Il desiderio non è qualcosa da abolire, anzi. I desideri ci spingono, ci aiutano a tendere verso una pienezza, una ricerca di felicità. Quando mancano, la vita si appiattisce, tutto si ingrigisce e assume i contorni di un’abitudine stanca e senza slanci.
Ma non basta avere dei sogni, bisogna orientarli verso il Bene, verso quella Bellezza che dona luce alla nostra vita. Bisogna ricercare quella stella che ci conduce ad una pienezza, ad un compimento che soddisfi il nostro cuore e la nostra anima. I desideri delle cose materiali possono darci l’illusione di possedere qualcosa di grande valore economico ma non nutrono né soddisfano ciò che cerchiamo nel profondo.
Per quello abbiamo bisogno di vita interiore e cioè di tempo per il silenzio, la cura, la preghiera, l’ascolto dell’Altro e dell’altro. Tempo per amare, da strappare alle ore passate sui social, per raccogliere la richiesta e la condivisione di un fratello, per scegliere di fare della nostra vita un capolavoro come consigliava san Giovanni Paolo II ai giovani. Tempo per prepararsi a quella Vita che ci aspetta tutti.
E come si fa? Beh vorrei saperlo anche io. Intuisco però che è necessario mettere la paura alle strette e decidersi per Dio. Sorella paura non è sempre qualcosa di negativo. A me piace immaginarla come una sentinella che ti avverte del pericolo ma che poi la si rimanda al suo posto di sorveglianza perché se invece la rivestiamo del manto regale, lei finisce per diventare la regina della nostra vita e ci impedisce di vivere o ci proietta in desideri passeggeri.
Il mio confessore ha più di 80 anni e il dono di essere sempre lì nel confessionale ogni volta che vado e senza appuntamento. Dopo la confessione parliamo sempre delle nostre mistiche preferite citando diari e scritti. Ci consigliamo libri da leggere in modo da parlarne la prossima volta che ci vediamo. Lui cita il Vangelo come se stessimo camminando in quel momento anche noi vicino a Gesù. Insomma sono conversazioni che ci rapiscono e fanno scorrere il tempo.
Per grazia di Dio non c’è fila fuori e dunque possiamo attardarci fino a che gli dico tastando il polso come se avessi un orologio che non ho: “Padre, dovrei andare a Messa!”. E lui risponde puntualmente: “Di già?”. Di solito sono passate un paio d’ore ma la verità è che prima della Messa devo scrivermi alcune cose che mi ha detto per non dimenticarle. Desideri grandi e impensabili. Abbiamo bisogno di questo. Persone che ci ricordano che siamo fatti per l’infinito.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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