Perché insegnare Religione? Rispondono i ragazzi

di Elisabetta Cafaro

L’insegnamento della Religione Cattolica da eliminare? Preferisco non rispondere io, ma lasciare la parola direttamente a loro, ai ragazzi: “La ringrazio per lo spiraglio di luce che ci ha concesso”.

Le polemiche contro l’insegnamento della Religione Cattolica sono ormai attacchi che da anni subiamo. L’ennesimo articolo apparso su Micromega ai danni dell’ora di Religione, questa volta firmato da Maria Mantello che titola “Quell’ora di Religione che è da eliminare” forse non ci dice nulla di nuovo.

Nelle parole della signora Mantello, l’Irc andrebbe eliminato perché “se crediamo ancora nell’Europa e nei valori di libertà laicità democrazia, ritengo che sia sempre più quanto mai necessario intensificare la nostra azione culturale-politica-sociale affinché il nostro motto: Né dogmi Né padroni sia sempre più il motore per l’emancipazione e l’autodeterminazione individuale e sociale.”. In sintesi: Mantello accusa l’Irc di essere contro i principi di libertà, laicità e democrazia su cui si fonda la Scuola italiana.

Non voglio rispondere in prima persona alla signora Maria Mantello, essendo una docente di Religione Cattolica sarei troppo di parte, ma alla sua tesi, accompagnata da un vasto excursus storico e normativo, come possiamo leggere nell’articolo, manca a mio modesto parere una cosa fondamentale, ossia cosa ne pensano i giovani dell’ora di Religione e qual è il ruolo di questa materia così discriminata a scuola? Quando parlo di scuola, faccio riferimento all’interfacciarsi faticoso e reale con i ragazzi. Siamo noi i docenti dei “cuori con le ali, agitati nel vento delle stagioni della vita, che cercano il senso di ogni cosa, senza aver paura delle domande scomode che ci richiamano alla nostra finitudine”.

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Posso assicurare alla signora Mantello che quanto segue, ovvero lettere scritte dai miei alunni non nascono per dare delle risposte alla società o alle persone, ma sono una mia personale verifica al lavoro svolto durante l’anno. Una verifica che serve per mettere in atto nuove strategie comunicative, conoscere e capire quali sono le tematiche che maggiormente appassionano i giovani per migliorare sempre di più il rapporto docente-alunni.

Lascio dunque la parola agli interessati, ai destinatari dell’ora di Religione. Quelle che leggete sono solo alcune delle lettere che nel mese di maggio ho ricevuto dai ragazzi. La fascia di età varia dai 14 ai 18 anni. Sono riflessioni ricche di significato, vere, scritte con passione e non falsate dalle ideologie o dagli interessi personali, politici, sociali e neanche dal voto visto che il nostro è solo un giudizio.

Antonia 1Ac

Cara Prof,

fra pochi giorni ci lasceremo alle spalle questo primo anno di liceo che abbiamo avuto la fortuna di condividere con voi. Il primo anno è sempre un’incognita perché può o meno confermare la scelta che si è fatta, ci si deve ambientare, fare gruppo e interagire con materie nuove e di indirizzo. È stato bello poter costruire ponti dove c’erano solo strade sterrate nelle nostre menti e piano piano siamo riusciti a sviluppare il progetto ambizioso di superare le difficoltà e acquisire le conoscenze necessarie. Il corso di Religione in particolare è stato una scoperta ed una esperienza intensa che ha coinvolto la nostra capacità di mettere a confronto gli studi sulla storia delle altre religioni con il nostro Credo e darci la possibilità di comprendere che siamo una moltitudine di popoli con la medesima esigenza in quanto uomini: guardare al Cielo.

Lo sguardo verso l’alto ci ha sollevato lo Spirito dalle quotidiane attività ed ha favorito un altro sguardo, più interiore, intimo, un viaggio all’interno del nostro cuore, della nostra coscienza: lo sguardo dell’Anima. Attraverso il confronto con voi in classe siamo riusciti a sperimentare la bellezza di mettersi in discussione, di capire cosa intendessimo per Fede e a sorprenderci per la soluzione trovata: la Fede è dono, va ricercata e si ottiene mediante un cammino progressivo e speciale del cuore presso Dio.

