TERREMOTO TURCHIA E SIRIA

Solidarietà e preghiera per le popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e in Siria

Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio si è verificato un forte terremoto in Turchia e Siria. “Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione”: lo afferma il dottor Haluk Özener, direttore dell’osservatorio Kandilli e dell’Istituto di ricerca sui terremoti.

Il bilancio delle vittime del terremoto di magnitudo 7.8, che ha colpito nella notte tra il 5 e il 6 febbraio il sud della Turchia e il nord della Siria, è ancora provvisorio: al momento, secondo la Cnn, il numero di morti nei due Paesi sarebbe di 1.504. Nella sola Turchia, almeno 1.014 le vittime.

Si è trattato del “più grande disastro registrato nel Paese dal 1939”: parola del presidente turco Erdogan. Secondo i media, il leader si riferisce al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33.000 persone 84 anni fa. 

Sarebbero state oltre 30 le scosse di terremoto registrate finora in Turchia, inclusa la prima – nella notte scorsa – di magnitudo 7.8 e quella più recente di magnitudo 7.5. 

“Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione. Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento. Circa 53 di loro sono più di 4 gradi (sulla scala Richter). Sette di loro sono più di 5 gradi. Possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni”. Lo afferma il dottor Haluk Özener, direttore dell’osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti, come riporta la Bbc in lingua turca.

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La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi. 

E mentre la catena di solidarietà si sta già diramando, il pensiero corre in questo momento a tutti coloro che si trovano ancora inermi sotto alle macerie: bambini, donne, anziani, persone colte alla sprovvista nel luogo che credevano più sicuro …la loro casa.

Il pensiero corre a chi ha perso uno o più famigliari, a chi scoprirà di essere rimasto solo, agli orfani di questa tragedia, a chi ha perduto tutto, a chi ora piange perché ciò che aveva costruito è diventato cenere. E il pensiero non basta: affidiamo questi martiri della terra alla misericordia di Dio, perché mentre “tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto” (Romani 8,22-23), di fronte alle disgrazie dei fratelli sappiamo farci partecipi e aiutare in qualunque modo possiamo, fosse solo con la nostra preghiera. Ricordiamo che invocare la benedizione di Dio per coloro che sono nel pianto non è affatto poco: anche se non capiamo, forse, il perché di tanto dolore, sappiamo che Lui è l’unico, vero Consolatore.




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