12 Aprile 2023

Basta cercare la mamma di Enea! Non è questo il modo di aiutare questo bambino…

Ritorno sulla vicenda del piccolo Enea, che ha suscitato reazioni contrastanti, per offrire qualche piccolo spunto di riflessione. Il boato mediatico che questa storia ha suscitato, la colpevolizzazione di questa madre e il video in cui Ezio Greggio, conduttore televisivo, chiede alla mamma di ripensarci offrendo un aiuto economico, purtroppo hanno creato molta confusione a discapito della grande opportunità che le culle per la vita o il parto in anonimato offrono. 

Qualche anno fa ho seguito il caso di una ragazza in attesa che, pur avendo una famiglia, girovagava per strada, dormendo di notte in luoghi di rifugio e facendo abuso di alcool e sostanze stupefacenti. Durante la gravidanza ho potuto vederla pochissime volte. A causa della pandemia infatti gli incontri sono stati molto sporadici ma grazie proprio al lockdown, è tornata a casa dal padre e ha vissuto i mesi della gravidanza in un ambiente abbastanza protetto anche se si è sempre rifiutata di farsi vistare e di fare i controlli necessari. Prima del parto l’ho incontrata, una lunga chiacchierata in un luogo isolato. Ricordo che alternava le sigarette ai dolci che una mia amica aveva preparato per lei.

Avevo cercato disperatamente una struttura che potesse accoglierla insieme al bambino dopo la nascita ma fu una via crucis, tra associazioni in difficoltà a causa della pandemia e servizi sociali del tutto inadempienti, che non portò a nessuna soluzione. Quel pomeriggio ero lì per dirle che le ricerche non avevano portato frutto. Le prospettai tra le varie soluzioni il parto in anonimato chiedendole di pensarci attentamente. Qualche giorno dopo mi chiamò dicendomi che avrebbe preferito partorire anonimamente. Le chiesi: “Sei sicura?”. Mi rispose: “Voglio dare a questa creatura una famiglia…”. Tre giorni dopo partorì e fece esattamente così. Il bambino è stato adottato, lei è tornata per strada. Questa vicenda mi ha insegnato molto. Certo che idealmente una madre deve poter stare con il proprio figlio ma la soluzione non è solo offrire dei soldi. I problemi spesso sono molto più grandi e un bambino appena nato non può caricarsi il peso di certe situazioni.

La caccia alla mamma di Enea è un grande errore. Innanzitutto, oscura l’importanza delle Culle per la Vita. Esse funzionano proprio perché le madri che affidano i loro bambini vi fanno ricorso nel caso non possono prendersi cura di quel figlio. Se mediaticamente accendiamo tutti questi riflettori e addirittura ci mettiamo come detective alla ricerca della madre, in futuro sarà difficile fidarsi di questo strumento di salvezza dall’aborto. La mamma di Enea non ha abbandonato suo figlio, lo ha affidato a cure precise e ad un percorso di bene per quel bambino, perché sparare sulla Croce Rossa? A volte ho l’impressione che lo si faccia proprio per scoraggiare eludendo il vero problema che è quello di prevenire con tutta una serie di misure perché una mamma possa accogliere e crescere quel figlio. Nel caso della donna di cui vi ho raccontato la storia, sarebbe stato certamente meglio per quel bambino se avessimo trovato il modo per aiutare sia la mamma che il figlio ma non è stato possibile. L’adozione ha permesso a quel bambino di avere una grande opportunità e ad una coppia di vivere l’essere genitori “veri” in uno scambio di amore reciproco.

Il sentimentalismo aleatorio e moraleggiante non ha mai aiutato nessuno. E nemmeno l’ipocrisia. Se davvero vogliamo mettere al centro i bambini nella società, dobbiamo farlo a partire dal grembo materno. La cultura dell’accoglienza nasce lì, non dalle lacrime di coccodrillo versate di fronte alla notizia di un gesto coraggioso come quello della mamma di Enea. I genitori adottivi non sono la scelta di serie B come ha affermato Ezio Greccio: “Il tuo bambino merita una mamma vera, non una mamma che poi dovrà occuparsene, ma non è la mamma vera”. Un bambino ha diritto ad una famiglia, a genitori che lo amano. Se quelli naturali non possono prendersi cura di lui, altri saranno i suoi genitori, veri non contraffatti o di seconda scelta. Stiamo attenti quando usiamo espressioni di questo tipo magari mentre pensiamo che andare all’estero per affittare un utero sia un diritto per le coppie che non hanno figli, omo o etero. I bambini vanno tutelati anche da certi sentimentalismi che nascondono solo avidi desideri di adulti non cresciuti.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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