Per l’OMS l’aborto deve essere permesso fino alla nascita

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(Foto: Mopic - Shutterstock.com)

L’Organizzazione mondiale della sanità chiede ai Paesi membri di abrogare le leggi anti-aborto che fissano “limiti gestazionali”. In pratica l’OMS chiede l’aborto fino alla nascita. Ma chi sono gli esperti deputati ad occuparsi della questione? Almeno otto di loro sono parte integrante delle multinazionali abortiste International Planned Parenthood Federation.

Con uno scriteriato documento di 210 pagine il 9 marzo scorso l’Organizzazione mondiale della sanità chiede ai Paesi membri di abrogare le leggi anti-aborto che fissano “limiti gestazionali”. In pratica, udite udite, l’Organizzazione mondiale della Sanita (OMS) chiede l’aborto fino alla nascita. Fino alla nascita! Cioè senza alcun limite di tempo gestazionale. Già il titolo sembra uno scherzo: “Abortion care guideline”. Dunque l’aborto trasformato in una cura per le donne, dove la soppressione del bambino sarebbe l’unico strumento della “cura” delle gestanti.

Le nuove linee guida affermano che le leggi che impediscono l’aborto in qualsiasi momento della gravidanza rischiano di violare i diritti di “donne, ragazze o altre persone incinte”. Il linguaggio prostrato all’ideologia transgender elimina ovviamente la parola “mamma”. Il testo raccomanda la “piena decriminalizzazione dell’aborto” e la rottamazione delle leggi e dei regolamenti che “proibiscono l’aborto sulla base dei limiti gestazionali” e “limitano l’aborto” per qualsiasi motivo. Anche in base al sesso del nascituro si potrà abortire per l’Organizzazione che dovrebbe tutelare la salute a livello globale. E non è finita perché l’OMS vuole anche limitare al minimo i diritti all’obiezione di coscienza medica (“se si dimostra impossibile regolare l’obiezione di coscienza in un modo che rispetti, protegga e compia i diritti di chi cerca di abortire, l’obiezione di coscienza nella fornitura di aborti può diventare indifendibile”). In particolare gli Stati dovrebbero permettere l’aborto in tutte le circostanze, permettere alle donne di bypassare l’approvazione di un medico o di un infermiere per avere un’interruzione di gravidanza, permettere le “pillole abortive per posta”, anche solo dopo una telefonata, limitare il diritto dei professionisti medici di rifiutarsi di prendere parte agli aborti per motivi di coscienza.

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Una voce critica almeno c’è stata. Elyssa Koren, direttrice dell’Adf International presso l’Onu, ha denunciato come “l’Organizzazione mondiale della sanità sta cercando di far leva sulla sua enorme influenza e sul suo potere di bilancio per intaccare le disposizioni internazionali e stabilire un nuovo regime giuridico che approvi i diritti all’aborto “senza limiti e senza diritto all’obiezione di coscienza”. Chi saranno i cosiddetti esperti esterni che hanno contribuito alla stesura del documento?

Dei 12 esperti responsabili della redazione finale, elencati a pag. 158, ben 8 sono parte integrante delle multinazionali abortiste International Planned Parenthood Federation, Marie Stopes International o loro affiliati, altri provengono da governi o università ultra abortiste. La cosiddetta esperta sui diritti umani, Christina Zampas, è responsabile per l’Onu della multinazionale abortista Center for Reproductive Rights di Ginevra. E nessuno degli esperti ha dichiarato di avere un “conflitto di interessi”. Uno scandalo paradossale.

La rete degli abortisti è già al lavoro e, a pochi giorni dalla pubblicazione dell’Oms, un Tribunale in Kenya ha deliberato come l’aborto sia un diritto umano e – seppur vietato dalla Costituzione – Governo e Parlamento devono…… liberalizzarlo. Comunque, grazie a Dio, per ora l’Oms non ha alcuna autorità legale per imporre l’aborto, materia di competenza dei singoli Stati, e il nascituro è riconosciuto da convenzioni internazionali come una persona con diritti. Ma il clima che si respira nelle “alte sfere” è sempre più abortista… fino alla nascita. La cultura della difesa della vita nascente ha pochi mezzi ma di sicuro non inganna nessuno.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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