La preghiera in famiglia

“Tra figli e lavoro non ho tempo di pregare”: che fare?

pregare con i figli

di Francesco Arnaldi

Ho una moglie e tre figli piccoli. Le mie giornate sono dense. Porto i figli a scuola, corro al lavoro. Breve pausa pranzo, poi si torna in ufficio. Si riprendono i bambini da scuola. Si prepara la cena, si gioca con i piccoli, gli si dà da mangiare e si mettono a letto. In un attimo la giornata è finita. In questo marasma, dove si trova il tempo per pregare? 

Mi alzo alle 7 del mattino e prima che me ne accorga sono le 9 di sera. A quel punto guardo mia moglie, e mi accorgo che praticamente non l’ho vista per tutto il giorno. Un film (di rado fino alla fine) e già le nostre palpebre si fanno pesanti. 

Dov’era Gesù, nella mia giornata? Sullo sfondo. 

Spesso quando mi confesso una delle prime cose che dico è: “Non trovo tempo per la preghiera nella mia giornata”. Allora il confessore mi chiede come le passi, le mie giornate. Quello che faccio.  E dopo avergli raccontato quanto appena detto lui mi tranquillizza. “Non tormentarti – mi dice – quando ti sacrifichi per la tua famiglia, quella è la tua preghiera.

Un pensiero confortante, in teoria. Ma c’è qualcosa che non mi torna. 

Nelle orecchie mi risuona sempre la stessa domanda: “Chi è Gesù nella mia vita? Un’idea? Uno stimolo a essere migliore? Uno sfondo che utilizzo quando ne ho bisogno, e che il più delle volte risulta schiacciato dalla mia frenetica routine?”.

La preghiera è rapporto personale con Gesù. E ogni rapporto costa fatica. Costa sacrificio. Per vedere un amico rinunciamo a una serata tranquilla in casa, per passare del tempo con chi abbiamo sposato rinunciamo a volte a del tempo per noi stessi. A cosa rinuncio, per stare con Gesù? No, spendersi per gli altri non è preghiera. Il più delle volte è filantropia. E la filantropia può farla chiunque. 

Certo, la “filantropia familiare” è carica di un amore sacramentale. I sacrifici che faccio per la mia famiglia, che siano rinunciare a tempo libero per me stesso per poter giocare con i miei figli o che combatta la stanchezza per fare lavatrici o mettere a posto la cucina, li faccio animato da uno spirito ben diverso da chi, meritoriamente, fa volontariato. Ma il succo rischia di essere lo stesso. Se rinuncio al mio rapporto personale con Cristo, sto chiudendo il rubinetto dell’amore. E le conseguenze di questa chiusura, presto o tardi, si vedono. Io le ho viste.

Leggi anche: Servire la famiglia a cominciare dalla preghiera (puntofamiglia.net)

Non è facile ritagliarsi del tempo per stare intimamente con Gesù durante la giornata. I mille impegni ci sommergono, e piano piano decidiamo di tagliare proprio l’unica cosa veramente essenziale. 

I piccoli gesti di amore per la nostra famiglia – di cui a volte riempiamo giustamente le nostre giornate – hanno bisogno di una fonte, di un nutrimento. Perché se la prima lavatrice la faccio per amore della mia famiglia, col passare del tempo la trentesima rischio di farla controvoglia, la cinquantesima con un pizzico di risentimento, e la centesima con rancore.Ma come? – sussurra il mio io interiore – dopo tutto quello che fai nella tua giornata, adesso invece di riposarti sul divano devi anche stendere?!”. 

L’egoismo è dietro l’angolo, e l’egoismo si cura solo attaccandosi a Gesù. Quante volte mi è capitato, stanco dalla giornata, di litigare con mia moglie perché sentivo il diritto di riposarmi e invece la realtà mi imponeva sforzi ulteriori. E poi ripenso a Gesù, appena risorto, che appare ai discepoli. Probabilmente il momento, nella storia dell’umanità, in cui una persona aveva più il diritto di lamentarsi, di far pesare gli errori altrui, di prendersi una piccola rivincita facendo sentire tutti inferiori. E invece cosa ha detto? “Pace a voi”.

Chi può darmi la forza, nel mio essere marito e padre, di dire, in ogni momento, “Pace a voi” con la vera gioia nel cuore? Ovviamente, solo Gesù. Ed è per questo che le mie priorità devo essere ben definite: Dio al primo posto. Davanti alla moglie, davanti ai figli, al lavoro. Persino davanti alle poche ore di sonno che mi vengono concesse. 

Un piccolo trucchetto? Realisticamente la sera siamo tutti mezzi morti, mentre “il mattino ha l’oro in bocca”: proviamo a svegliarci 10 minuti prima – solo 10! –, ci sediamo in un posto comodo e confortevole (mia moglie già direbbe “amore accendi pure una candela profumata che vedi poi come preghi”), segno di croce e… 10 minuti col Signore.

Cioè? 10 minuti di ascolto, 10 minuti di richieste, 10 minuti di lamentele, 10 minuti di lode… poco importa! 10 minuti con Lui e la tua giornata è svoltata

Con o senza candela profumata.

L’amore è dono di sé senza pretendere nulla in cambio. E solo Gesù è riuscito a farlo al livello più alto nella storia del mondo. È a Lui che devo rivolgermi, quotidianamente, sempre, per capire come farlo. Altrimenti, l’amore degenera in un egocentrismo di chi fa il bene per essere ammirato e osannato. E chi fa il bene per questo motivo, ha già ottenuto la sua ricompensa qui sulla terra.




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