4 Maggio 2023

Separati, i nuovi poveri

Maurizio, quarantacinque anni, separato, un lavoro a nero come carpentiere e l’impossibilità di attendere alle spese che il giudice ha fissato come mantenimento dei propri figli. La situazione forse non sarebbe stata diversa se fosse stato ancora a casa, il lavoro sarebbe stato comunque troppo poco remunerativo rispetto alle spese da sostenere, ma almeno avrebbe potuto godere la gioia della vicinanza ai figli.

Il giudice aveva stabilito un incontro a settimana, ma a lui non basta. Il sorriso dei suoi due bambini è l’unico rimedio alla disperazione. Così pur di non perderli di vista Maurizio si reinventa: gli basta il camioncino di un’amica e la sua abilità a rimodernarlo all’interno per trasformarlo in un autobus scolastico. Passa a prendere i suoi figli ogni giorno insieme ad altri bimbi e li accompagna a scuola, esattamente come farebbe se abitasse ancora a casa, dà loro un bacio prima di vederli entrare in classe per poi tornare a riprenderli all’uscita.

«Lavorare a nero a Napoli è già un lusso, lo facevo come carpentiere, ora lo faccio per restare accanto ai miei figli – racconta – sicuramente quello che guadagno non mi basta a mantenere né loro né me e alla fine della giornata mi ritrovo spesso a dormire in auto, a chiedere aiuto alla Caritas del mio paese dove i volontari sono sempre presenti. Angeli vestiti da uomini che vagano per le strade della città come persone normali». Si commuove mentre parla e tutto quello che chiede è un aiuto concreto che possa risollevare la sua vita e restituire dignità alla sua condizione di padre e di uomo.

Storie come quelle di Maurizio abbondano. Le separazioni aumentano e anche i nuovi poveri, i papà separati. In Italia secondo i dati Caritas quasi 1 su 2 (il 46%) è rappresentato da un padre separato non collocatario, cioè i cui figli, a seguito della separazione, vivono con la madre. I padri separati e divorziati in Italia sono circa 4 milioni e di questi 800.000 vivono sulla soglia di povertà. Il 66%, circa mezzo milione, non riesce neanche a sostenere le spese per i beni di prima necessità, non potendo neanche provvedere alle piccole spese quando si trovano in compagnia dei figli (gelati, giostre, cinema, cane, libri…). Nelle grandi città come Roma, Milano, Napoli, Torino le cose peggiorano.

Sul fronte delle madri separate la situazione è altrettanto grave come testimoniano i dati Istat: i separati legalmente in Italia sono 1 milione 400 mila, quasi triplicati in 20 anni. I separati che vivono con figli minori sono quasi 387 mila, 300 mila donne (77%) e 87 mila uomini. Il tasso di occupazione femminile tra le separate raggiunge il 59,2% e tra i separati l’82%. Solo il 20% delle donne riceve per sé l’assegno di mantenimento dell’ex partner.

È il caso di fare riflessioni serie e importanti che interessano certamente tutto il sistema degli affidi dove i primi ad essere tutelati sono sempre i figli ma bisogna tenere conto anche della vita dei genitori, con assegni di mantenimento proporzionati alle reali esigenze di vita e l’applicazione di un welfare attivo. Io aggiungo che forse bisognerebbe anche dare una sterzata a questa cultura che naviga contro la famiglia ed è pseudo-femminista. Questi dati oggettivi che corrispondono alla vita delle persone, alla storia personale di ciascuno dei protagonisti, sia i genitori che decidono di lasciarsi che i figli che subiscono tali decisioni, andrebbero accolti dalla politica, dalla società, dalla Chiesa non solo come acquisizione ma anche nella prospettiva di un cambiamento di passo.

Come prevenire tutto questo se continuiamo a battere sulla libertà personale, le conquiste civili, la fine dei sentimenti come la fine di tutto? Come tutelare i minori se non abbiamo più un’idea precisa di cosa sia la famiglia e qual è il suo ruolo? Se vogliamo che ogni relazione si definisca tale? A me sembra che stiamo faticosamente cercando di costruire sulle macerie. Un edificio senza fondamenta solide è destinato a crollare. Inutile piangere le vittime quando non si fa nulla per evitare le tragedie e i fallimenti.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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