Come ci dice Dante, quest’anno è stato un itinerarium mentis in Deum, abbiamo cominciato a camminare verso il mistero del dono della fede e abbiamo trovato la felicità di sperimentare la fratellanza. Questi primi scalini di una lunga e luminosa ascesa verso Dio e dentro noi stessi hanno permesso di poter gettare le basi per i successivi studi che affronteremo nella consapevolezza di non essere soli, di viaggiare insieme come fratelli. Il progetto a cui abbiamo partecipato per celebrare la vita e le opere di don Enrico Smaldone ci ha fortificato nella certezza che essere uomini di fede è la chiave per realizzare concretamente nel mondo cose meravigliose, e attraverso l’esempio di questo grande uomo abbiamo appreso l’importanza di abbandonarsi alla Provvidenza e a lasciare operare lo Spirito, interpretando di volta in volta cosa possiamo fare perché si realizzino le opere di Dio. Non è facile studiare ciò che non è materia, ma sostanza delle nostre vite e nutrimento delle nostre anime. La chiarezza delle vostre lezioni ci ha introdotti a mete e studi tanto complessi con grazia particolare, della quale siamo grati. La profondità dei concetti ci è stata presentata in modo che potessimo capire almeno in parte che tra tutti gli studi che seguiremo, questo corso ci aiuterà a capire chi siamo e cosa vogliamo essere su questa Terra, a scegliere vincendo il combattimento quotidiano tra il Bene e il Male, fortificandoci nella convinzione che in qualunque difficoltà della vita, quello sguardo verso l’alto, che ci avete insegnato a dirigere, ci porterà la grazia dell’aderenza ai disegni di Dio. 

Nicoletta 1Bc

La Religione è cultura, permette di capire opere della letteratura e dell’arte e di apprezzare quei valori indispensabili per una buona convivenza sociale. È un’ora di cultura e di orientamento, ci aiuta a capire il senso della vita, a ricercare la verità rispetto al banale. Quest’anno abbiamo affrontato diversi temi con armonia ed interesse, confrontandoci ed esprimendo i vari pensieri, ampliando così le nostre osservazioni, le nostre vedute; non bisogna accontentarsi del paesaggio ma, guardare oltre l’orizzonte. Avere un’insegnante che abbia la capacità di motivare la classe non è facile, noi siamo stati fortunati, infatti attraverso le sue lezioni siamo stimolati a comunicare e ad approfondire i vari argomenti. La lezione che ha suscitato più interesse in me è quella riguardante la “Vita”; il suo significato riapre le conseguenze attuali di ogni singola persona. Non mancheranno altre tematiche da trattare in questi anni e sono sicura che lo faremo nel migliore dei modi.

Sara VAl

Nelle scuole l’ora di Religione è sempre un momento di raccoglimento che ci porta a riflettere su tematiche importanti rispettando le varie opinioni e i vari punti di vista della classe intera; pertanto è molto importante vivere con partecipazione questi momenti. Personalmente il corso scolastico di Religione mi ha dato modo di conoscere la differenza tra le religioni (argomento ampiamente affrontato per tutto il primo semestre di liceo) e mi ha dato la possibilità di scavare all’interno della mia anima. Negli ultimi anni scolastici le tematiche delle lezioni erano sempre più serie ed importanti; abbiamo parlato dell’aborto, del suicidio, dell’omofobia e di quanto possa essere distruttiva l’ossessione per il raggiungimento della perfezione. Trattare questi argomenti nel gruppo classe è stato utile non solo per conoscersi meglio ma anche per ampliare la nostra mente ascoltando anche le opinioni degli altri che si sono rivelate spesso illuminanti. Le opinioni personali, le esperienze personali che ciascuno di noi ha raccontato sono state davvero preziose.

Alfonso VAl

Cara professoressa,

le scrivo perché sta per finire l’anno scolastico e con lui il mio percorso di istruzione al liceo. L’anno prossimo frequenterò forse l’università e questo vuol dire che cambierò sia gli amici che gli insegnanti. Da una parte sono contento perché significa che sono più grande e che forse avrò più cose interessanti da fare ma dall’altra sono molto ansioso perché tutti questi cambiamenti mi preoccupano. In più mi dispiace lasciare i miei compagni e anche lasciare gli insegnanti. Devo dire che mi dispiace molto anche lasciare lei. Non so se posso permettermi di dirglielo però penso che sia giusto che lei sappia quanto ha contato per me in questi anni il fatto che lei fosse la mia insegnante. Prima di tutto perché lei con le sue spiegazioni e le sue lezioni sempre stimolanti mi ha fatto appassionare ancora di più al mondo ecclesiastico e alla Religione cattolica. Io non sono mai stato interessato alla Religione, ma ascoltare le sue spiegazioni mi è servito a farmi piacere questa materia. Soprattutto però volevo ringraziarla per come si è comportata con me in questi anni ma anche con tutta la classe. La ringrazio ancora tantissimo per tutto.

