Catechesi sul Natale

Don Fabio Rosini e il Natale: cinque spunti per meditare

Cercando delle riflessioni sul Natale, mi è capitata sotto agli occhi una bella catechesi di don Fabio. Offriva cinque spunti: 1. Natale è il giorno in cui ci sentiamo preziosi, 2. ricordiamo che Dio è personale, 3. capiamo che la gloria non è spettacolarità, 4. capiamo la nostra carne, 5. comprendiamo chi siamo per essere amati così…

Uno dei regali più belli che ho ricevuto studiando a Roma, è stato poter ascoltare dal vivo le catechesi di don Fabio Rosini. Questo sacerdote, punto di riferimento per migliaia di persone, giovani in particolare, ha la capacità di scuotere, di ridonare speranza e di aiutare a vivere più concretamente la fede. 

Anche se non sono più una studentessa fuori sede e non vivo più nella città eterna, continuo a seguirlo da lontano, continuo a trarre linfa – soprattutto nelle giornate stanche – dalle sue meravigliose catechesi. 

Qualche giorno fa, cercando delle riflessioni sul Natale, mi è capitata sotto agli occhi proprio una bella meditazione di don Fabio. L’articolo, pubblicato su Aleteia, si intitolava così: Don Fabio Rosini: Natale è il giorno in cui ci sentiamo “preziosi”. 

Incuriosita, l’ho aperto e ho trovato alcuni spunti, semplici ma importanti, che credo possano aiutarci tutti a prepararci al Natale…

  1. Natale è il giorno in cui ci sentiamo preziosi

A Natale, ognuno di noi riscopre di “contare” qualcosa: è stato preso in considerazione da Dio! Ci accorgiamo che siamo preziosi. Don Fabio Rosini riflette sul versetto dell’evangelista Giovanni: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. «Il Verbo – dice Rosini – allora non è qualcosa da capire, visto che diventa carne! E non è qualcosa di distante da noi, ma viene a vivere in mezzo a noi».

  1. Natale ci ricorda che abbiamo un Dio personale

Dio, fa notare don Fabio: è una persona, non una specie di idea. Non è solo presso Dio ma è anche carne umana, come la nostra. Non dimora in qualche luogo lontano dall’umanità, ma in mezzo a noi. Tutto ciò indica che abbiamo la possibilità di incontrare questa persona concreta e contemplare la sua gloria.

  1. La Gloria non è spettacolarità 

San Giovanni dice: “E noi abbiamo contemplato la sua gloria”. A cosa si riferisce? «“Gloria” – afferma don Fabio – non indica una qualche spettacolarità: in ebraico la parola significa il peso o il valore reale di qualcosa. Infatti, si dice cosa hanno contemplato: “Gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”.

A volte pensiamo che la gloria sia essere delle star. La luce del cristiano brilla nella mitezza e nel silenzio di una stalla… Gesù ci libera dal protagonismo e ci insegna a vivere nell’umiltà.

Leggi anche: “È un brutto periodo, il Natale mi irrita”: se provi questo, c’è qualcosa che devi sapere (puntofamiglia.net).

  1. La carne di Gesù mi aiuta a capire la mia stessa carne

Il Natale, secondo Don Fabio, reca con sé il messaggio che «Dio è a portata di mano e si è fatto carne, certo, ma c’è ancora di più: se capisco la carne di Cristo, capisco la mia stessa carne. Se vedo la Sua gloria, allora comincio a rendermi conto della rilevanza della mia vita. Se apprezzo la misura in cui Dio si è umiliato per me, quel che fa per unirsi con me, allora comincio a comprendere chi sono. Quando lo vedo, conosco la mia dignità». 

  1. Gesù che nasce mi dice chi sono, per essere preso così tanto a cuore

L’Incarnazione, prosegue il noto sacerdote, «non parla unicamente della generosità di Dio, ma manifesta la preziosità della nostra esistenza. Perché se colui che ha creato le galassie e il cosmo si è fatto carne per incontrarci, posso chiedermi: ma chi sono io da esser preso così tanto a cuore?». 

Natale è davvero un tempo prezioso per riscoprire di quale amore siamo amati e per recuperare la speranza se l’abbiamo un po’ persa.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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