Papa Francesco e la lettera apostolica su Pascal: il filosofo invitava a “scommettere su Dio”
Papa Francesco ha dedicato la sua ultima lettera apostolica al filosofo Blaise Pascal. Matematico, teologo, pensatore, è famoso per aver teorizzato la scelta di “scommettere su Dio”. Se Dio non c’è, cosa ci avrai perso? Se invece c’è, avrai guadagnato l’infinito, che supera la tua miseria e ti salva. Il papa ha sottolineato tratti meno conosciuti del filosofo: ovvero la carità verso i poveri.
«Sublimitas et miseria hominis»: questo il titolo dell’ultima lettera apostolica di papa Francesco, datata 19 giugno 2023 e scritta in occasione del quarto centenario della nascita del filosofo francese Blaise Pascal.
«Quattro secoli dopo la sua nascita, Pascal rimane per noi il compagno di strada – spiega il Papa nel testo –accompagna la nostra ricerca della vera felicità e, secondo il dono della fede, il nostro riconoscimento umile e gioioso del Signore morto e risorto». Ed «è commovente constatare – continua – che, negli ultimi giorni della sua vita, un pensatore così geniale come Blaise Pascal non vedesse altra urgenza al di sopra di quella di mettere le sue energie nelle opere di misericordia: “L’unico oggetto della Scrittura è la carità”».
Grandezza e miseria: l’uomo vive immerso in questo paradosso, che sta al centro della riflessione del filosofo, nato il 19 giugno 1623, a Clermont, nella Francia centrale. Per il papa, si tratta di “un uomo che fin da bambino e per tutta la vita ha cercato la verità”.
José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, durante la conferenza stampa di presentazione della Lettera in Sala stampa vaticana, ha affermato che Pascal è certamente “un faro” della “costellazione spirituale di papa Francesco”. Il papa, spiega il cardinale, avrebbe scelto di omaggiare questa personalità perché considera Pascal un “gigante che ci aiuta a capire oggi il vuoto e il nulla, ma allo stesso tempo la grandezza e la vocazione all’infinto della persona umana e ci aiuta a pensare la grande opportunità della fede per trovare cammini di speranza nel cuore dell’uomo”.
Il pontefice sarebbe da sempre innamorato dei Pensieri, opera più nota del filosofo francese: “ne conosce e ne cita vari a memoria”, ha spiegato il prefetto della Cultura. Ecco spiegate le ragioni di una Lettera Apostolica dal titolo “Sublimitas et miseria hominis”.
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Il papa, durante il suo pontificato, ci ha abituato alla concretezza, a restare nella realtà, ad agire più che pontificare, a far diventare vita il Vangelo che abbiamo ricevuto. E Francesco, di Pascal, ammira anche questo. Niente per il filosofo, infatti, era più pericoloso di un pensiero disincarnato: “Chi vuole fare l’angelo, finisce bestia”, affermava con acutezza. “Pascal – ha affermato de Mendonça – in questo senso fu un vero realista che seppe confrontarsi con la miseria e la grandezza dell’umano. Le risposte a questa miseria reale e questa sete di grandezza dell’uomo doveva trovarsi in una rivelazione individuale di un Dio personale” che lo portò ad affermare che “la fede è diversa dalla prova. L’una è umana, l’altra è un dono di Dio”. La fede, dunque, non è frutto di uno sforzo, ma un dono di Dio.
“Nel testo della Lettera Pontificia sono stati sottolineati da Papa Francesco alcuni aspetti, – ha spiegato il cardinale – forse meno conosciuti, del grande filosofo. In primis la sua squisita carità verso i poveri e gli ammalati. La vita di Pascal fu costellata da pratici gesti di carità e d’amore verso i più deboli e verso gli infermi e i sofferenti”.
Breve biografia di Pascal
Fu filosofo, teologo, matematico, scienziato. Nacque il 19 giugno 1623 a Clermont Ferrand e morì a Parigi a 39 anni. A soli 18 anni progettò e costruì un calcolatore meccanico, detto Pascalina, capace di eseguire addizioni e sottrazioni, ragione per cui è considerato tra i precursori del calcolo computazionale. Noto è il “Teorema di Pascal”: uno dei teoremi-base della teoria delle coniche. Intorno al 1646 fu attratto dalla spiritualità giansenista, ma la sua vera conversione avvenne durante un’esperienza mistica nella notte del 23 novembre. Lo stesso Pascal cercò di descrivere l’istante in cui ritrovò il senso di Dio nel Mémorial. Si ritirò nel convento di Port-Royal, per conoscere di più la teologia e la filosofia di Agostino. È famoso per aver teorizzato la scelta di “scommettere su Dio”. Se Dio non c’è, cosa ci avrai perso? Ma se c’è, avrai guadagnato l’infinito, che supera la tua miseria e ti salva.
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