Mio figlio vive a Torino. In una città che vanta la presenza di molti santi. Forse il più grande tra tutti è certamente san Giovanni Bosco. Un uomo, un sacerdote, un educatore la cui vita e le cui opere mi affascinano sempre tantissimo. Visitare la casa dove ha vissuto, celebrato Messa, pregato, accudito i suoi ragazzi, è una bella esperienza di immersione nella quotidianità di questo santo.
Giovanni Bosco è conosciuto soprattutto per la sua profetica e numerosa opera educativa nei confronti dei ragazzi a lui affidati ma un aspetto peculiare di questo ministero si concretizza anche attraverso un rapporto sano e di reciprocità che il santo ha intessuto con le donne.
Conosciamo tutti l’importanza che la relazione con mamma Margherita ebbe per la sua personalità e per la sua missione educativa. Un rapporto fondamentale per l’immagine positiva che il Santo dimostrò di avere della donna, nonostante le influenze piuttosto rigide della formazione ricevuta in seminario. Mamma Margherita era una donna saggia ed equilibrata, seppe dare a Giovanni cure amorevoli, sostegno, incoraggiamento, fede. Giovanni riuscì, quindi, a sviluppare un forte senso di fiducia nelle relazioni. Tutto questo mise le basi per vivere con semplicità e reciprocità la condivisione con altre donne.
Tra tutte vorrei ricordare la marchesa Barolo, una donna straordinaria di grande fede e carità; dirigeva alcune opere caritative nella zona di Valdocco: il Rifugio, il monastero delle oblate di S. M aria Maddalena Penitente, l’Ospedaletto di S. Filomena. Nell’ottobre del 1844 al giovane prete Giovanni Bosco fu affidata la direzione spirituale del piccolo Ospedale di S. Filomena. Un apostolato che san Giovanni Bosco visse con tanto amore e in piena sintonia con la marchesa.
Credo inoltre che per comprendere meglio la relazione di don Bosco con le donne basti indagare un po’ sul rapporto che egli ebbe con le Figlie di Maria Ausiliatrice con le quali stabilì una peculiare relazione di Fondatore e guida spirituale dimostrando di valorizzare il protagonismo femminile in una realtà, quella ecclesiale, dove emergeva con grande fatica. Per esempio era convinto che le giovani educatrici dovevano acquisire per l’opera educativa strumenti culturali idonei e si impegno perché ciò avvenisse.
Del suo ricco Epistolario – circa 2800 lettere – 523 sono scritte a donne laiche e 40 risultano indirizzate a religiose. Siamo dunque in presenza di un carteggio ricco che comprende un arco di tempo di circa 50 anni. Cordialità, rispetto, apertura, affabilità, semplicità, chiarezza, sincera benevolenza connotano le relazioni epistolari del Santo. È vero che la nota caratterizzante fu quasi sempre la richiesta di fondi economici per le sue opere educative o di costruzioni ma don Bosco nello stesso tempo attraverso le sue lettere, stimolò le sue benefattrici a percorrere la via della perfezione cristiana educandole al distacco «dalle cose di questo mondo». Egli esigeva che mettessero il superfluo a disposizione dei poveri e che regolassero con austerità l’uso dei beni materiali. In alcune lettere tale richiesta è esplicita e incisiva: «Desidero che muoia povera e che si distacchi totalmente dalle cose della terra per portare seco al cielo il frutto di tutte le sue opere di carità».
Don Bosco indicava a queste donne le mete più alte indicando i valori essenziali, ciò che più conta al termine della vita: «salvare l’anima», «godere la felicità del Paradiso». Poiché le sue amiche erano per lo più aristocratiche e dunque istruite, si rese conto che le sue interlocutrici potevano dargli non solo un aiuto di tipo economico, ma anche spirituale e culturale. Affidò, perciò, ad alcune di loro la traduzione di opuscoli che intendeva pubblicare nella collana delle Letture Cattoliche, dimostrando di essere distante da una certa mentalità dell’Ottocento che guardava con sospetto alle capacità intellettuali della donna e addirittura le riteneva inferiori a quelle dell’uomo. Nello stesso tempo le invitava a vivere il loro essere spose e soprattutto madri con impegno. Era certo che la maternità ha un grande valore all’interno della famiglia e della società.
Tutto questo aggiunge all’opera straordinaria di don Bosco una nota molto profetica. Come solo gli uomini di Dio sanno fare.
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