“Vivevo di spaccio, ma pensando a Dio mi sentivo inquieto”: la storia di Andrea (parte 1)

tristezza

Impegnato nell’evangelizzazione di strada, vicino a delle comunità missionarie, col sogno di diventare diacono, Andrea, 37 anni, è risorto dalle macerie di un passato fatto di spaccio, alcol, abuso di sesso, violenze, estorsioni e liti furiose ai bordi delle strade. Come è cambiata la sua vita? Dice di “dovere tutto all’incontro con Gesù”.

Ci sono storie che lasciano il segno. Ti muovono qualcosa dentro, ti donano speranza e ti fanno sussurrare, con gratitudine: “Davvero, Dio, Tu fai nuove tutte le cose!”. A me è capitato proprio stamattina, dopo aver parlato con Andrea, un uomo di 37 anni originario di Guidonia, in provincia di Roma…

Legato a Medjugorje, impegnato nell’evangelizzazione di strada, vicino a delle comunità missionarie, col sogno di diventare diacono… è risorto, grazie a Gesù Cristo, dalle macerie di un passato fatto di spaccio, alcol, abuso di sesso, violenze, estorsioni e liti furiose ai bordi delle strade. Dove ha trovato la gioia? Come ha incontrato il Signore? 

Prima di rispondere a queste domande, è bene ripercorrere la sua storia, capire in che modo è caduto nell’abisso, per poi vedere come è entrata la luce. Andrea nasce nel 1985 da un imprenditore di origini siciliane e da una casalinga romana. Quando è ancora bambino, l’azienda del padre fallisce. Facendo bancarotta fraudolenta, gli viene pignorato tutto e la famiglia cade in uno stato di grave povertà, tanto da dover ricorrere con frequenza agli aiuti della Caritas.

Andrea, secondogenito di tre fratelli, racconta di aver dovuto rinunciare a qualunque cosa che non fosse strettamente necessaria per sopravvivere: dalla merenda a scuola, ai vestiti nuovi, allo sport. 

I genitori, umiliati e stanchi per la situazione di indigenza, si trovano a vivere un periodo di grave difficoltà, anche dal punto di vista emotiva.

Il papà di Andrea, cresciuto in una famiglia rigida, è a sua volta molto autoritario con i figli. Andrea, che è il più ribelle dei tre, spesso subisce le sue reazioni più aggressive e le punizioni più severe. A scuola Andrea è irrequieto, incapace di stare tranquillamente in compagnia dei suoi coetanei, tanto che non gli è permesso prendere parte alle ore di educazione motoria e alle gite di classe.

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A dodici anni, dopo essere stato bocciato per ben quattro volte – pur avendo ottenuto l’insegnante di sostegno – va ad aiutare lo zio a vendere cocomeri in una bancarella. È lì che fa le prime conoscenze sbagliate, che si avvicinano a lui i primi personaggi della criminalità del suo quartiere e lo adescano.

Da ragazzo, oltre ad aiutare economicamente i genitori, ha la possibilità di iscriversi in palestra e inizia ad allenarsi negli sport da combattimento, in particolare Kick boxing. “Sapevo picchiare le mani. – mi dice in romanesco – I criminali del mio quartiere vedevano un potenziale in me e mi mandavano a recuperare i soldi di chi non aveva pagato la droga o a regolare dei conti. Con le buone o con le cattive… Provavo pena, quando mi scontravo con persone realmente povere e in quei casi non infierivo, ma riscuotere e spacciare erano diventati dei veri lavori, dei modi facili per fare soldi. Io non avevo mai avuto niente…”.

Ben presto, ha iniziato a vivere di notte e a dormire di giorno: “La mia giornata iniziava alle sei di pomeriggio e finiva alle sei di mattina. Facevo di tutto… Ho conosciuto anche persone di spicco della criminalità organizzata…”. Dentro aveva dei sensi di colpa per la vita che conduceva, ma non riusciva a far seguire a questo un cambiamento.

C’è un particolare di quel periodo che Andrea ricorda nitidamente e di cui ancora si meraviglia, pensandoci: “Non potevo sentir bestemmiare. La bestemmia mi faceva impazzire, tutto il mio corpo si ribellava quando ne sentivo una e non sapevo perché. Se qualcuno parlava male del crocifisso, se lo sbeffeggiava, se vedevo spacciare vicino ad una chiesa io mi arrabbiavo. Avevo ancora, nonostante la vita dissoluta che conducevo, uno strano e inspiegabile rispetto per Dio…”

E poi? Cosa è accaduto? 

Per oggi ci fermiamo qui, ma continuerò a raccontarvi la storia di Andrea la prossima settimana!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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