Una volta una ragazza mi confidò che si era innamorata del suo fidanzato, oggi marito, per come scriveva i messaggi su WhatsApp. Di fronte alla mia espressione, evidentemente sorpresa, mi spiegò che quel giovane era riuscita a conquistarla grazie ad una punteggiatura impeccabile, i verbi sempre nella forma giusta e l’assenza di faccine alternative alle parole. Insomma, dai dettagli.
Sono i dettagli spesso che fanno la differenza in una relazione con gli altri e anche in quella con Dio. Per esempio spesso quando leggiamo la Parola di Dio, in modo frettoloso e approssimativo cerchiamo quelle risposte grossolane o solo moraliste per la nostra vita e invece nei dettagli di quel brano sono racchiusi così tanti significati che spesso sono decisivi. Ma la cura e l’attenzione verso i particolari richiede tempo, pazienza, allenamento, occhi nuovi. Non è per quanti vivono alla superficie delle cose o sono in balia della regola: mordi e fuggi. O peggio ancora pensano di avere sempre tutte le risposte illudendosi di conoscere i meccanismi anche della vita spirituale.
L’inferno è lastricato di certezze e di buoni propositi che spesso nascondono superficialità o presunzione. La cura dei dettagli invece ci mette al riparo, ci costringe a scendere in profondità, a dare valore alle relazioni, ad aggiungere qualità. So che quando faccio la spesa, a mio marito piace quel tipo di marmellata, quel formato di pasta; so che se invito quella persona a pranzo, a lei piace una pietanza invece dell’altra, so che quando parlo con una persona timida devo alzarmi e mettermi dall’altra parte della scrivania, accanto non di fronte, perché possa aprirsi.
A me sembra che stiamo perdendo questa cura. La standardizzazione tecnologica e la produzione di massa hanno portato alla scomparsa delle differenze di dettaglio in nome di una globalizzante uniformità sempre più generalizzata. E questo si è riversato anche nell’antropologia, privando le relazioni di quelle differenze così necessarie a favore di un pensiero unico, dominante e preformante.
Torniamo allo sguardo particolare. Il dettaglio è diverso dal frammento. Nel dettaglio c’è pienezza, progetto, capacità di spingerti oltre, nel frammento c’è mancanza, assenza di qualcosa che completi, è riflesso di qualcosa di più grande. Mi piace pensare che la nostra vita è piena di dettagli e di frammenti. Di relazioni significative e di gesti o parole che rimandano a Colui che è più grande. L’ordito tra dettagli e frammenti costituisce la tela della nostra vita. Alla fine ognuno di noi si presenterà davanti a Dio con la sua piccola opera d’arte.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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