Perché il maligno attacca sempre la donna?

La risposta nelle parole di Carmen Hernàndez, storica fondatrice, insieme a Kiko, del cammino Neocatecumenale: “la donna ha qualcosa che la rende grande e creativa, come se fosse un’immensa immagine della potenza di Dio: il grembo, la matrice, la fabbrica della vita!”.

Sono le donne per prime ad incontrare il Cristo risorto e ad annunziare la nuova Pasqua al mondo: Cristo morto e risorto per i nostri peccati.

Quanto bisogno abbiamo di Pesach, di questo passaggio, di qualcuno che ci annunci che la morte è vinta. È vinta la morte della guerra, è vinta la morte del Covid, è vinta ogni nostra morte perché Cristo ha vinto la morte.

Allora è possibile la pace perché è possibile amare il nemico, ogni nemico, e dare la vita per quel nemico che ha un nome ed un cognome, come Cristo ha fatto. La morte non è la parola fine. Risurrezione è l’ultima parola.

Non a caso è grazie ancora una volta ad una donna che la Pasqua, la notte delle notti, viene riscoperta e riportata al centro della vita cristiana, dando applicazione al Concilio Vaticano II e al suo rinnovamento liturgico.

Questa donna è Carmen Hernàndez, “Una donna che si è donata a Cristo e alla sua Chiesa, … fino ad offrire la sua vita per Lui, consacrata al suo amore per l’evangelizzazione dell’uomo del nostro tempo (post-moderno?), così affamato e assetato della grazia di Dio” come la descrive il Cardinal Rouco Varela.

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Iniziatrice del Cammino Neocatecumenale, insieme a Kiko Argüello, chimica e teologa, viene raccontata con rigore metodologico e con passione dal prof. Aquilino Cayuela nelle Note Biografiche, uscite a fine 2021 con le edizioni San Paolo.

Il libro è la sintesi della copiosa documentazione prodotta per l’apertura della causa del processo di beatificazione nel luglio 2021 a 5 anni dalla morte. Carlos Metola, postulatore della causa, ha consegnato la richiesta formale, il Supplex Libellus, al cardinale di Madrid, Carlos Osoro: oltre 16.000 pagine che compongono i 70 volumi con gli scritti personali e le catechesi di Carmen Hernandez e altri dati acquisiti dopo la sua morte. Carmen non era una donna eccezionale, ma ha ricevuto fin da bambina doni eccezionali per poter essere a servizio della Chiesa attraverso una missione ben precisa.

La sua forza nasceva dal suo essere «innamorata di Cristo, della Scrittura e della Eucaristia… Amava Cristo e la Chiesa; e il Papa al disopra di tutti» come scrive Kiko Argüello.  Grazie al suo sì, ripetuto più volte, alla chiamata del Signore sin da bambina, nonostante i suoi limiti evidenti, le sue debolezze e le sue difficoltà personali, Carmen Hernandez «è stata capace di annunciare Gesù Cristo aprendo orizzonti di gioia e di speranza, mostrando, regalando e comunicando l’amore misericordioso di Dio, mostrando la vita nuova che appare con Cristo» ha detto il cardinale Osoro durante l’Eucaristia di apertura del processo di beatificazione di questa donna che ha marcato la storia recente della Chiesa.

Carmen «si lasciò inondare dal Mistero pasquale di Gesù Cristo morto e risorto», scrive Cayuela, che le si svela attraverso varie tappe ed incontri: le lezioni di teologia a Valencia, le lezioni di Padre Farnés a Barcellona che insegnava l’origine pasquale dell’Eucaristia, e soprattutto il suo viaggio in Terra Santa nel 1963-1964, quindi l’incontro con Kiko e la nascita del cammino neocatecumenale.

