UDIENZA DEL PAPA

Papa Francesco invita a credere nei giovani e parla di una santa che ha fondato scuole

Papa Francesco, all’udienza di mercoledì 28 giugno: “Oggi andiamo lontano, in Oceania, un continente fatto di moltissime isole, grandi e piccole”. Poi ha raccontato la storia di Santa Mary MacKillop, che ha creduto nell’educazione dei giovani e ha diffuso il Vangelo attraverso la fondazione di scuole.

Durante l’udienza generale, nella mattina del mercoledì 28 giugno, papa Francesco ha ripreso il suo ciclo di catechesi sul tema dello zelo apostolico.

Dopo aver ironizzato sul caldo (“Oggi dobbiamo avere un po’ di pazienza, con questo caldo!”), ha iniziato a raccontare la storia di un’altra figura luminosa. 

“Oggi andiamo lontano, in Oceania, un continente fatto di moltissime isole, grandi e piccole. La fede in Cristo, che tanti emigrati europei hanno portato in quelle terre, si è presto radicata e ha prodotto frutti abbondanti”, ha spiegato il Santo Padre. 

Tra questi, c’è “una religiosa straordinaria, Santa Mary MacKillop (1842-1909), fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, che ha dedicato la sua vita alla formazione intellettuale e religiosa dei poveri nell’Australia rurale”.

Francesco ha esposto brevemente la biografia di questa santa, nata nei pressi di Melbourne da genitori emigrati in Australia dalla Scozia. “Da ragazza – racconta il pontefice ai fedeli giunti in Piazza San Pietro – si sentì chiamata da Dio a servirlo e testimoniarlo non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasformata dalla presenza di Dio”. Come Maria Maddalena, una delle prime discepole di Cristo, “Mary era convinta di essere lei pure inviata a diffondere la Buona Notizia e ad attrarre altri all’incontro con il Dio vivente”.

Allora capì che “per lei il modo migliore di farlo era attraverso l’educazione dei giovani, nella consapevolezza che l’educazione cattolica è una forma di evangelizzazione. È una grande forma di evangelizzazione”. 

Il papa non ha dubbi: “ciascun santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo” (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 19) e “Mary MacKillop lo è stata soprattutto attraverso la fondazione di scuole”.

Una caratteristica essenziale di questa donna era che “aveva molta cura dei poveri e degli emarginati”. “E questo è molto importante: – sottolinea il papa – nella strada della santità, che è la strada cristiana, i poveri e gli emarginati sono protagonisti e una persona non può andare avanti nella santità se non si dedica anche a loro, in un modo o nell’altro”. 

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Il 19 marzo 1866, festa di San Giuseppe, la santa aprì la prima scuola in un piccolo sobborgo in Sud Australia, però non fu l’unica. “Ne seguirono tante altre, che lei e le sue consorelle fondarono nelle comunità rurali in Australia e in Nuova Zelanda. Si moltiplicarono, perché lo zelo apostolico fa così: moltiplica le opere”.

Mary MacKillop credeva nell’educazione come mezzo per lo sviluppo integrale della persona, sia come individuo sia come membro della comunità. L’insegnante è chiamato ad avere sapienza, pazienza e carità. 

“L’educazione in effetti non consiste nel riempire la testa di idee: – puntualizza Francesco – no, non è solo questo. In cosa consiste l’educazione? Nell’accompagnare e incoraggiare gli studenti nel cammino di crescita umana e spirituale, mostrando loro quanto l’amicizia con Gesù Risorto dilati il cuore e renda la vita più umana”. 

“Mary aveva molta fede nella Provvidenza di Dio: – racconta ancora il papa – era sempre fiduciosa che in qualsiasi situazione Dio provvede”. 

Avere fiducia nella Provvidenza non risparmia le ansie e le difficoltà, “e Maria ne aveva buone ragioni: doveva pagare i conti, trattare con i vescovi e i preti locali, gestire le scuole e curare la formazione professionale e spirituale delle sue Suore; e, più tardi, i problemi di salute. Tuttavia, in tutto questo, rimaneva tranquilla, portando con pazienza la croce che è parte integrante della missione”.

Alla Provvidenza dedicò una delle sue opere di apostolato: la “Casa della Provvidenza”, per accogliere anziani e fanciulli abbandonati.

Secondo Francesco, questa santa ha offerto “la sua risposta creativa ai bisogni della Chiesa del suo tempo”. I santi, però, non devono solo essere ammirati, ma anche imitati. Dunque, questo l’augurio del papa: “il suo impegno per la formazione integrale dei giovani ispirino oggi tutti noi, chiamati ad essere lievito di Vangelo nelle nostre società in rapida trasformazione. Il suo esempio e la sua intercessione sostengano il lavoro quotidiano dei genitori, degli insegnanti, dei catechisti e di tutti gli educatori, per il bene dei giovani e per un futuro più umano e pieno di speranza”.




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