LA CHIESA E I GIOVANI Cosa avvicina i giovani a Dio e alla Chiesa? Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 11 Maggio 2023 Nessun commento su Cosa avvicina i giovani a Dio e alla Chiesa? di Emanuela Molaschi Relazioni calde, buon uso della tecnologia, formazione e cura dei giovani da parte delle parrocchie e delle scuole cattoliche, proporre storie, film o libri, a sfondo cristiano: tutto questo, a mio avviso, può aiutare oggi i giovani ad avvicinarsi alla Chiesa e quindi a Dio. Così è stato per me. Ho trent’anni, una vita segnata dalla malattia, ma lasciate che vi racconti come sono diventata cristiana e perché mi ritengo una ragazza fortunata, nonostante il dolore. In un precedente articolo ho parlato di ciò che può creare difficoltà ai giovani nell’incontro con Dio tramite la Chiesa. Questa volta vorrei rivelare quello che, secondo me, invece, funziona. Le persone sono la prima cosa a cui penso quando rifletto sui momenti in cui mi sono sentita al “posto giusto”. I miei amici attuali sono persone che mi aiutano a ritrovare la fede a piccoli passi, ad uscire dai crolli causati dalla malattia, a superare le offese ricevute, che fanno male e abbassano l’autostima. Loro mi hanno aiutato a compiere passi in avanti citandomi Dio e i santi, quindi hanno rafforzato la mia fede. Se ti senti giù, a volte, basta la “parola giusta” della “persona giusta” per farti tornare come prima, o quasi. A volte non è facile, ci vuole tempo, ma si va avanti. Si fanno piccoli passi che servono per migliorare e tornare come vuoi essere. Le persone sono l’essenza della comunità ecclesiale. Circondati pure di persone provenienti da luoghi diversi, ma cerca coloro che sappiano farti vedere Dio con il proprio atteggiamento. Sono fortunata: stare al buio, a causa della malattia, mi ha permesso di trovare una messa online che mi coinvolgesse e questo mi ha avvicinato a persone credenti che fossero affini a me. Se fossi stata bene non l’avrei trovata e, sotto questo aspetto, non sarei stata felice. Me lo dovrei ricordare più spesso. La tecnologia è la seconda cosa a cui penso. Con internet puoi trovare messe, commenti al vangelo, gruppi di preghiera, storie di Santi… la tecnologia è molto utile perché ti permette di trovare ovunque un nuovo gruppo. È incredibile, ma io, costretta a casa, ho potuto fare nuove conoscenze che mi hanno avvicinata alla chiesa e a Dio proprio grazie ad Internet. Molte comunità usano Internet: YouTube, Facebook, Tik Tok… Altre si servono della radio online o usano le vecchie frequenze radiofoniche. Questo è molto importante. È importante anche il ruolo sociale che riveste la scuola cattolica. A Lodi c’era una scuola che si chiamava Fondazione Canossa. Nel tempo ha cambiato molti nomi, adesso ne ha uno nuovo, ma per me resterà La Canossa e la mia classe sarà sempre la migliore. Gli insegnanti e i compagni sono stati i migliori che abbia avuto in tutti i cicli scolastici. Lì hanno saputo avvicinarmi di più a Dio con la preghiera ogni mattina, le lezioni di religione “serie” e un ambiente più semplice. Ho da dire cose non belle anche su quegli anni, ma per chi sta male, è difficile andare a scuola senza trovare problemi. Leggi anche: Cosa tiene lontani i giovani dalla Chiesa? La testimonianza di Emanuela (puntofamiglia.net) Solo alla Canossa ho trovato dei compagni che mi hanno ascoltata, capita e sostenuta, trasformando l’anno scolastico successivo in una cosa meravigliosa, nonostante i problemi di salute. Anche lì c’erano i bulli ed ho sofferto, ma in terza media andavo a scuola sapendo di poter contare su qualcuno. A parte l’asilo, ho frequentato scuole laiche per motivazioni personali e la religione era trattata, soprattutto in una delle due scuole elementari dove sono stata, come qualcosa che poteva esserci oppure no, tanto era lo stesso. La Canossa, invece, mi ha fatto pensare: come saranno le mie mattine senza l’Angelus prima della lezione? Poi ci si abitua, ma è stato strano i primi giorni della scuola superiore entrare in classe, pensare all’Angelus e non dirlo (in quanto sai che ti prenderanno in giro). Non esisteva, a Lodi, una scuola a indirizzo sociale che fosse cattolica. Sono andata dove ho potuto ed è stato un incubo passare dal mondo meraviglioso invaso di fede e semplicità delle medie ad un posto dove non capivo nemmeno il linguaggio. E non sto scherzando. A 14 anni si comportavano quasi tutti come uomini e donne di mondo. Alle medie eravamo tutti ancora “bambinoni” riguardo ad alcune cose della vita e non mi dispiaceva, anzi, mi trovavo bene in quel posto. Ero dove dovevo essere. Alle superiori, invece, ero un pesce fuor d’acqua. Ho apprezzato molto il metodo utilizzato dalla Canossa: proporre libri e film educativi, adatti alla nostra età, quindi anche fantasy, ma con una morale cattolica nascosta. In classe se ne parla e si studiano i significati. Con questo lavoro alle spalle, io ho visto il primo film de Le Cronache di Narnia facendo le mie considerazioni personali, prima di parlarne durante l’ora di religione, e la mia vita è cambiata. Essendo una scuola cattolica, essa era legata ad una chiesa e c’era un prete che, a volte, veniva a parlare con tutte le classi in auditorium. C’erano molti momenti interessanti. Alcuni ragazzi di Crema, dove si trovava la parrocchia di riferimento, andavano a catechismo lì, continuando il lavoro fatto in aula. Questo aiuta molto. In conclusone, per me, è molto importante anche la diffusione di romanzi cattolici come quelli della Casa Editrice Mimep Docete ed altri piccoli libretti illustrati che mi hanno regalato da bambina anni fa. Si tratta di racconti per fasce d’età opposte: i piccoli, dai 3 ai 6 anni, e gli adulti. Certi racconti possono aiutare il lettore ad immedesimarsi, avvicinarsi alla fede e migliorare la sua vita. Come è successo a me, ad esempio, possono dare tranquillità. Io, dopo aver letto un romanzo con contenuto di fede, ho ritrovato il coraggio di mangiare quando il corpo non riusciva a farlo, ho capito meglio chi fossi io e chi erano le persone che stavano al mio fianco. Ho trovato risposte a tanti “perché” a cui non avevo mai potuto rispondere. Sono storie e possono essere più o meno esplicite riguardo a Dio, ma alla fine, tutto riconduce lì. Tu viaggi e ti innamori, resti spiazzato. Sono storie di vita migliorata, cambiata grazie alla fede, ma anche un non credente o una persona di un’altra religione potrebbe trarne beneficio. Un ideale puro di fede può cambiare il mondo. Si può provare rispetto per i santi e condividere le loro idee pur non essendo cattolici. Ad esempio, tanti rispettano Gandhi e ci sono anche cattolici tra questi: se le idee sono buone possono essere condivise! Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag amicizia, AMICIZIA SPIRITUALE, Chiesa, comunità, Cristo, fede, giovani, GIOVENTÙ, RELAZIONI SANE, Vangelo, vita ecclesiale, VITA SPIRITUALE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. 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