9 Giugno 2023
La prima forma di educazione dei figli è l’amore tra i genitori
L’agenzia di Stampa Le Parisien ha riportato nei giorni scorsi una notizia agghiacciante: nell’asilo Ferdinand-Buisson di Morsang-sur-Orge in Francia: un bambino di 4 anni ha subito violenza sessuale da parte di due compagni di 5 e 6 anni. Rabbia e indignazione tra i genitori chiaramente. Io ho provato un grande sconforto, mi sono chiesta più volte perché il male allunga le sue fauci sui bambini, creature innocenti e delicate. Ma non basta solo indignarsi increduli, bisogna che questi drammi ci interroghino e ci facciano capire il perché. Quale responsabilità abbiamo noi adulti? La vera domanda è: gli occhi di questi bambini di cinque anni cosa hanno già visto per giungere a commettere questi atti? Cosa vedono in famiglia? O cosa vedono in internet, nelle serie tv, nei cartoni animati? Possibile che abbiamo così addormentato la nostra capacità educativa?
È bene allora ribadire che la prima forma di educazione dei figli non sono le parole ma l’amore e in particolare l’amore tra i genitori. Quando un bambino vede e sperimenta che lui è il frutto dell’amore coniugale dei suoi genitori: un amore che non si limita al sentimento, ma che può durare nel tempo, perché mette intenzionalmente al centro il bene, il rispetto, il sacrificio, la pazienza, allora quel bambino crescerà più sereno.
Il migliore investimento che i genitori possono fare per i figli è consegnare loro, nel bagaglio della vita, la capacità e la cura dell’amore coniugale. Darsi tempo come coppia non è una distrazione dalla cura dei figli, al contrario, contribuisce alla costruzione di solide fondamenta nella vita familiare e nelle relazioni che quel figlio costruisce con gli altri.
Al contrario, la disgregazione della famiglia postmoderna va di pari passo con l’aumento delle dipendenze legate alle tendenze di evasione promosse dalla nostra cultura digitale, soprattutto tra i bambini e i giovani che fanno difficoltà ad affrontare la realtà – soprattutto quella delle relazioni – e le sue sfide.
Sappiamo che i bambini amano i supereroi. Oggi purtroppo nella narrazione mediatica – cartoni animati, video, serie tv, film – questi eroi portatori di valori e di virtù sono completamente scomparsi per fare spazio a personaggi transgender, famiglie disgregate, sopraffazione sui più deboli. Dobbiamo allora essere noi adulti i loro supereroi, che non significa persone perfette o forti nel corpo ma modelli di sacrificio, amore gratuito, stima dell’altro, sempre pronti ad essere a favore del bene e a combattere le ingiustizie. Se non ci riappropriamo di questo ruolo, rischiamo di abituarci anche all’orrore di certe notizie. E questa è davvero una tragedia incalcolabile per i danni che porterà.
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