CORRISPONDENZA FAMILIARE

Genitorialità, un capitolo della missione ecclesiale

6 Febbraio 2023

L’impegno educativo si ferma spesso alla sola dimensione umana, l’accudimento e la comunicazione affettiva sembrano più che sufficienti per rivestire di gioia la vita dei figli. Don Silvio scrivendo ad una coppia di sposi che vive la nascita del primo figlio scrive: “I genitori credenti non si accontentano di questo, loro sanno – o dovrebbero sapere – che la vita di ciascuno nasce ed è avvolta dall’amore di Dio. Avete il compito di custodire l’opera di Dio per fare in modo che diventi un capolavoro”.

Cari amici, 

è nato, la presenza di Roberto riempie di gioia e di fatica i vostri giorni, l’avventura genitoriale assorbe tutte le vostre energie e vi ha costretti a stare un po’ isolati. Nell’attesa di vedervi vi consegno alcune riflessioni che vi aiutano a vivere questo tempo e vi preparano alla celebrazione del battesimo.

In questi anni ho accompagnato tante coppie di sposi e so bene che l’accoglienza di un bimbo comporta tante fatiche, forse più grandi di quelle che avevate messo in agenda, ma so anche che la gioia della vita è tale da vincere ogni stanchezza. Il primo figlio è una sfida ancora più grande perché tutto è nuovo, per voi sono come i primi giorni della scuola della genitorialità, dovete imparare tutto. Mi raccomando, siate scolari diligenti. Siete forti nella fede e sono certo che state affrontando questa esperienza con la grazia che lo Spirito dona. 

Mi raccomando, non perdete gli appuntamenti della preghiera e trasformate in preghiera tutti i momenti, anche quelli più faticosi. Non vi scoraggiate. Per non smarrire la via e/o non perdersi nella palude degli impegni, “tenete fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2). 

Ricordate che la genitorialità è un capitolo della missione ecclesiale. Un santo vescovo dei primi secoli commenta così la festa della Natività della Vergine: “Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del re dei secoli, di Dio”. Questa parola può essere applicata ad ogni figlio, ogni creatura infatti porta in sé tutto il mistero di Dio ed ha una missione nella storia. Il vostro bambino è come un foglio bianco sul quale Dio vuole scrivere una pagina nuova della storia. Ogni figlio partecipa a quella missione iniziata con la nascita di Gesù, quella che l’angelo svela a Giuseppe con queste parole: “Ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21). La missione di Gesù è racchiusa nel suo nome che significa: Dio salva. È bello pensare che ognuno di noi ha una missione e ogni missione è un frammento di quella storia che Dio realizza lungo i secoli. 

Non sapete qual è il compito che Dio ha pensato per il vostro bambino ma sapete che ha ricevuto una missione. Nelle prime pagine del Vangelo di Luca troviamo una bellissima preghiera, dopo aver lodato il Dio d’Israele per l’opera che ha compiuto e compie nella storia del suo popolo, Zaccaria si rivolge al figlio Giovanni, nato da pochi giorni, con queste parole: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade” (Luca 1,76). In quella storia secolare, che ha già visto tanti e gloriosi personaggi – Abramo, Mosè, Davide e tutti i profeti – anche il piccolo bambino ha una storia da scrivere, anzi ha il compito speciale di annunciare la venuta del Signore. 

Ogni papà e mamma dovrebbe avere la stessa fede di Zaccaria. In fondo è questa la responsabilità dei genitori: accogliere un figlio significa farsi carico dei progetti che Dio ha su di lui. I genitori sono un ponte che unisce Cielo e terra. Avete la responsabilità di far risuonare la voce di Dio in modo così efficace da permettere a questo bambino, man mano che cresce, di ascoltarla, comprenderla e accoglierla. È un grande mistero di cui purtroppo la maggior parte dei genitori – mi riferisco ai battezzati – non ha coscienza. L’impegno educativo si ferma spesso alla sola dimensione umana, l’accudimento e la comunicazione affettiva sembrano più che sufficienti per rivestire di gioia la vita dei figli. I genitori credenti non si accontentano di questo, loro sanno – o dovrebbero sapere – che la vita di ciascuno nasce ed è avvolta dall’amore di Dio. Avete il compito di custodire l’opera di Dio per fare in modo che diventi un capolavoro.

Leggi anche: Trasmettere la fede

La vera sfida educativa, quella che inquieta tanti papà e mamme, è proprio questa: come far percepire ai figli che la loro vita fa parte di un grande mistero. Non ci sono ricette a buon mercato. Anzi, sappiamo che il contesto culturale rende ancora più difficile il ministero genitoriale perché l’influenza dei mezzi di comunicazione assume un ruolo sempre più invasivo. Non è facile ma neppure impossibile. Ricordate che non siete soli e potete contare sulla presenza di una comunità che vi accompagna e sostiene nel cammino della fede. 

Fate del Vangelo la luce che illumina ogni scelta. Non giocate al risparmio, non chiudete le porte alla grazia. Invocate più spesso la Vergine Maria e chiedete che vi insegni a far crescere il vostro bambino come Gesù, “in età, sapienza e grazia” (Luca, 2, 52). Il buon Dio non fa mancare il pane a chi lo chiede con umiltà. Vi auguro ogni bene. 

Don Silvio




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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