Ci sono donne che hanno saputo legare con la loro vita, le loro parole, gli scritti, la terra al Cielo, che hanno avuto un’intelligenza particolare per le cose spirituali, che hanno seguito percorsi inediti non privi di difficoltà e ostacoli. Alcune di queste donne, che recano il titolo di dottori della Chiesa, sono per noi un dono immenso da approfondire e da imitare. Una delle più luminose è certamente santa Teresa d’Avila.
Su richiesta di Mons. Gil Tamayo, vescovo di Avila, Papa Francesco ha concesso alla diocesi di Avila un anno giubilare in occasione del quarto centenario della canonizzazione di Santa Teresa di Gesù. Tale Giubileo è iniziato il 12 marzo 2022 e si concluderà il 15 ottobre 2023 (un anno e mezzo), poiché viene a cumularsi con l’Anno Giubilare Teresiano che periodicamente il Sommo Pontefice concede alla Diocesi di Avila ogni volta che la festa di Santa Teresa coincide con una domenica, come avverrà nell’ottobre 2023.
I nostri occhi sono dunque rapiti dalla figura di questa donna che nella sua epoca (1515-1582) fu definita una suora irrequieta, vagabonda, contumace e disobbediente. La verità – e i suoi scritti lo testimoniano – è che era una santa, una mistica, una riformatrice e una donna meravigliosa. La prima che scrive una regola spirituale ad altre donne non attraverso la formula di una manuale ma raccontando di lei e della sua esperienza interiore con Dio lasciando una chiave di interpretazione molto bella a quanti l’hanno letta nei secoli, proprio per entrare in comunicazione con il Padre. Teresa mentre scrive, prega e senza i pregiudizi propri del tempo sulle donne colte, nonostante sente tutta la sua inadeguatezza, comunica meravigliosamente il mistero che vive.
Da giovane, cercava l’amore autentico ma non l’aveva trovato sulla terra, nonostante fosse bella, corteggiata, attratta dai bei ragazzi, innamorata degli abiti di seta e dei balli di corte. Lo trovò invece nell’abbraccio di quel Cristo che amò con cuore di donna ben condensato nell’opuscolo Pensieri sull’Amore di Dio, un commento ascetico-mistico ad alcuni versetti del Cantico che ricorrono frequentemente nella liturgia, che ho trovato profondo e anche divertente in alcune considerazioni. All’epoca l’opuscolo fu dato alle fiamme dalla santa per ordine del padre Yanguas che non poteva approvare che le donne «scrivessero sulla Sacra Scrittura». Per grazia esso è giunto sino a noi per la cura delle sue figlie spirituali che ne avevano nascosto e moltiplicato le copie.
In questo piccolo libretto io ho trovato un aspetto secondo me qualificante di ogni donna: la capacità di generare, di mettere al mondo. Teresa di Gesù mette al mondo, genera un linguaggio e un pensiero propriamente femminili che non sono opposti al maschile ma complementare anche nella fede e nella capacità di intendere e mostrare il mistero di Dio. Di questo sguardo noi dobbiamo arricchirci e godere anche oggi nella Chiesa. Raccogliere l’eredità di queste donne, il loro stile, il loro modo di vivere la relazione con Dio. Quanta ricchezza ancora poco conosciuta e spesso ignorata nel tentativo di ridurre la questione delle donne alla scelta delle poltrone di responsabilità.
Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento