Speciale XXVII Congresso Eucaristico 2022 - Matera
L’Eucaristia ci insegna a bandire ogni forma di chiusura
Si è aperto ieri 22 settembre, a Matera il XXVII Congresso Eucaristico Nazionale che si concluderà domenica 25 con la visita di Papa Francesco. Nella “Città dei Sassi” si sono ritrovati per la celebrazione introduttiva circa 800 delegati arrivati da 166 diocesi italiane per condividere, insieme a una ottantina di Vescovi, quattro giorni di preghiera, riflessione e confronto sulla centralità dell’Eucaristia nella vita del cristiano e della comunità. “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale” è il tema dell’appuntamento promosso dalla CEI – in collaborazione con l’arcidiocesi di Matera-Irsina – che rappresenta una tappa del Cammino sinodale delle Chiese in Italia.
Matera 22 settembre 2022
Mi ha accolto un’aria fresca e frizzante qui a Matera, tipicamente autunnale che ha solleticato molto le mie sinapsi cerebrali assopite dal caldo asfissiante di quest’estate. L’aria di festa e di gioia che si respira tra le strade e nelle piazze è certamente preludio di un evento di grazia che, come Chiesa italiana, stiamo per vivere in questi giorni nella “Città dei Sassi”. Una terra dove il pane ha una sua centralità e particolarità. I mastri fornai incidono per tre volte le forme del pane pronunciando: “Nel nome del Pare, del Figlio e dello Spirito Santo”. Un gesto che ha il sapore di cose buone, profumate di quotidianità, di devozione popolare ma anche intrise di fede e di sacralità. Gesti che abbiamo perso e che andrebbero riscoperti soprattutto in famiglia.
Le prime parole che il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI pronuncia, all’inizio della liturgia che apre il XXVII Congresso Eucaristico nazionale, vanno subito al cuore: “Quando stiamo insieme, capiamo quanto abbiamo sofferto a stare da soli e lontani…”, ponendo subito l’accento sullo stile di comunione e condivisione che vuole caratterizzare questi giorni santi di riflessione e preghiera non senza un riferimento al tempo in cui i cristiani sono stati privati del Pane di vita.
E difatti la pandemia ha dato una brusca frenata al cammino ecclesiale su questo aspetto. Con troppa facilità si sono accreditate le scelte governative come le uniche possibili e più ragionevoli. Questa mancanza se da una parte ha fatto crescere il desiderio di ricevere Gesù Eucaristia dall’altro ha fatto e fa registrare la convinzione che l’Eucaristia non è un bene essenziale. Tanti si sono allontanati dalla Messa domenicale e questo richiede un cambiamento di rotta.
Questo Congresso può rappresentare un buon punto di inizio, tanti sono arrivati con grandi aspettative. Come, ad esempio, la delegazione della Diocesi pugliese di Oria con don Andrea Santoro, vicario episcopale per il cammino sinodale, don Salvatore Rubino e i coniugi Maria Rosaria e Pietro Di Maglie. “Siamo qui per rimettere al centro della vita ecclesiale l’Eucaristia, è lo stile a cui vogliamo conformarci per vivere il cammino sinodale” afferma don Andrea “è l’Eucaristia che genera la comunione e ci rende Chiesa”. E anche i coniugi Di Maglie hanno sottolineato l’importanza di lavorare come Diocesi e come parrocchia per ridare “alla domenica il suo posto nella vita familiare con un progetto preciso che stanno portando avanti già da alcuni mesi”. Gesti concreti e reali. Il rischio, infatti, dei grandi consessi può essere quello di restare ancorato ai pochi giorni dedicati senza avere la forza di tradursi in precisi percorsi nelle Diocesi e nelle parrocchie.
Molto bello il momento in cui sono stati portati in processione gli elementi necessari alla preparazione del pane, a memoria dei frutti della terra e del lavoro dell’uomo: i bambini hanno presentato i chicchi di grano, alcuni immigrati insieme a russi e ucraini i covoni; alcune coppie di sposi e consacrati invece l’acqua, il lievito e il sale; gli anziani, gli ammalati e i medici hanno offerto il pane, mentre alcuni giovani hanno portato una grande Croce che è stato poi issata sul palco.
Significativa l’omelia del cardinale Zuppi, sempre con il suo fare molto familiare ed empatico. Ha detto che noi siamo “come l’Ostensorio davanti al quale adoriamo” esso “è tradizionalmente un sole dal quale partono tanti raggi, così diventiamo noi luminosi, perché illuminati dalla Sua luce, specchio di questa perché pieni del Suo amore. E poi penso anche che, al contrario, questo Corpo raccoglie e rende uniti quei tanti raggi che siamo noi”. E ha aggiunto: “Chi si nutre di Cristo, non si estranea, ma entra nella vita. Chi si nutre di Cristo, trova Lui, non un’interpretazione che ci lascia soli o una regola o un ente senza volto, ma una presenza, un volto nel quale riconoscere il nostro perché volto di amore, Corpo che ci riempie di amore per non avere paura di portarlo nelle vicende della vita”. Ha poi ribadito che “il servizio al povero è eucaristico e dall’Eucaristia trae nutrimento e all’Eucaristia porta le tante sofferenze e necessità. Il corpo e sangue di Cristo, il pane spezzato e vino versato hanno un sapore di amore pieno, di famiglia e di dono”.
Felice e gioioso Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina, nel suo intervento ha ricordato a tutti che “tornando al gusto del pane eucaristico, intendiamo tornare al gusto della vita. Chi vive l’Eucaristia apre gli occhi, si lascia ardere il cuore e torna in cammino come i discepoli di Emmaus, riconoscendo il Signore risorto per costruire ponti di umanità, tracciando sentieri di pace, bandendo con le scelte di vita ogni forma di individualismo e di chiusura”. È un’immagine molto bella che chiude questo primo giorno dei lavori.
To be continued….
Che cos’è un Congresso Eucaristico?
Un Congresso Eucaristico è una manifestazione straordinaria della fede e della pietà eucaristica, particolarmente nella loro dimensione comunitaria e pubblica. Si configura come una “sosta d’impegno e di preghiera”, di approfondimento dottrinale e di riflessione pastorale per la conversione dei cuori, lo sviluppo della comunione e della missione della Chiesa.
Quali sono le finalità del Congresso Eucaristico?
Con l’impegno dei Delegati nazionali e diocesani – e dove esistono dei Comitati nazionali – con l’appoggio delle Conferenze episcopali e dei Vescovi Ordinari, favorire o prendere quelle iniziative che, in armonia con le disposizioni vigenti della Chiesa, hanno lo scopo di incrementare la comprensione e la partecipazione al Mistero eucaristico in tutti i suoi aspetti: dalla celebrazione al culto extra missam, fino alla irradiazione nella vita personale e sociale.
Quando sono nati e perché i Congressi Eucaristici?
I Congressi eucaristici sono nati nella seconda metà del secolo XIX in Francia. È stata una donna di nome Emilie Tamisier (1834 – 1910) su ispirazione di san Pier Giuliano Eymard (1811-1868), chiamato “l’Apostolo dell’Eucaristia” a prendere l’iniziativa di organizzare, con l’aiuto di altri laici, sacerdoti e vescovi e con la benedizione del papa Leone XIII, il primo Congresso eucaristico internazionale a Lille (1881), il cui tema era: “L’Eucaristia salva il mondo”. Si riteneva infatti che una rinnovata fede in Cristo presente nell’Eucaristia fosse un rimedio all’ignoranza e all’indifferenza religiosa del tempo e potesse rispondere ai bisogni della società del secolo XIX alla quale era stata annunciata la “morte di Dio”. Da allora si sono succeduti altri nel tempo con una lunga sospensione durante il periodo fascista. Qualche mese prima della chiusura del Concilio (8 dicembre 1965) il Congresso eucaristico nazionale si tenne a Pisa (1965) e si concluse per la prima volta con la visita di un Papa (san Paolo VI). Vale la pena ricordare il XX CEN a Milano a cui partecipò Papa Giovanni Paolo II: di fondamentale importanza la sua Lettera enciclica del 2003 Ecclesia de Eucharistia.
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