Matrimonio “Amicizia coniugale”: che cos’è? E perché il tuo matrimonio non può farne a meno? Autore articolo Di Cecilia Galatolo Data dell'articolo 17 Maggio 2022 1 commento su “Amicizia coniugale”: che cos’è? E perché il tuo matrimonio non può farne a meno? di Cecilia Galatolo Cosa significa per due sposi essere amici? Per capire cosa significa avere un’amicizia nel matrimonio, bisogna capire cosa sia l’amicizia in sé e conoscere le sue caratteristiche. Una cosa a cui, forse, si pensa poco, è che anche gli sposi sono chiamati ad essere amici. Non solo amici, certo, ma anche amici. La passione, senza intimità, senza confidenza, senza il desiderio di crescere insieme, diventa una forza distruttiva. Se c’è attrazione fisica, se c’è coinvolgimento dal punto di vista erotico, ma non si condivide qualcosa di profondo, se non ci si apre l’uno con l’altra, se l’unico gioco nella coppia è quello della seduzione e non si è capaci di ridere di gusto insieme, quella carica emotiva e quel trasporto finiranno per travolgere gli innamorati e per corrompere il loro rapporto, invece di unirli. Se non si è imparato l’ascolto, se non si è capaci di interessarsi a ciò che ci succede intorno, di condividere i propri pensieri, se non ci si è educati a dare oltre che a ricevere… allora il matrimonio non può funzionare. Senza gratuità e condivisione è facile che l’amore di coppia si trasformi in possesso. Cosa significa per due sposi essere amici? Per capire cosa significa avere un’amicizia nel matrimonio, bisogna capire cosa sia l’amicizia in sé e conoscere le sue caratteristiche. Dunque, proviamo a pensarci un attimo: chi è un vero amico? Provo a tracciare un profilo, sicuramente non esaustivo. Ognuno di voi può ampliarlo. A me viene in mente che un amico vero si interessa della mia vita, mi chiede come sto, condivide almeno in parte i miei valori, mi rispetta nella mia diversità, mi aiuta se ho un problema, mi perdona se sbaglio, ma soprattutto è legato a me per qualcosa che non ha nulla a che vedere con il coinvolgimento erotico. Ad unirci può essere un interesse comune, uno studio comune, una classe o un gruppo sportivo. Da quando sono mamma ho capito che anche il fatto di condividere la maternità è motivo per legare con qualcuno. Ad ogni modo, possono essere tante le ragioni per cui da conoscenti si diventa amici, ma c’è una cosa che non cambia: una caratteristica tipica dell’amicizia è la “gratuità” e la mancanza di implicazioni fisiche. Vi è l’interesse a stare con l’altro, a passare del tempo insieme, senza entrare in atteggiamenti intimi, che non siano abbracci, strette di mano, baci sulla guancia o altri gesti di affetto simili. Il matrimonio comprende certamente la componente fisica, invece: anzi, potremmo dire che l’unione fisica, il divenire una sola carne, è precisamente il “quid” del matrimonio, ciò che distingue due sposi da due “semplici amici”. Leggi anche: Una proposta di matrimonio: quei soldati al fronte che sognano il domani nonostante tutto Oltre la gratificazione personale Se dunque due sposi si differenziano da due amici per la loro intimità fisica, è anche vero che la sola intimità fisica, senza amicizia, porta alla rovina del rapporto. Se il sesso oscura tutte le altre componenti essenziali in una relazione, allora è quasi sicuro che ci lasceremo. Mentre è certo che ci faremo del male. Prima o poi quell’attrazione – unico motivo per cui ci si era messi insieme – verrà meno, la nostra complicità si trasformerà in competizione e il nostro desiderio erotico – molto probabilmente – si indirizzerà verso qualcun altro. Il piacere e la gratificazione fisica non possono fare da “collante principale” senza che ciò abbia conseguenti devastanti. La vita di coppia comprende anche la gratificazione: è normale che si cerchi di stare bene insieme all’altro e che si ritenga l’altro anche un bene per me È normale riporre aspettative su una relazione intima e credere che, insieme, si sarà più felici che da soli. Altrimenti, non si inizierebbe neppure una storia. Il problema è quando la gratificazione personale diventa “tutto”. Quando l’altro esiste solo in funzione di me. Educhiamoci ad uscire da noi stessi Prima ancora di fidanzarci possiamo imparare a donare noi stessi, a uscire dal nostro egoismo. Il campo delle amicizie è una vera palestra per questo, educarci in questo ci aiuterà anche per la vita famigliare. Al contrario, meno si è capaci di essere amici, più alto è il rischio che il matrimonio si trasformi in asservimento dell’altro secondo i propri comodi e capricci. Se state pensando di sposarvi, forse è utile che vi chiediate come è messa la vostra amicizia nella vita di coppia. Cosa vi unisce oltre all’attrazione fisica? Riuscite ad essere sinceri o vi nascondete delle cose? C’è stima reciproca oppure no? Vi piace il modo di agire e di pensare dell’altro? Avete interessi e passioni comuni, oltre al desiderio di un’intimità fisica? C’è il desiderio di affrontare la vita guardando nella stessa direzione? C. S. Lewis dice che essere amici significa “vedere la stessa verità”. Ecco, se state per sposarvi questa è propria un’ottima da farsi: “Condividiamo la stessa verità sulla vita?”. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Amicizia coniugale, Coppia/Matrimonio, Intimità Cecilia Galatolo Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio. Visualizza archivio → ANNUNCIO 1 risposta su ““Amicizia coniugale”: che cos’è? E perché il tuo matrimonio non può farne a meno?” Grazie. E’ proprio così. La famosa modella israeliana Bar Refaeli disse appena dopo sposata :”Ho sposato il mio miglior amico”. Si tratta di Adi Ezra e da lui ha avuto tre bambini: Liv Ezra, David Ezra, Elle Ezra. Nel mondo dello spettacolo è raro ma …..quando succede rivela la grandezza dell’amore donativo. Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. 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Grazie. E’ proprio così. La famosa modella israeliana Bar Refaeli disse appena dopo sposata :”Ho sposato il mio miglior amico”. Si tratta di Adi Ezra e da lui ha avuto tre bambini: Liv Ezra, David Ezra, Elle Ezra. Nel mondo dello spettacolo è raro ma …..quando succede rivela la grandezza dell’amore donativo.