Regina VAl

Cara professoressa, dopo questi cinque anni di scuola posso dire che siamo maturati a livello psicologico grazie ai suoi insegnamenti religiosi e morali. La solita ora del giovedì di Religione si è rivelata specie in questo ultimo anno molto istruttiva. Quando si parla di scuola si pretende sempre di mettere in luce gli aspetti più negativi, palestre inagibili, tetti che cadono a pezzi, professori svogliati, presidi intransigenti, alunni impreparati. Ma oggi non le sto scrivendo per lamentarmi, ma per ringraziarla per lo spiraglio di luce che ci ha concesso. Ed è proprio per questo che la ringrazio, è per questo che oggi le sto scrivendo, anche se un semplice “Grazie” non potrà mai ripagare il suo impegno. Termino questa semplice lettera ringraziandola ancora per tutti gli insegnamenti che ci ha donato.

Erika VAl

Cara prof, finalmente il traguardo è stato raggiunto e lei, che mi è stata vicino, è certamente fra le persone che meglio possono capire come mi senta felice di esserci arrivato; ma il merito è anche suo, e voglio ringraziarla per gli stimoli che mi ha dato, la pazienza che ha avuto nel correggere e migliorare, le conoscenze che mi ha trasferito e l’entusiasmo che mi ha trasmesso. È veramente un piacere del cuore e dell’anima poterle dimostrare la mia gratitudine per quanto ha fatto per me; lei ha dimostrato di possedere ogni dote richiesta dal suo compito, che capisco possa essere stato faticoso, e io la ringrazio per tutto il tempo e l’impegno che mi ha dedicato. Per lei avrò sempre un ricordo affettuoso e grato. Grazie di tutto.

Alessia VBc

Cara prof, ci ho pensato tante volte prima di scrivere questa lettera, perché le cose che sto per scrivere sono importanti. Ci ho riflettuto molto perché io ora sto aprendo il mio cuore come mai fino ad ora. Durante l’anno ci sono stati tanti momenti in cui mi sarei alzata da quella sedia, sarei venuta da voi e vi avrei abbracciata forte forte, per dirvi che vi volevo bene, perché ne sentivo il bisogno. E l’avrei fatto anche tutte quelle volte che ci siamo trovate vicine. Io una cosa ho imparato: quando i bambini non riescono a ottenere l’affetto di cui hanno bisogno da parte dei propri genitori, lo vanno a cercare da qualcun’ altro. Bene, io sono uno di questi bambini. Mia madre è morta cinque anni fa. Ancora oggi ho incubi e soffro d’ansia. Per questa situazione ho sempre cercato anche un briciolo d’affetto da parte di altri, prendendo molte batoste. Per colpa di questa situazione ho anche sofferto di depressione, non ho avuto nessuno vicino quando ne ho sofferto, ne sono uscita da sola e a dire la verità me la porto ancora dietro. E poi all’improvviso, se sei fortunata, arriva quella persona, quell’emozione che ti aiuta a risalire. Sono stata fortunata perché siete arrivata voi, che con i vostri sguardi, con le vostre parole, mi avete donato tutto l’affetto di cui avevo bisogno. Grazie a voi ho scoperto l’affetto che posso ricevere da una persona, ho scoperto cosa significa voler bene a una persona come se fosse una mamma, ho scoperto cosa vuol dire la mancanza di una persona così importante. Abbiamo convissuto per circa quattro anni e i vostri insegnamenti hanno contribuito in modo positivo alla mia crescita, personale e culturale. Mi mancherete tanto.




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1 risposta su “Perché insegnare Religione? Rispondono i ragazzi”

fra pochi giorni ci lasceremo alle spalle questo primo anno di liceo che abbiamo avuto la fortuna di condividere con voi. Il primo anno e sempre un’incognita perche puo o meno confermare la scelta che si e fatta, ci si deve ambientare, fare gruppo e interagire con materie nuove e di indirizzo. E stato bello poter costruire ponti dove c’erano solo strade sterrate nelle nostre menti e piano piano siamo riusciti a sviluppare il progetto ambizioso di superare le difficolta e acquisire le conoscenze necessarie. Il corso di Religione in particolare e stato una scoperta ed una esperienza intensa che ha coinvolto la nostra capacita di mettere a confronto gli studi sulla storia delle altre religioni con il nostro Credo e darci la possibilita di comprendere che siamo una moltitudine di popoli con la medesima esigenza in quanto uomini: guardare al Cielo. Lo sguardo verso l’alto ci ha sollevato lo Spirito dalle quotidiane attivita ed ha favorito un altro sguardo, piu interiore, intimo, un viaggio all’interno del nostro cuore, della nostra coscienza: lo sguardo dell’Anima. Attraverso il confronto con voi in classe siamo riusciti a sperimentare la bellezza di mettersi in discussione, di capire cosa intendessimo per Fede e a sorprenderci per la soluzione trovata: la Fede e dono, va ricercata e si ottiene mediante un cammino progressivo e speciale del cuore presso Dio.

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