FATTI DI CRONACA E PAROLA DI DIO

Giovanni Paolo II: “In una mano il giornale, nell’altra la Parola di Dio”. La morte di Manuel e la strage in mare

pregare

San Giovanni Paolo II sosteneva che c’è un solo modo per poter leggere le notizie drammatiche che la cronaca ci propone quotidianamente: tenere il giornale in una mano e nell’altra la parola di Dio. Con questo spirito noi giornalisti cristiani siamo chiamati a scrivere e con questo spirito voi lettori che avete fede in Gesù siete chiamati a leggere…Altrimenti soccombiamo alla tristezza, alla rassegnazione, al senso di insicurezza e di sfiducia.

Di Cecilia Galatolo

Ieri due notizie hanno lacerato il mio cuore di madre: la prima è la morte di Manuel, un bambino di soli cinque anni, travolto, mentre era in auto con la mamma e la sorellina, da una Lamborghini. La macchina di lusso era stata noleggiata – per fare gli spavaldi – da cinque ragazzi che correvano all’impazzata. Erano degli youtubers (che si facevano chiamare The Borderline) e stavano “giocando”: dovevano, infatti, girare un video e postarlo sui social. A quanto pare, avevano aderito ad una challenge che prevedeva di restare in auto per cinquanta ore. Si filmavano per le strade con il mezzo di lusso, per postare i video su un canale seguito da 600 mila iscritti e con oltre 152 milioni di visualizzazioni dal 2020. Alla guida c’era un ventenne risultato poi positivo al test della cannabis. 

Il comportamento spregiudicato ha messo in pericolo loro stessi, ha ferito gravemente due persone (la mamma di Manuel e la sorellina di Manuel) e spezzato una giovane vita.

Come si fa a non gridare: “Perché, Signore? Perché dei giovani adulti possono essere così irresponsabili, in un’età in cui si è chiamati a mettere le proprie migliori energie al servizio della comunità?”

Pare, addirittura, che dopo l’incidente non si siano mostrati particolarmente interessati ai danni provocati. Alcuni dicono che “continuavano a parlare, a filmare”.

Ho pensato: “Per gente così, non c’è speranza, sono irrecuperabili”. Subito dopo, però, mi è venuta in mente una pagina di Vangelo dei nostri giorni: la storia della testimone di fede Marianna Boccolini, morta nel 2010 in un incidente stradale. La madre, Maria Letizia (che ho avuto il dono di conoscere) durante le testimonianze racconta una storia straordinaria di perdono, di riconciliazione, con il conducente responsabile di averle portato via la sua ragazza e mostra quali immense grazie sono scaturite da quel dramma indicibile. Maria Letizia – per grazia di Dio, non certo per un istinto umano – si è presa cura di questo giovane, come un figlio. E sono avvenuti dei veri miracoli. Non è buonismo, è il Vangelo: ogni croce contiene in sé, in germe, anche la luce della resurrezione. Con Gesù, davvero dalla morte può sgorgare la vita. Solo lui sa come. L’assassino di don Pino Puglisi si è convertito, ripensando al sorriso che il santo sacerdote gli ha donato prima che premesse il grilletto. 

In Dio, tutto è possibile.

E allora, mentre prego incessantemente per questa famiglia distrutta (nella giovane mamma, io, mi sono subito identificata, avendo due figli piccoli, e il mio cuore piange con il suo), vorrei aprire uno spiraglio di luce, suggerendo due libri scritti proprio dalla mamma di Marianna Boccolini:

  • “L’amore è più forte della morte. Memorie di una madre sotto la Croce”, (Maria Letizia Tomassoni, Editrice Porziuncola).
  • “La ferita del lutto. Uno squarcio di luce” (Massimo Reschiglian – Maria Letizia Tomassoni. Tau editrice)

Leggi anche: Un padre davanti alla salma del figlio di cinque anni. Adulti: fatti non parole (puntofamiglia.net)

L’altra notizia che mi ha commosso e turbato profondamente riguarda il bruttissimo naufragio avvenuto nelle acque greche. Nella stiva di quella nave, affondata miseramente, c’erano cento bambini. Una vera strage di piccoli uomini e piccole donne che, per colpa di tanti adulti, non cresceranno mai.

Stamattina mio figlio, che ha sei anni, ha sentito me e mio marito parlare di questa notizia. I bambini ascoltano tutto, anche se non sembra, e io ho preferito dirgli la verità, nei termini in cui poteva accoglierla.

“Perché la barca è affondata?”, mi ha domandato.

“Perché era troppo piena e il mare è un posto pericoloso, se non si naviga in sicurezza. Non dovevano imbarcarsi in quel modo, ma c’è qualcuno che guadagna soldi per mettere tutte quelle persone dentro ai barconi. E poi, tante volte, quando si vedono dalle coste queste navi in pericolo, qualcuno che potrebbe aiutare le persone che ci sono dentro, ma non lo fa…”

“E perché?”

“Perché ci sono dei signori che dicono che non possiamo far entrare altre persone nei nostri paesi, siamo troppi e quindi preferiscono lasciarli lì e aspettare che ci pensi qualcun altro, ad aiutarli…”

“E queste persone morte sono andate in Cielo?”

“Sì…”

“Perché sei arrabbiata? Tu dici che è bello andare in Cielo…”

“È bello se qualcuno va in Cielo dopo che si è fatto il possibile per salvarlo. Ogni persona è un dono e dobbiamo fare di tutto perché resti ancora con noi. Se facciamo il possibile, tutto il possibile, allora lasciamo che Gesù chiami quella persona, ma non possiamo essere noi a mandare qualcuno da Gesù solo perché siamo egoisti o non ci importa”.

Lui annuisce.

“Gesù dice che non bisogna né uccidere né lasciar morire… Ricordati quello che ti sto dicendo, perché un giorno, magari, toccherà a te decidere…”

“Io come sarò da grande? Che dovrò fare?”, mi chiede serio. 

“Non lo so, magari sarai un medico, magari un politico, oppure sceglierai un altro lavoro, ma qualunque cosa farai, scegli sempre la vita e non sbaglierai. Ricordati quello che ti sta dicendo mamma: scegli sempre, sempre, sempre la vita”.

A volte ci lasciamo abbattere, crediamo che sia tutto inutile. E invece, guardando gli occhi attenti di mio figlio mi sono detta che dobbiamo continuare a seminare. Seminare nei piccoli, gli adulti di domani. E non perdere la speranza: il Regno di Dio è già in mezzo a noi. Iniziamo a farlo crescere davvero nelle nostre famiglie!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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