Diario di una sposa e mamma im-perfetta Lui non è il mio uomo ideale: ma io sono la sua donna ideale? Autore articolo Di Giovanna Abbagnara Data dell'articolo 18 Ottobre 2022 Nessun commento su Lui non è il mio uomo ideale: ma io sono la sua donna ideale? di Giovanna Abbagnara Vorrei parlarvi di una grande storia d’amore che personalmente mi ha aiutata molto a vivere la mia vocazione al matrimonio. Spesso mi ritrovo a parlare con donne, spose, incastrate nelle maglie dell’idealità o meglio dell’inganno dell’idealità. Devo dire che io stessa sono passata attraverso questo setaccio e ho dovuto imparare, come credo in modo speculare anche mio marito, che l’uomo e la donna ideale non esistono. Esiste invece la persona che abbiamo deciso di amare, quella che riconosciamo essere un dono speciale di Dio, quella alla quale abbiamo promesso fedeltà e amore. Quando sono propensa a lamentarmi, ed è un’arte che credo abbia molti adepti, penso qualche volta: “Ma se lui non risponde proprio a tutte le mie attese, io rispondo alle sue?”. Perché il problema spesso è proprio questo, pensare di essere sempre nel giusto e magari, poiché l’uomo tende a lamentarsi di meno delle donne, pensiamo di essere perfette e di sacrificarci già abbastanza. Meglio puntare l’attenzione sui santi. Per esempio, Luigi e Zelia, dei quali oggi festeggiamo i sette anni dalla canonizzazione. I protagonisti di questa grande storia d’amore vissero innanzitutto il loro rapporto come risposta ad una vocazione. E questo aspetto non è così scontato. Noi prima di ogni cosa guardiamo ai sentimenti, all’attrazione, agli interessi in comune. Luigi e Zelia invece – che vissero chiaramente anche tutti questi aspetti – concepirono la loro vita personale come un continuo dialogo con Dio. È Lui che suggerisce anche i moti del cuore. Lo comprendiamo da questo appunto così bello di Zelia che vedendo avvicinarsi il suo futuro marito mentre percorrevano in senso opposto il ponte di San Leonardo ad Alençon, sentì risuonare in sé una voce che le diceva: “Questo è l’uomo che ho preparato per te”. Da dove veniva quella voce? A chi l’attribuiva quella voce Zelia, se non a Dio? E questa coscienza è davvero meravigliosa perché ci proietta in una dimensione spesso sconosciuta: non ciò che desiderio io, non le mie attese ma i sogni e i desideri di Dio. Certo poi il loro matrimonio è stato vissuto con grande affetto e passione ma spicca su tutte la meravigliosa amicizia che abitava il loro amore. Un’amicizia fatta di pazienza, umiltà, tenacia, tenerezza, fiducia. Sentimenti che si concretizzavano in queste espressioni tenerissime: «Ti seguo in spirito per tutta la giornata; mi dico: “In questo momento fa la tal cosa”. Non vedo il momento di esserti vicina, mio caro Luigi; ti amo con tutto il mio cuore e sento ancora raddoppiare il mio affetto per la privazione che provo della tua presenza; mi sarebbe impossibile vivere lontana da te» (Lettere Familiari 108); «Io sono sempre felicissima con lui, mi rende la vita molto serena. Mio marito è un sant’uomo, ne auguro uno simile a tutte le donne: ecco l’augurio che faccio a loro per il nuovo anno» (Lettere Familiari 1); oppure, «il tuo marito e vero amico, che t’ama più della vita». Anche le loro diversità che spesso nella relazione coniugale sono vissuti con escandescenza o al contrario con delusione finiscono per diventare motivo di unità: «Quando riceverai questa lettera, sarò occupata a mettere in ordine il tuo banco da lavoro; non ti dovrai irritare, non perderò nulla, nemmeno un vecchio quadrante, né un pezzetto di molla, insomma niente, e poi sarà tutto pulito sopra e sotto! Non potrai dire che “ho soltanto cambiato il posto alla polvere”, perché non ce ne sarà più (…). Ti abbraccio di tutto cuore; oggi, al pensiero che sto per rivederti, sono tanto felice che non posso lavorare. Tua moglie che ti ama più della sua vita» (Lettere Familiari 46). Notate come le difficoltà vengono stemperate dalla tenerezza? Noi donne ci saremmo irritate terribilmente se nostro marito ci avesse detto che “spostiamo solo la polvere” mentre riordiniamo. Saremmo corse subito a lamentarci con l’amica del cuore, con la mamma o addirittura avremmo pensato che la separazione fosse l’unica soluzione e invece Zelia sorride e anzi, riveste di dolcezza l’eventuale incomprensione. Leggi anche: Che facciamo quando si spegne l’amore? L’attenzione all’altro e la gratitudine per il suo esserci così com’è, esercitata nella relazione coniugale e riversata nella cura per la crescita morale e spirituale dei figli, aveva nella famiglia Martin un importante complemento: la carità generosa, l’accoglienza dei poveri, l’attenzione a chi è nel bisogno. L’amore verso Dio diventava inscindibilmente amore verso il prossimo. Così come si evince da questi episodi. «Prega molto San Giuseppe per il padre della domestica che è gravemente malato, mi rincrescerebbe molto che quel poveretto morisse senza confessarsi» (Lettere familiari 195); «Ho insistito tanto che mio marito si è deciso a vendere una parte dei suoi titoli del Credito Fondiario, con una perdita di milletrecento franchi su undicimila ricavati. Se mio fratello ha bisogno di denaro ne chieda subito e mi dica se occorre vendere il resto» (Lettere familiari 68). E questa cura si è resa carne soprattutto nel tempo della malattia di Zelia, quando Luigi cerca di fare il possibile per la moglie e mi piace pensare che è proprio da lei che Luigi è aiutato ad accettare il dolore e il distacco dalla sua amata sposa e a trasformarlo in sacrificio per le proprie figlie. Dunque l’amore vero non è quello scritto sui manuali ma quello che si spalanca ad una dimensione trascendentale, l’amore incarnato, l’amore che sfida le differenze e oltrepassa anche i confini della morte. È bello pensarli oggi ancora insieme, beati insieme, sposi ancora per continuare da santi l’opera meravigliosa che hanno compiuto quella cioè di vivere la loro vocazione. Un’opera che ci strappa dalle fauci del maligno, delle attese, di una cultura del piacere ad ogni costo per farci sperimentare insieme, mano nella mano, il brivido di amarsi per l’eternità. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Amicizia coniugale, amore ed eternità, diversità caratteriale, Fedeltà, Luigi e Zelia Martin, matrimonio, Santi sposi Giovanna Abbagnara Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022). Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? 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