«Il corpo è in primo piano ma non perché sono esibizionista o per dire che sono la meglio, perché sono libera. Insieme alla musica, alla voce, ai look, il corpo è un altro passaggio». Intervistata da La Repubblica, Elodie, 33 anni, romana, cantante, racconta il rapporto che ha con il suo corpo, di come nel corpo «sto bene con me stessa e mi piace fare uno show esprimendo tutta me stessa». Le parole in apparenza sono tutte condivisibili ma alle sue fan cosa arriva? Alle migliaia di ragazzine che la seguono qual è il messaggio?
«Ho fatto la cubista a 20 anni, mi sentivo giudicata, pensavano fossi una venduta. Il corpo è bello, un’opera d’arte. Mi sento a mio agio, sono stata educata in una famiglia che ha un rapporto naturale, libero, col corpo. Ho sempre visto quello dei miei genitori. Tutti i corpi esprimono qualcosa, anche quelli di Botero: dipende da come li guardi. Io sono ignorante ma l’arte ti arriva, può capirla chiunque. Poi il corpo può diventare un oggetto scabroso e purtroppo esiste il body shaming che va combattuto» ha aggiunto.
Qualche giorno fa ho ascoltato il prof. Alessandro D’Avenia dal vivo agli Stati Generali della Natalità che si sono tenuti a Roma dall’11 al 12 maggio. Nel suo monologo rivolto ad un gruppo di giovani alunni presenti in auditorium, lo scrittore ha ribadito che “il cervello di un essere umano è il suo corpo”. “Quel corpo, o quel cervello ha bisogno di venire alla luce, ha bisogno di creare o implode”. “Venire alla luce, venire al mondo significa scoprire il senso di questa presenza e portarla a compimento”. Ho ritrovato molta sintonia nelle sue parole. Soprattutto perché riportano l’armonia e l’unità tra quello che ci portiamo dentro e quello che è il nostro corpo.
Le parole di Elodie rompono quest’armonia perché sostanzialmente separano la persona dal suo corpo, rendendolo solo oggetto di piacere o di mezzo per ottenere la visibilità con la scusa di sentirsi libera. È la stessa mentalità che sottintende la scelta dell’aborto o dell’eutanasia. Sentirsi di libera di fare del proprio corpo ciò che ci piace. Usarlo, pretendere che sia perfetto, passare tutta una vita alla ricerca di una forma fisica smagliante pensando che raggiunti alcuni obiettivi finalmente avrò conquistato la felicità. Trascurando che la bellezza di un corpo è nella sua capacità di custodirsi con pudore e di donarsi con amore.
Un corpo è veramente nudo solo quando ama ed è amato, altrimenti è solo svestito, è solo l’oggetto di piacere, diventa erogeno e non più trasparenza del mistero. Mi fanno un po’ ridere quelli che dicono davanti ad una ragazza bellissima e completamente svestita: “dipende da come la guardi”. Perché se è pur vero che lo sguardo è ciò che conta e dovremmo educarci a questa purezza degli occhi, è anche necessario aiutare specialmente i giovani a recuperare l’unicità tra spirito e corpo. Quando si allontanano tra loro, la vita si avvilisce, viene «rimossa»: c’è una piccola morte tutte le volte che queste due dimensioni si separano, perché un corpo senza spirito è un cadavere e uno spirito senza corpo è un fantasma.
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