X Incontro Mondiale delle Famiglie
“Dopo il corso prematrimoniale io e mio marito ci siamo sentiti abbandonati”
I corsi prematrimoniali non bastano: il terreno va preparato molto prima e il percorso va continuato anche dopo. Quante volte lo abbiamo pensato? Questo è proprio uno dei temi espressi nell’ultimo documento “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le Chiese particolari”, promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, impegnato anche nell’organizzazione del X Word meetings of families.
Una mia amica, che si è sposata lo scorso dicembre, un giorno mi ha confessato: “È stato veramente bello fare il corso di preparazione al matrimonio, tanto che quando è finito mi sono detta: e adesso? Non si fa più nulla? Ci eravamo legati all’interno del gruppo, è stato utile approfondire il rapporto di coppia, dialogare… Nella vita di tutti i giorni non si parla così tanto di temi veramente importanti per la coppia. La vita corre veloce. Abbiamo bisogno di fermarci. C’è bisogno di un contesto, di un percorso in cui inserirsi, ma il problema è che finito il corso prematrimoniale ci si perde tutti un po’ di vista, invece di continuare a vedersi, ognuno va per la sua strada, come se si fosse pronti a camminare da soli… Ma non è così! Abbiamo bisogno noi giovani di una comunità in cui camminare, di essere presi per mano, ma non per dieci serate, per tutta la vita! Devo dirti la verità: finito il corso io e mio marito ci siamo sentiti un po’ abbandonati…”
La mia amica esprime un pensiero e un sentimento comune: c’è bisogno di appartenere ad una comunità, anche come coppia. Ci sono, certamente, parrocchie e gruppi, nella Chiesa, che riescono a coinvolgere le famiglie, eppure avvertiamo ancora un senso di vuoto quando pensiamo all’accompagnamento dei giovani che vogliono sposarsi o che si sono appena sposati. C’è molto lavoro da fare nella cura delle giovani coppie, prima e dopo il “Sì”.
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Innanzitutto, occorre pensare ad “una preparazione molto remota alla vocazione matrimoniale”. Questo è proprio uno dei concetti espressi nell’ultimo documento “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le Chiese particolari”, promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, impegnato anche nell’organizzazione del X Word meetings of families.
Si tratta di “preparare il terreno iniziando a lavorare con i bambini, gli adolescenti e i giovani, piantando dei semi i cui frutti potranno vedersi negli anni a venire. Giovani che, altrimenti, probabilmente, non si sposerebbero mai. Questo perché la proposta non è semplicemente quella di rinnovare la preparazione immediata al matrimonio, ma di impostare una pastorale vocazionale che annunci ai bambini e agli adolescenti la vocazione al matrimonio, affinché siano accompagnati alla graduale scoperta di una chiamata alla vita familiare cristiana”.
Perché “Una preparazione rapida dei fidanzati, poco prima della celebrazione del rito – sottolinea il documento – non è sufficiente perché la Chiesa possa prendersi cura di coloro che il Signore chiama a sposarsi e a costruire una famiglia cristiana”.
Sull’importanza di assicurare “un dopo”, il documento sostiene che occorre avviare un “nuovo catecumenato”, che includa tutte le tappe del cammino sacramentale: i tempi della preparazione al matrimonio, della sua celebrazione e degli anni successivi. Perché negli anni successivi alle nozze gli sposi potrebbero attraversare delle crisi e dei momenti di scoraggiamento.
Altro elemento centrale del documento: la Chiesa non è formata solo da sacerdoti e chierici. Le famiglie hanno un ruolo fondamentale. Accanto ai sacerdoti, devono esserci delle coppie di sposi che accompagnano il catecumenato di coloro che chiedono il sacramento del matrimonio.
Infine, ma non perché abbia minore importanza, il documento afferma che è importante avere il coraggio di promuovere la preziosa virtù della castità. Perché, con buona pace di Fedez, aiuta a valorizzare la persona nella sua interezza e insegna la pazienza e il dominio di sé. C’è tanto da pensare, da costruire… e da pregare. Il X Incontro Mondiale delle Famiglie (che si svolgerà dal 22 al 26 giugno a Roma e in tutte le diocesi) può essere veramente un’occasione d’oro per lasciare che lo Spirito Santo ci indichi strade nuove.
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