RICONCILIAZIONE DEGLI SPOSI

Sposi separati tornano insieme: “Siamo passati dalla morte alla vita”. La storia di Anna e Antonio

 Oggi è Venerdì Santo. Cosa ha da dire a noi sposi la morte di Gesù in croce? Quali benefici scaturiscono dal suo sacrificio per la nostra coppia? Vorrei raccontarvi la storia di Anna e Antonio, due sposi che hanno visto morire il proprio matrimonio, per le fragilità e l’egoismo di cui era intriso, ma poi l’hanno visto risorgere, per grazia. Una storia di morte e risurrezione…

Gesù, venendo sulla terra, avrebbe potuto cancellare la realtà della morte. Ha compiuto miracoli, guarigioni, conversioni, ha resuscitato morti, ha deciso di restare in un pezzo di pane. Avrebbe anche potuto far sì che, da quel momento in poi, nessuno dovesse più passare per la croce, nessuno dovesse più morire. 

Non l’ha fatto. Anzi, sulla croce ci è andato pure lui.

Tutti passiamo per il calvario, tutti moriamo. E la morte arriva anche prima di lasciare questo mondo, perché, sappiamo bene, si manifesta in vari modi (fine di una relazione, perdita di una casa, di un lavoro, malattia di un figlio o di un coniuge, litigi, delusioni, lutti…). Quante volte si passa dalla serenità all’angoscia?

I disegni di Dio sono imperscrutabili, non possiamo comprenderli fino in fondo, però possiamo osservarli. Gesù non ha tolto la morte, però ha introdotto una logica nuova, una dinamica nuova: la Resurrezione. 

Con la passione, morte, resurrezione di Gesù la morte diviene un passaggio, dopo il quale l’ultima parola ce l’ha la vita.

Cosa ha da dire a noi sposi il martirio di Gesù? Cos’ha da dirci la sua Pasqua? 

Che l’amore sponsale può morire. Realmente. Però, può anche risorgere.

A me lo ha insegnato una coppia di sposi del Nord Italia. Questi coniugi hanno affrontato una crisi matrimoniale importante fino a che, dopo 23 anni di matrimonio, si sono separati, credendo che il loro amore fosse irrimediabilmente morto. Li chiameremo Anna e Antonio per rispetto della loro privacy.

Le basi della loro unione erano fragili. Così, quando i figli sono diventati grandi e il vuoto tra i due ha iniziato a farsi sentire ancora di più, una setta “presunta cristiana” si è infiltrata nella vita intima di questi coniugi, facendo leva sulle ferite di lei e separandoli definitivamente. (“Tuo marito è indemoniato perchè fuma”, “Tuo marito non ti rispetta: vuole allontanarti da noi!”, “Tuo marito è un uomo senza interessi: tu meriti di più!). Anna, alla fine, già insofferente verso il marito, ha creduto a queste voci e ha lasciato suo marito. 

I due hanno vissuto nove mesi lontani, tristi, delusi, con un senso di fallimento devastante.

Anna, oggi, ripercorrendo con la memoria la loro vicenda spiega: “Abbiamo deciso di sposarci in chiesa solo perché era tradizione, per il luogo, ma non ricordiamo neppure le letture del giorno del matrimonio. Ci siamo sposati assolutamente lontani dalla fede”.

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All’inizio il matrimonio era esaltante, tutto era una novità, sono arrivati subito i figli… La vita era piena, anche se già iniziavano i primi problemi: “Venivamo da famiglie diverse, quindi avevamo idee diverse sull’educazione dei figli. Spesso discutevamo… E poi io ho fatto l’errore di mettere i figli prima del marito. Non avevamo mai tempo per la coppia, i figli erano al centro, la coppia veniva inevitabilmente trascurata…”

Anche nell’intimità c’erano delle difficoltà (“Non abbiamo mai vissuto una piena comunione in quella sfera”). I problemi si sono però ingigantiti quando i figli hanno iniziato a crescere, a prendersi i loro spazi, ad avere una vita indipendente. E allora si è insinuato il maligno, che, allargando la voragine tra loro grazie ad una setta, li ha portati al divorzio. Anna, ad un certo punto, ha detto ad Antonio di non amarlo più e lui, fatte le valige, se ne è andato da sua sorella.

“Mi sono sentito rifiutato. Rifiutato da mia moglie che non mi amava più: mi è crollato il mondo. Avevo poggiato lì tutta la mia vita, il mio matrimonio era il pilastro. Tutto si è disintegrato”. 

Nel momento più buio della vita di Antonio (che ha anche pensato al suicidio, dopo essere stato rifiutato dalla moglie e, con lei, dai figli che non stimavano più il padre), il Signore si è fatto vicino e ha preso per mano Antonio: “Da quel momento lì il Signore ha iniziato a prendermi con cura”, racconta.

Chiedeva al Signore di morire (“Questa è la tua vita, io non la voglio più, prenditela! Avevo una moglie e non ce l’ho più, avevo dei figli, e mi rifiutano…”) e invece il Signore lo ha fatto risorgere.

“La sera, nel mio divano letto, ho iniziato a leggere la Parola di Dio, a recitare dei salmi bellissimi… Quanti pianti, quante preghiere, quanto rosari…” 

Anna, nel frattempo, era rimasta sola: “Quando lui è andato via, all’inizio ero felicissima: mi sono sentita finalmente libera. Poi mi sono trovata di fronte al mio nulla. Ho perso il lavoro, la separazione ci ha impoverito anche economicamente: non riuscivamo più a pagare la casa. I figli erano via per lavoro e per studio. Il Signore ha dovuto far spazio con me: per la durezza del mio cuore mi appigliavo sempre a qualcosa. Quindi il Signore ha tolto tutte le mie divinità”. 

Una volta arrivati in tribunale, nel giorno in cui dovevano ricevere la sentenza di divorzio, il giudice ha chiesto loro se ci fosse una qualche possibilità di arrivare ad una separazione consensuale e non giudiziale.

Anna ha risposto di no, Antonio sì. Lui era disposto a darle tutto: era disposto ad andare via senza chiedere niente in cambio. Perché in quei mesi aveva trovato un tesoro prezioso, Gesù. Tutto il resto era nulla.

“Neanche nei miei sogni avrei mai pensato di trovare un uomo come quello che era diventato: – spiega Anna – pieno di amici (non aveva mai avuto amici, se non i mariti delle mie amiche), capace di accorgersi della bellezza che aveva intorno, capace di perdonare… con una profondità spirituale… Mi sono detta che avevo fatto un errore immenso separandomi da lui”.

Si sono separati alle 11 del mattino, nello stesso giorno si sono riconciliati. 

“Ci siamo convertiti noi, insieme ai nostri figli. – spiega Anna (e da allora sono passati quattordici anni) – I sacramenti sono i nostri pilastri. Gesù viene al primo posto e con lui, ve lo assicuro, l’amore cresce ogni giorno”.

Questi coniugi sono passati dalla morte alla vita e testimoniano che la croce non ha l’ultima parola. 

Con Cristo l’ultima parola è la Risurrezione!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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