? Esiste il per sempre nel matrimonio?
Qualche tempo fa ho ascoltato l’intervista ad una coppia che è sposata da sessant’anni. Alla domanda del giornalista: “Come siete riusciti a stare insieme tutto questo tempo?”, lui ha subito risposto: “Per tutta la vita ho ammirato qualcosa nella donna che amo. Non tutto ma qualcosa”. Lo sguardo, il particolare. È possibile amare una persona per tutta la vita o è solo una pia illusione? C’è un segreto, un vademecum per far durare un rapporto di coppia? Qual è l’antidoto al naufragio di un matrimonio?
Vorrei fare una premessa. Spesso parlando dell’inizio del matrimonio nel linguaggio comune si dice “lascio la vita da single per cominciare una vita a due, insieme”. Ed invece è esattamente il contrario. Con il matrimonio, si lascia la propria esistenza precedente e si passa dalla vita di due alla vita a uno. Il Vangelo di Matteo ci dice: “L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla moglie e i due diventeranno una sola carne” (19,5). Con il sacramento del matrimonio gli sposi diventano una persona sola, un solo cuore, un solo modo di vivere, una sola fiamma di carità, un solo corpo. Sono chiamati ad una condivisione che non è solo parziale, del tipo alcuni momenti della giornata parliamo o facciamo l’amore, con il matrimonio, la condivisione diventa totale e totalizzante e l’unità diventa l’esperienza e la tensione tra cui si muove tutta la vita.
Se avessimo questa coscienza e consapevolezza, potremmo evitare molte sofferenze. Ma spesso c’è uno sbilanciamento che porta a tanta infelicità. C’è chi assorbe molto nella coppia, fino a prevalere sull’altro, c’è chi pensa che mantenere una distanza e un’autonomia sia un esercizio ineliminabile di salute mentale, c’è chi preferisce arrendersi perché le difficoltà sono insormontabili. Certo è che ciò che sacramentalmente avviene deve essere poi vissuto nel matrimonio. e qui viene il bello. In un una bella preghiera, lo scrittore e poeta francese Charles Peguy scrive: “Mi stupisco sempre, dice Dio, quando sento dire: siamo sposati! Come se vi sposaste un giorno! Lasciatemi ridere. Come se vi sposaste una volta per tutte. Credete sia cosa fatta e di poter vivere della rendita d’amore delle persone sposate!..”. e poi conclude: “L’amore è come un bicchiere di cristallo: difficile da trovare, facile da spezzare. Ho bisogno di consolidarlo. Perciò ho bisogno di Dio per rinforzarlo”. Il matrimonio è dunque un oggi da vivere, un divenire da accogliere.
Diciamolo subito, non è una passeggiata. È una fatica. Ma il fatto che lo sia non significa che sia sbagliato. Il fatto che quell’uomo o quella donna molto spesso non corrisponde alle tue aspettative, alle tue attese non significa che sei condannato o condannata all’infelicità. Per esperienza posso dire, e credo in modo speculare anche mio marito, che proprio quando si decide di amare una persona che delude le proprie aspettative, si sta amando l’altro e non una cosa frutto dei tuoi desideri. Proprio allora si decide nel cuore di amare una persona che ti è stata affidata come parte di te e che è più grande di te. La fatica è evangelica e ci rivela anche che siamo nel posto giusto. Se amiamo solo per ricevere qualcosa in cambio che merito ne avremo? Non fanno così anche i pubblicani dice Gesù. E invece a noi è chiesto di alzare la posta in gioco, di vivere un amore che si fa dono. Come?
In questi giorni ha fatto molto scalpore un’intervista al noto conduttore televisivo Enrico Papi, che ha dichiarato che “l’amore monogamo non esiste”. Marito e moglie, prima o poi, diventano fratello e sorella… e aggiunge: “gli incesti non li voglio”. Così, di fronte alla sua esigenza di esplorare, di provare emozioni nuove, la moglie è stata “molto comprensiva”, cioè gli ha permesso e perdonato qualche scappatella. Ora a parte la tristezza di certe esternazioni da parte di questo personaggio televisivo che purtroppo per il solo fatto di essere famoso fa danni, possiamo chiederci: allora l’amore per sempre esiste o no? Quando avvertiamo la crisi incombere cosa fare?
Fare a gara nel mettere l’altro al primo posto, pregare insieme chiedendo a Dio il dono dell’unità, riservarsi spazi dove, alla luce della Parola, comunicarsi pensieri, sogni e preoccupazioni, condividere la fragilità dell’altro se interviene la paura, aiutare l’altro a riorganizzare gli spazi del lavoro, raccontare ai figli del loro amore. La narrazione aiuta a fare memoria grata. La vita matrimoniale è un pellegrinaggio fatto di tappe. La crisi costituisce una di queste. Sta a noi scegliere come viverla custodendo l’amore nella prova. È il tempo della responsabilità sì ma soprattutto verso la vocazione ricevuta.
Qual è dunque il segreto di un amore che dura nel tempo? Amare e donare con gioia. “Si è più beati nel dare che nel ricevere” dove beati sta per felici. Il mondo al contrario ci dice che per essere felici devi prendere, Gesù ci indica la via opposta: dona e fallo con gioia, senza paura, Gesù ci libera dalla paura, dà un senso anche alle pagine più dolorose. Solo Lui può farlo e ha il potere di farlo. È Lui che rende gli sposi un cuor solo e un’anima sola. Che accende l’armonia tra la diversità delle voci. Mettiamoci al servizio della comunione coniugale, preghiamo insieme, la preghiera guarisce, sana e ferite, lodiamo Dio con il corpo, con il dono del nostro tempo, della nostra intelligenza e capacità di amare. Don Tonino Bello diceva: “Che la morte ci trovi vivi”, cioè che ci sorprenda anche nell’ora più buia intenti ad amare. Che sia questa la nostra speranza.
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