UDIENZA DEL PAPA
Il diavolo approfitta quando non vigiliamo sul nostro cuore. Parola di papa Francesco
Papa Francesco all’Udienza riflette sulla vigilanza. Abbiamo preso una buona decisione per la nostra vita e poi? C’è un rischio: “che il guastafeste, cioè il Maligno, possa rovinare tutto, facendoci tornare al punto di partenza, anzi, in una condizione ancora peggiore. E questo succede, per questo bisogna stare attenti e vigilare”.
Il percorso di catechesi sul discernimento, portato avanti dal santo Padre durante le udienze generali del mercoledì, sta giungendo al suo termine. Durante la catechesi del 14 dicembre, il pontefice ha affermato che è “necessario inserire a questo punto il richiamo a un atteggiamento essenziale affinché tutto il lavoro fatto per discernere il meglio e prendere la buona decisione non vada perduto, e questo sarebbe l’atteggiamento della vigilanza”.
Dopo aver fatto il discernimento, essere passati per la desolazione e la consolazione, dopo aver scelto qualcosa, è il momento di vigilare. In effetti “il rischio c’è, ed è che il “guastafeste”, cioè il Maligno, possa rovinare tutto, facendoci tornare al punto di partenza, anzi, in una condizione ancora peggiore. E questo succede, per questo bisogna stare attenti e vigilare. Ecco perché è indispensabile essere vigilanti”. “Nella sua predicazione Gesù insiste molto sul fatto che il buon discepolo è vigilante, non si addormenta, non si lascia prendere da eccessiva sicurezza quando le cose vanno bene, ma rimane attento e pronto a fare il proprio dovere”.
Poi, il papa ha offerto un esempio prendendo il Vangelo di Luca, in cui Gesù dice: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che al suo ritorno il padrone troverà ancora svegli» (12,35-37).
È importante, dunque, “Vigilare per custodire il nostro cuore e capire cosa succede dentro. Si tratta della disposizione d’animo dei cristiani che aspettano la venuta finale del Signore; ma si può intendere anche come l’atteggiamento ordinario da tenere nella condotta di vita, in modo che le nostre buone scelte, compiute a volte dopo un impegnativo discernimento, possano proseguire in maniera perseverante e coerente e portare frutto”.
Cosa accade se manca la vigilanza? Insiste il papa, che tutto può andare perduto. “Non si tratta di un pericolo di ordine psicologico, ma di ordine spirituale, una vera insidia dello spirito cattivo. Questo, infatti, aspetta proprio il momento in cui noi siamo troppo sicuri di noi stessi”. Sarebbe rischioso arrivare a dire: “Sono sicuro di me stesso, ho vinto, adesso sto bene…”
Il diavolo, infatti, è sempre pronto a tendere insidie “quando tutto va bene, quando le cose vanno a gonfie vele e abbiamo, come si dice, il vento in poppa”.
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C’è un passo del Vangelo in cui si dice espressamente che “lo spirto impuro, quando ritorna nella casa da cui era uscito, «la trova vuota, spazzata e adorna» (Mt 12,44). Tutto è a posto, tutto è in ordine, ma il padrone di casa dov’è? Non c’è. Non c’è nessuno che la vigili e che la custodisca. È questo è il problema. Il padrone di casa non c’è, è uscito, si è distratto, oppure è in casa ma addormentato, e dunque è come se non si fosse. Non è vigilante, non è attento, perché è troppo sicuro di sé e ha perso l’umiltà di custodire il proprio cuore. Dobbiamo custodire sempre la nostra casa, il nostro cuore”.
Addirittura, “lo spirito cattivo può approfittarne e ritornare in quella casa. Dice il Vangelo che non ci torna da solo, ma insieme ad altri «sette spiriti peggiori di lui» (v. 45). Una compagnia di malaffare, una banda di delinquenti. Ma – ci chiediamo – com’è possibile che possano entrare indisturbati? Come mai il padrone non se ne accorge? Non era stato così bravo a fare il discernimento e a cacciarli via? Non aveva avuto anche i complimenti dei suoi amici e dei vicini per quella casa così bella ed elegante, così ordinata e pulita? Già, ma forse proprio per questo si era innamorato troppo della casa, cioè di sé stesso, e aveva smesso di aspettare il Signore, di attendere la venuta dello Sposo; forse per paura di rovinare quell’ordine non accoglieva più nessuno, non invitava i poveri, i senza tetto, quelli che disturbano… Una cosa è certa: qui c’è di mezzo il cattivo orgoglio, la presunzione di essere giusti, di essere bravi, di essere a posto.”
Abbiamo sempre bisogno di Dio e di convertirci, questo sembra essere il monito del papa, che infatti aggiunge: “Tante volte sentiamo dire: «Sì, io ero cattivo prima, mi sono convertito e adesso, ora la casa è in ordine grazie a Dio». Quando confidiamo troppo in noi stessi e non nella grazia di Dio, allora il Maligno trova la porta aperta. Allora organizza la spedizione e prende possesso di quella casa. E Gesù conclude: «La condizione di quell’uomo diventa peggiore di prima”.
Bisogna anche tenere conto che “Questi sono i demoni educati: entrano senza che tu te ne accorga, bussano alla porta, sono cortesi”. “E poi alla fine comandano loro nella tua anima. State attenti a questi diavoletti, a questi demoni: il diavolo è educato, quando fa finta di essere un gran signore”. “Occorre custodire la casa da questo inganno dei demoni educati. E la mondanità spirituale va per questa strada, sempre”.“Non basta fare un buon discernimento e compiere una buona scelta. No, non basta: bisogna rimanere vigilanti, custodire questa grazia che Dio ci ha dato, ma vigilare”. “Vigliare il cuore, perché la vigilanza è segno di saggezza, è segno soprattutto di umiltà, perché abbiamo paura di cadere e l’umiltà che è la via maestra della vita cristiana”.
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