Il viaggio in Israele, “Verso la terra dell’Amato”, è fondamentale per lei, per la sua vocazione e per riscoprire la Pasqua, capire e vivere il Concilio Vaticano Secondo, le sue costituzioni apostoliche e il rinnovamento liturgico. Zaino in spalla, Carmen parte per Israele con la sua amica Carmen Cooling, nell’agosto del 1963: «Vi andiamo alla “francescana”: con la Bibbia, il cuore e moltissimo amore». Così fanno, una vera e propria avventura, anche rischiosa per due donne sole nel Medio Oriente di allora, ma lo Sposo era con loro.

Carmen in Terra Santa fa un’esperienza esistenziale che segnerà tutta la sua vocazione ed evangelizzazione futura e che sarà fondamentale per la Chiesa, che lei ama profondamente. La Pasqua, nella sua forza evangelica e kerigmatica, si svela agli iniziatori del cammino Neocatecumenale in mezzo ai poveri.

Questo in sintesi il pensiero di Carmen sulla Pasqua: “Celebrando l’ultima Cena con i suoi Apostoli durante un banchetto pasquale, Gesù ha dato alla pasqua ebraica il suo significato definitivo. Infatti, la nuova Pasqua, il passaggio di Gesù al Padre attraverso la sua Morte e la sua Risurrezione, è anticipata nella Cena e celebrata nell’Eucaristia, che porta a compimento la pasqua ebraica e anticipa la pasqua finale della Chiesa nella gloria del Regno. (…) conoscere le radici ebraiche dell’Eucaristia è fondamentale per poter capire questa novità dell’Eucaristia cristiana, la manifestazione di Dio si esplicita, dove si rivela tutto il senso della storia dell’uomo, che è L’AMORE. (…) Gesù Cristo non si trova in una cena qualsiasi è il Seder pasquale, il centro della Pasqua ebraica, che Gesù realizzò proprio quella notte (…) Alla luce di questo memoriale, con Gesù Cristo la Pasqua assume un nuovo significato: «Questo non sarà più per voi il pane dell’uscita dall’Egitto: questo è il mio memoriale. La mia uscita da questo mondo a mio Padre, questo è il mio corpo che si consegna alla morte per voi» (…) Comunicare con questo pane è comunicare con il corpo di Gesù Cristo che si consegna alla morte (…) Il pane è ora sacramento e memoriale del corpo di Gesù Cristo”.

Uno dei punti cari a Carmen Hernandez è quello del ruolo della donna nella Chiesa, come riporta Cayuela nelle Note biografiche. Del resto, un momento cruciale nella sua vocazione, Carmen lo vive ad Ein Karem, dove Maria incontra la cugina Elisabetta, dove si incontrano i due concepiti, e la gioia di questo incontro si esprime con il Magnificat di Maria. Lì Carmen sente la chiamata nella chiamata: una vocazione per tutta la Chiesa. In questo contesto si comprende l’importanza che Carmen attribuisce al ruolo della donna nella Chiesa oggi. Carmen è spesso intervenuta con particolare attenzione alla donna, dando una lettura illuminante degli attacchi che le vengono fatti: «Perché il serpente, che è il simbolo subdolo del male, attacca sempre la donna? Lo vediamo fin dalla prima pagina della Genesi…Perché la donna ha qualcosa che la rende grande e creativa, come se fosse un’immensa immagine della potenza di Dio: il grembo, la matrice, la “fabbrica” della vita! E così la morte cercherà sempre di dare morte alla donna, per distruggere il piano divino dovrà sempre ingaggiare battaglia con la donna».

Alle giovani presenti alle Giornate della gioventù ripeteva: «Non lasciatevi ingannare da tutta questa propaganda del femminismo: le prime stolte nel mondo sono queste femministe, che non si rendono conto dell’immensa grandezza della donna». «La donna è importante» insisteva Carmen perché in un certo senso mostra il volto con cui Dio si manifesta al popolo, quello della Misericordia. Con questa consapevolezza del legame tra la donna e la Pasqua “Bisogna andare verso tutti gli uomini con la nostra povertà, ma pieni della ricchezza del Risorto. Questa è l’esperienza che Carmen ha avuto nella sua vita” come invita il cardinale Osoro.




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